venerdì 8 agosto 2014

Aspettando il Palio 2) San Secondo... tre domande a: Giancarlo Borgognone


Per il Rione San Secondo, il rettore Maurizio Bertolino ha scelto Giancarlo Borgognone, vicerettore del Rione del Santo e con una appartenenza al comitato Palio ormai ventennale.



Giancarlo racconta come sono stati i tuoi inizi nel mondo del Palio e nel tuo comitato?

Quella con il Palio è stata una passione fin da bambino: per me Asti è la più bella città del mondo, perché ci sono nato e cresciuto. Penso che  il Palio sia un tassello importante per la vita di ogni astigiano. Mi ricordo le prime marachelle, da bambino: erano le prime fughe per andare a vedere il Palio in piazza.

Cosa rappresenta per te la tua appartenenza al Rione San Secondo?

Il Palio per me è un vero e proprio stile di vita: non credo che si possa apprezzare appieno la nostra Festa se non con una appartenenza a un rione. Il Rione mi ha dato tanto, e ne sono stato ripagato in anni di militanza. La mia appartenenza al Palio è esasperata e carnale: per me è una cosa bellissima, magnifica impossibile da rinunciare.

Vincere il Palio: cosa significa questa emozione?

Vincere il Palio è una delle emozioni più belle della mia vita: ricordo le scarpe sporche di terra, il correre a perdifiato sulla pista per baciare il cavallo. Credo che sia una emozione che tutti coloro che amano il Palio, almeno una volta nella vita devono provare. Lo auguro a tutti, anche ai miei rivali di Tanaro.. ovviamente non al borgo, che spero non vinca mai, ma ai singoli sì. E' una esperienza che ogni uomo e donna di Palio si merita.

LA CORSA

Quest'anno il Rione del Santo si affida a Dino Pes, Velluto, con il cavallo l'Inglese, che ad Asti ha sempre ben figurato, oltre a portare la vittoria a San Martino San Rocco nel 2012. Una accoppiata importante che potrebbe dare il meglio di sè in pista. Resta da vedere come il fantino interpreterà la corsa.

Atteso alla prova dei fatti    


IL CORTEO







La grandezza della vanità terrena: “la leggenda dei tre vivi e dei tre morti ”




Nel territorio astigiano, a Vezzolano, all’interno del chiostro dell'Abbazia, troviamo una famosa rappresentazione della leggenda "tre vivi e dei tre morti". Leggenda che si diffuse dalla Francia attraverso la Via Francigena e che era tema ricorrente degli affreschi dei luoghi di culto, poiché accumunava, nella sorpresa e nell'ammonimento, sia i popolani sia gli aristocratici

Il Rione San Secondo rappresenta, l'iconografia "dei “tre vivi e dei tre morti" attraverso scenografici quadri viventi: i “tre vivi” compaiono nelle vesti di tre giovani signori, dediti alla nobile arte della caccia con il falcone, allora diffusa presso l’alta nobiltà feudale. I tre giovani, durante la battuta di caccia, s'imbattono in “tre morti”, che dichiarano: "Io fui Papa"; "Io fui Cardinale"; "Io fui Notaio apostolico". Poco distante si scorge un eremita che mostra una pergamena in cui è riportato un ammonimento "Voi sarete come noi: potere, onore, ricchezza sono vani".

I cavalieri fuggono atterriti, ma poco dopo compare loro una croce e comprendono di aver ricevuto un segno divino che li esorta a rifuggire le vanità terrene e a rivolgere i loro pensieri a Dio.