"Nonostante abbiamo iniziato tutto per tempo, prima del Palio ci sono un sacco di cose da fare: le commissioni, dall'imbandieramento alla sfilata, sono sempre alle prese con mille problemi quotidiani: nonostante questo, non ci lamentiamo, per noi è un divertimento". Questa è la descrizione che Roberto Boero, rettore del borgo Viatosto dà del suo comitato.
Comitato che dagli scorsi anni, come tanti altri, ha voluto investire prepotentemente sui giovani: "Abbiamo un gruppo di piccolissimi, tamburini e sbvandieratori, che sono il nostro futuro. Prima del Palio, abbiamo organizzato con loro una gelatata".
Tante le iniziative in programma che vedranno coinvolto il Borgo, a partire dal Palio degli Sbandieratori ( "mi ricordo - racconta Boero - quando partimmo in nove per scendere in piazza: ora stiamo raccogliendo i frutti di quei sacrifici) alla Damigella del Palio, dove il Borgo Viatosto fa tradizionalmente i "trials".
IL PALIO SECONDO ROBERTO BOERO
"Il Palio è una parte importante della mia vita - racconta il rettore bianco - azzurro - qui ho conosciuto mia moglie e tanti amici. E' da quando avevo 16 anni che sono all'interno di questo mondo, e ho sempre lavorato, partendo dal fare lo sbandieratore, in tutte le commissioni. E' qualcosa che è legato a doppio filo alla mia vita".
VIATOSTO AL PALIO
Il fantino è Andrea Chessa, i cavalli tra cui scegliere, al momento sono 5 o 6. "Aspettiamo le ultime corse, poi vediamo - racconta il Rettore - sicuramente quelli più in forma saranno presentati alle visite in vista del Palio".
San Giorgio a Viatosto: la traccia indelebile di una leggenda
Comitato che dagli scorsi anni, come tanti altri, ha voluto investire prepotentemente sui giovani: "Abbiamo un gruppo di piccolissimi, tamburini e sbvandieratori, che sono il nostro futuro. Prima del Palio, abbiamo organizzato con loro una gelatata".
Tante le iniziative in programma che vedranno coinvolto il Borgo, a partire dal Palio degli Sbandieratori ( "mi ricordo - racconta Boero - quando partimmo in nove per scendere in piazza: ora stiamo raccogliendo i frutti di quei sacrifici) alla Damigella del Palio, dove il Borgo Viatosto fa tradizionalmente i "trials".
IL PALIO SECONDO ROBERTO BOERO
"Il Palio è una parte importante della mia vita - racconta il rettore bianco - azzurro - qui ho conosciuto mia moglie e tanti amici. E' da quando avevo 16 anni che sono all'interno di questo mondo, e ho sempre lavorato, partendo dal fare lo sbandieratore, in tutte le commissioni. E' qualcosa che è legato a doppio filo alla mia vita".
VIATOSTO AL PALIO
Il fantino è Andrea Chessa, i cavalli tra cui scegliere, al momento sono 5 o 6. "Aspettiamo le ultime corse, poi vediamo - racconta il Rettore - sicuramente quelli più in forma saranno presentati alle visite in vista del Palio".
San Giorgio a Viatosto: la traccia indelebile di una leggenda
Nel Medioevo la leggenda del soldato vincitore del drago, nata al tempo delle Crociate
(probabilmente influenzata dalla falsa interpretazione di un'immagine dell'imperatore
cristiano Costantino, rinvenuta a Costantinopoli, in cui il sovrano è raffigurato nell’atto di
schiacciare un enorme drago, simbolo del «nemico del genere umano»), contribuì al
diffondersi del culto di San Giorgio. Rapidamente egli divenne un santo tra i più venerati
in ogni parte del mondo cristiano.
Tra gli affreschi presenti all’interno della Chiesa di Viatosto – toponimo che, secondo
l’ipotesi formulata nel XIX secolo dallo storico Incisa deriverebbe dalla miracolosa
cessazione, in Asti, della peste degli anni Quaranta del Trecento – è rappresentato, nella
lunetta di sinistra del presbiterio, San Giorgio che uccide il drago (1380-1390),
raffigurazione coerente con il fatto , San Giorgio era invocato, tra l’altro, contro la peste.
Nella Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine si narra che un tempo, presso una città
chiamata Selem, in Libia, in un grande stagno, trovasse rifugio un drago, il quale,
avvicinandosi alla città, uccideva tutte le persone che incontrava, costringendo gli
abitanti ad offrirgli sacrifici umani per placarlo.
Il cavaliere Giorgio, saputo che anche la principessa di quel luogo era stata condannata al
sacrificio, promise di evitarle quella terribile morte e le disse di non aver timore e di
avvolgere la sua cintura al collo del drago, che prese a seguirla fin dentro la città. Giorgio
così si rivolse agli abitanti: «Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: se
abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro». Allora il re
e la popolazione si convertirono, il cavaliere uccise il drago e lo fece portare fuori dalla
città.
San Giorgio in lotta contro il drago, simbolo dell’eterna contesa tra bene e male, incarnò
per secoli gli ideali del mondo cavalleresco.
Il Borgo Viatosto raffigura il trionfo del cavaliere dopo l’uccisione del drago, il cui corpo
viene trasportato fuori dalla città.