Sempre molto attivo il borgo Tanaro, come afferma il suo rettore, Roberto Rubba: "Quest'anno ci siamo resi protagonisti di parecchie iniziative, cene e feste di ogni tipo con ottimi risultati. Se l'anno passato ho definito il gruppo dei ragazzi una scommessa quest'anno reputo che siano diventati una certezza e insieme a quelli che da più anni sono iscritti in Comitato formano un gruppo solido e unito. Cercheremo di recuperare le energie per affrontare 15 giorni di settembre con il massimo delle forze ma soprattutto del divertimento"
IL PALIO SECONDO ROBERTO RUBBA
"Cos'è il Palio? Come si può definire cos'è l'amore o una passione sfrenata? Per me è tutto ciò.. È un qualcosa che hai dentro e che è impossibile da spiegare. Mi è stata inculcata da piccolo con racconti ed esperienze vissute e ormai è una parte importante della mia vita. Quella stessa cultura che cerchiamo quotidianamente di tramandare a quelli che si avvicinano al nostro Comitato per mantenere viva la tradizione. L'unica cosa certa è che non posso farne a meno!"
TANARO AL PALIO
Il ritorno di Bucefalo a tanaro ha riportato un grande entusiasmo nell'ambiente. "È stata una scelta unanime di tutta la commissione cavalli e che rispecchia la volontà di tutti i borghigiani essere competitivi il 15 settembre. Non credo esistano delle garanzie nel nostro Palio perché ci sono tanti altri fattori che determinano il risultato finale, ma penso che avere a disposizione il re della piazza aumenti la pressione agli avversari, non di certo a noi."
Bandiere per il Duca d’Orléans
L’8 aprile 1387 Luigi di Valois, fratello del re di Francia e duca di Turenna (dal 1392 duca
d’Orléans), riceveva formalmente la signoria sulla città di Asti e su tutta la Patria Astese, come
dote della futura sposa Valentina Visconti. Già nel maggio dello stesso anno l’apparato
amministrativo di quella che è nota ancora oggi come “signoria orleanese” si instaurava con
grande rapidità nel territorio astigiano, sovrapponendosi senza significative modifiche alla
struttura comunale, della quale conservava le magistrature , limitandosi a subordinarle
all’autorità di un governatore francese. Con altrettanta celerità fu intrapresa una notevole
serie di campagne edilizie e decorative atte ad imporre e celebrare la nuova signoria anche sul
piano visivo ed emblematico secondo la prassi diffusa nelle corti dell’epoca. Assai
interessante, ad esempio, è la realizzazione di un buon numero di bandiere che avevano il
compito di affermare la nuova identità statale. Nel novembre 1387 il pittore Giovanni
Imperato, già impegnato in precedenza in altri apparati decorativi, riceveva la considerevole
somma di 19 lire astesi per la pittura di dodici bandiere militari “…pro exercito nostro” : su sei
di queste campeggiava l’arma gigliata del duca Luigi, sulle altre sei il Biscione della sua
consorte Valentina Visconti. Assai più impegnativa e costosa, nel marzo successivo, fu la
realizzazione di tre grandi vessilli con lo stemma ducale “…per il palazzo del nostro signor
duca, in cui abita il signor governatore”. Grazie alle minuziose registrazioni della tesoreria
ducale, sappiamo che le tre bandiere richiesero ben 42 braccia di tessuto di zendale misto a
seta; dallo speziale Antonio Bellone furono acquistati l’oro battuto in foglia, la polvere d’oro,
la gomma arabica e gli altri materiali; infine il maestro ricamatore Cristoforo de Alemania si
occupò della faticosa realizzazione. Il palazzo del duca si estendeva un tempo ai piedi della
torre Troiana e le bandiere con ogni probabilità erano destinate a garrire sulla torre stessa, su
un’altra gemella poi scomparsa e sulla principale porta d’ingresso. Oltre alle bandiere
ricostruite secondo le indicazioni dei documenti, sfilano in corteo gli artefici che le
realizzarono e vengono messi in mostra i materiali impiegati.
realizzarono e vengono messi in mostra i materiali impiegati.