Il rione oro e argento, quest'anno, crede particolarmente nel Palio. Dopo la brutta aggressione di Mari, al Palio di Provenzano, ora il Comitato è alla ricerca di un nuovo fantino che possa montare l'Inglese, uno dei big della piazza.
Ma il rione del Biscione non dimentica anche la sua tradizionale vocazione di comunità e allegria, partecipando a diverse rievocazioni storiche in giro per l'Italia. "Quest'anno - commenta la rettrice Maria Teresa Perosino - faremo almeno cinquanta uscite in Italia e all'estero. Insomma non stiamo mai fermi, per noi il Palio è una attività continua, che ci permette di aggregare un gran numero di persone".
IL PALIO SECONDO MARIA TERESA PEROSINO
"Io ho visto nascere e crescere il Palio: facendolo dal 1967, per me il Palio è qualcosa di ormai assodato nella vita. Ma la cosa più bella del Palio è quella di aver trovato, grazie ad esso, un sacco di amici e di conoscenti. Il Palio è soprattutto amicizia, voglia di stare insieme, di divertirsi e di passare dei bei momenti in allegria".
SAN SILVESTRO AL PALIO
Quest'anno, in casa del biscione, si pensa al Palio in maniera più convinta. "Il cavallo c'è ed è l'Inglese, uno dei favori della piazza - commenta la Perosino - dopo l'infortunio al Mari, invece, abbiamo due nomi tra i quali scegliere. Sono due fantini che conoscono bene il cavallo e scioglieremo la riserva entro la fine del mese. Abbiamo tutte le carte in regola, insomma per competere ai massimi livelli".
Recinto dei Nobili: aristocrazia, artigianato e commercio in Porta San Gaudenzio
“Le belle mura nuove” citate da Ogerio Alfieri a fine Duecento, pochi decenni più tardi sono
insufficienti a contenere la crescita di Asti, che ha necessità di provvedere all’ampliamento
murario difensivo prima con gli angioini e quindi dal 1342 con Luchino Visconti. Alla fine del
XIV secolo la città, tornata viscontea con Gian Galeazzo, viene da costui concessa come dote
alla figlia Valentina sposa di Luigi di Valois, fratello di Carlo VI re di Francia: i nuovi signori
subito si impegnano nel rilanciare l'economia cittadina ,sia attenuando gli oneri fiscali e le
servitù militari, sia migliorando l’urbanistica. Così il commercio rifiorisce: la cinta muraria
ormai raddoppiata divide la città in quattro quartieri, due nel "Recinto dei Nobili" (prima
cerchia di mura) e due nel "Recinto dei Borghigiani" (seconda cerchia). Ogni quartiere è
tripartito: tre Porte nel Recinto dei Nobili, tre Borghi in quello dei Borghigiani; Porte e Borghi
sono retti da due Rettori minuti (o Anziani o Consoli) e da un Capitano militare. Ogni Porta –
così come ogni Borgo – è suddivisa in quattro Contrade, ciascuna in grado di armare una
Bandiera (milizia popolare di venticinque uomini con propria insegna).
Il quartiere di Porta San Gaudenzio e San Michele (composto dall’estensione di San SilvestroSan Gaudenzio, da parte di San Giovanni della Fontana e di San Sisto e dall’estensione di San
Michele- San Maurizio, e da un tratto di Sant'Ilario e di Sant'Aniano) appartiene al grande
quartiere detto degli "Alborum" (‘dei Bianchi’ dal colore del vessillo di battaglia), definito
anche deversus Castrum (verso il Castello). La residenza dei vertici cittadini nel quartiere di
Porta San Gaudenzio richiama importanti famiglie che hanno interesse a stabilirsi vicine ai
palazzi “del potere”: Alfieri, Asinari, Guttuari, Malabaila, Pelletta, Solaro, Isnardi.
La presenza di un nucleo di famiglie affini e facoltose offre largo spazio ad una frenetica
attività mercatale e, tra caseforti e torri dei maggiorenti, compaiono laboratori, osterie, orti,
lavanderie, botteghe, officine, in una piccola società operosa. Nella vita e nell’economia di
quartiere, l’artigianato ed il commercio diventano i motori trainanti: si acquistano strumenti e
materie prime necessarie alla produzione, si lavora in ‘bottega’ con ‘garzoni’, si vende
direttamente al cliente, in un circuito virtuoso fra lavoro manuale, proprietà dei mezzi di
produzione e reimpiego produttivo dei ricavi derivanti dalla vendita. Per il Rione San Silvestro,
accanto ai maggiorenti sfilano le eccellenze professionali che ancora oggi rendono lustro
all’economia ed alle arti astigiane.