"In paese - continua il rettore - il Palio si sente con forza più avanti, ma già ora in tanti cominciano a farci domande sulla sfilata e sull'accoppiata".
IL PALIO SECONDO FILIPPO RAIMONDO
Il Palio per me è una grande festa, una grande emozione dove vai a risolverti tutte le fatiche di un anno in una giornata, non solo nella corsa ma anche nella sfilata. Il Palio l'ho sempre vissuto fin da bambino: è sempre una grande emozione oltre a una bellissima manifestazione.
Il Palio per me è una grande festa, una grande emozione dove vai a risolverti tutte le fatiche di un anno in una giornata, non solo nella corsa ma anche nella sfilata. Il Palio l'ho sempre vissuto fin da bambino: è sempre una grande emozione oltre a una bellissima manifestazione.
MONCALVO AL PALIO
Il Comitato Palio bianco e rosso è molto convinto della sue capacità di Andrea Coghe. "E' molto motivato dopo la bella figura che ha fatto l'anno scorso - afferma Raimondo - ed ora è molto carico. Suppongo che abbia già un'idea tra i cavalli della sua scuderia su chi portare in piazza, ma non ha ancora sciolto gli ultimi nodi, per fine agosto prenderemo la decisione definitiva".
Un territorio senza capitale: la corte itinerante dei Monferrato
Moncalvo fu uno dei centri principali del Marchesato del Monferrato ed il suo
castello, sede di Corte, costituiva uno dei più grandi complessi fortificati del
Piemonte. Quella dei Marchesi del Monferrato fu a lungo una Corte itinerante;
anche se questa caratteristica andò attenuandosi con l’affermarsi della dinastia
Paleologa, i Marchesi erano soliti, per mantenere un più efficace controllo del
territorio, muoversi sistematicamente all’interno dei loro possedimenti , tra Valenza,
Moncalvo, Pontestura, Montiglio e Asti, allorché nel XIV secolo, la città fu per breve
periodo soggetta ai Paleologi di Monferrato.
La necessità di spostarsi frequentemente - e nello stesso tempo di mantenere uno
stile di vita adatto al rango - si rifletteva sulla tipologia dei manufatti e degli arredi
delle dimore marchionali; questi, infatti, dovevano unire al lusso la caratteristica di
poter essere trasportati con facilità.
Particolarmente adatto a questo scopo fu l’arazzo, accessorio d’arredo ,che vide
un’ampia diffusione a partire dalla metà del XIV secolo e che assolveva anche alla
funzione di difendere gli ambienti dal freddo. Non mancavano poi nel “corredo da
viaggio” dei Marchesi e della loro Corte, oltre a manufatti di uso quotidiano, anche
libri, strumenti astrologici, tappeti e, per le necessità dell’anima, reliquie ed oggetti
sacri.
Nel periodo di permanenza dei Marchesi, ogni castello del territorio doveva
trasformarsi velocemente in un ambiente lussuoso ed accogliente, ove ospitare la
Corte e ricevere personalità di alto lignaggio.