"Per motivi di salute sarà davvero l'ultimo anno da rettore del Rione Cattedrale. Lascio con la sicurezza di aver dato tanto al Palio e al mio Rione, e sapendo di avere tante persone che sono cresciute in questi anni e che sono ora in grado di sostituirmi degnamente. Il mio più grande rammarico, però, oltre alla vittoria, è il fatto di non essere riuscito a portare al mio rione una sede. E' un grande dispiacere: i miei bypass, tra i tanti motivi sono dovuti anche a quello".
E' un fiume in pieno Ciccio Peraino, tornato al comando del rione Cattedrale dopo un importante intervento chirurgico a cui si è sottoposto questa primavera. "Mi spiace che noi paliofili ci facciamo in quattro per promozionare il Palio, mentre i politici sono solo capaci a promettere e non mantenere. Ho dato tanto al Palio, e le delusioni che ho ricevute dalla politica mi hanno rovinato la salute. Sono andato a vedere la scuola Goltieri, una ipotesi per la nostra nuova sede, alla fine ci hanno messo tante associazioni che non c'entrano nulla con Asti ma non hanno trovato posto per noi".
IL PALIO SECONDO FRANCESCO PERAINO
"Il Palio? Vuol dire una bellissima manifestazione, e soprattutto fare qualcosa per la propria città, il posto dove vivi e cresci, questo credo sia in estrema sintesi il mio pensiero riguardo alla Festa".
CATTEDRALE AL PALIO
Non è escluso l'arrivo di Bruschelli, anche se come conferma il rettore, verrà tutto deciso a fine mese. Una cosa è certa, Peraino non sarà nei box "lascerò ad altri questa incombenza - dichiara - magari che questa volta non porti fortuna...."
La famiglia Alfieri Tra origini leggendarie e avvenimenti storici
narra come, durante la difesa di Roma contro i Goti, l'astese Arricino Moneta
riuscisse a recuperare l’insegna romana dell’Aquila, caduta in mani nemiche. Per
questo eroico gesto egli avrebbe ottenuto l’appellativo di Alfiere e il diritto di
fregiarsi dell’insegna dell’Aquila.
E’ tradizione che Arricino Moneta, mitico capostipite degli Alfieri - che da quel
remoto evento avrebbero tratto nome e insegna -, sia raffigurato in una lapide
all’interno della Cattedrale: questa mostra un uomo a cavallo di un destriero, sulla
cui gualdrappa sono raffigurati due scudi con il simbolo dell'aquila imperiale.
Gli Alfieri, una delle principali famiglie della nobiltà astigiana, devono la loro ascesa
sociale al prestito su pegno, esercitato nelle cosiddette ‘casane’, ed al commercio. Il
raggio di azione delle attività economiche di questa famiglia fu molto vasto: nel
Duecento gli Alfieri operano con grande successo in Borgogna, in Savoia a Friburgo
e nei Paesi Bassi ove si dedicano al commercio, ma soprattutto alle attività creditizie.
Contestualmente altri membri curano gli interessi di famiglia nel territorio astigiano,
annoverando tra la propria clientela istituzioni di primo piano quali il Capitolo della
Cattedrale di Asti.
Alla famiglia Alfieri, sempre presente nella vita pubblica astigiana, appartennero
personaggi di rilievo nella politica cittadina del basso medioevo: basti citare
Guglielmo Alfieri, credendario, sapiente e ambasciatore, Ogerio Alfieri responsabile
dell'archivio comunale e redattore della famosa Cronica, Bertramino Alfieri, uno dei
14 savi che approvarono lo statuto della società dei Militi: numerosi furono i
magistrati, gli uomini d’arme, gli ambasciatori.
Il corteo del rione Cattedrale ha come protagonista questa ricca e nobile famiglia
che ha contribuito a rendere grande Asti nel medioevo.