domenica 7 dicembre 2014

Siena, inizia l'anno contradaiolo, l'arcivescovo: "Le contrade favoriscano la concordia sociale"





Inzia a Siena l'anno contradaiolo, con la messa in duomo presieduta dall'arcivescovo della città: «Tante dannose e pericolose contrapposizioni», constata l’arcivescovo Antonio Buoncristiani quando getta lo sguardo sulla  città. «Serve consolidare e recuperare il rapporto fra enti e istituzioni per la rinascita di Siena, proseguendo nella politica dei piccoli passi, senza mega progetti che non abbiamo la possibilità di realizzare. Dobbiamo inaugurare, il Magistrato delle Contrade già si è mosso in questa direzione, – rivendica il rettore Fabio Pacciani – un modo diverso di fare le cose insieme». Voci in sintonia, quelle delle Consorelle e del pastore della chiesa senese. Banditi i toni vibrati («Sant’Ansano è un giorno di festa che deve far emergere le positività», rimarca Pacciani), si preferisce ‘costruire’ nel giorno del patrono che segna l’inizio del nuovo anno contradaiolo.

E’ l’ultima parte dell’omelia di Buoncristiani che si riferisce a Siena. «Si sente precipitata inaspettatamente in un abisso senza fondo. E fa fatica a trovare speranza – scandisce l’arcivescovo – anche se a parole continua a riferirsi alle risorse storiche del suo ingegno e della sua laboriosità». Proprio quelle che il Magistrato punta a far emergere: «Io metto l’idea, un altro la parte economica, un terzo la sua cultura aiutando a dare significato ad un evento. Ecco la direzione giusta».

«Non posso fare a meno di esprimere ancora una volta la condivisa preoccupazione per il nostro futuro, nel constatare tante dannose e pericolose contrapposizioni», conclude monsignor Buoncristiani dopo aver invitato alle «catechesi eucaristiche» anche negli oratori di Contrada. «Dobbiamo veramente renderci conto che l’unica via di uscita resta sempre quella di un dialogo aperto e trasparente, non di contrapposizione di principio, per poter contribuire - tutti insieme - autenticamente al nostro bene comune».

Poi l’appello alle Consorelle, riunite in Duomo: «Perciò mi rivolgo con fiducia alle nostre Contrade affinché concorrano validamente a sentirsi unite nella volontà di favorire quella generale concordia sociale necessaria a poter programmare con serenità un futuro meno incerto».