giovedì 15 agosto 2013

E' già Palio 11) Cattedrale: "Il rimpianto più grande? La sede. I miei bypass sono dovuti anche a quello"


"Per motivi di salute sarà davvero l'ultimo anno da rettore del Rione Cattedrale. Lascio con la sicurezza di aver dato tanto al Palio e al mio Rione, e sapendo di avere tante persone che sono cresciute in questi anni e che sono ora in grado di sostituirmi degnamente. Il mio più grande rammarico, però, oltre alla vittoria, è il fatto di non essere riuscito a portare al mio rione una sede. E' un grande dispiacere: i miei bypass, tra i tanti motivi sono dovuti anche a quello".
E' un fiume in pieno Ciccio Peraino, tornato al comando del rione Cattedrale dopo un importante intervento chirurgico a cui si è sottoposto questa primavera. "Mi spiace che noi paliofili ci facciamo in quattro per promozionare il Palio, mentre i politici sono solo capaci a promettere e non mantenere. Ho dato tanto al Palio, e le delusioni che ho ricevute dalla politica mi hanno rovinato la salute. Sono andato a vedere la scuola Goltieri, una ipotesi per la nostra nuova sede, alla fine ci hanno messo tante associazioni che non c'entrano nulla con Asti ma non hanno trovato posto per noi".



IL PALIO SECONDO FRANCESCO PERAINO

"Il Palio? Vuol dire una bellissima manifestazione, e soprattutto fare qualcosa per la propria città, il posto dove vivi e cresci, questo credo sia in estrema sintesi il mio pensiero riguardo alla Festa".



CATTEDRALE AL PALIO

Non è escluso l'arrivo di Bruschelli, anche se come conferma il rettore, verrà tutto deciso a fine mese. Una cosa è certa, Peraino non sarà nei box "lascerò ad altri questa incombenza - dichiara - magari che questa volta non porti fortuna...."



La famiglia Alfieri Tra origini leggendarie e avvenimenti storici

Nel secentesco Compendio Historiale della città di Asti di Guidantonio Malabaila si 
narra come, durante la difesa di Roma contro i Goti, l'astese Arricino Moneta 
riuscisse a recuperare l’insegna romana dell’Aquila, caduta in mani nemiche. Per 
questo eroico gesto egli avrebbe ottenuto l’appellativo di Alfiere e il diritto di 
fregiarsi dell’insegna dell’Aquila. 
E’ tradizione che Arricino Moneta, mitico capostipite degli Alfieri - che da quel 
remoto evento avrebbero tratto nome e insegna -, sia raffigurato in una lapide 
all’interno della Cattedrale: questa mostra un uomo a cavallo di un destriero, sulla 
cui gualdrappa sono raffigurati due scudi con il simbolo dell'aquila imperiale. 
Gli Alfieri, una delle principali famiglie della nobiltà astigiana, devono la loro ascesa 
sociale al prestito su pegno, esercitato nelle cosiddette ‘casane’, ed al commercio. Il 
raggio di azione delle attività economiche di questa famiglia fu molto vasto: nel 
Duecento gli Alfieri operano con grande successo in Borgogna, in Savoia a Friburgo 
e nei Paesi Bassi ove si dedicano al commercio, ma soprattutto alle attività creditizie. 
Contestualmente altri membri curano gli interessi di famiglia nel territorio astigiano, 
annoverando tra la propria clientela istituzioni di primo piano quali il Capitolo della 
Cattedrale di Asti. 
Alla famiglia Alfieri, sempre presente nella vita pubblica astigiana, appartennero 
personaggi di rilievo nella politica cittadina del basso medioevo: basti citare 
Guglielmo Alfieri, credendario, sapiente e ambasciatore, Ogerio Alfieri responsabile 
dell'archivio comunale e redattore della famosa Cronica, Bertramino Alfieri, uno dei 
14 savi che approvarono lo statuto della società dei Militi: numerosi furono i 
magistrati, gli uomini d’arme, gli ambasciatori. 
Il corteo del rione Cattedrale ha come protagonista questa ricca e nobile famiglia 
che ha contribuito a rendere grande Asti nel medioevo.