martedì 9 dicembre 2014

Anche a Siena infuria la polemica sulle sanzioni





"Il sottoscritto Massimo Bari, On.do Priore della Contrada del Leocorno, con la presente intende sottolineare con grande serenità ed altrettanta fermezza, i motivi di amarezza e delusione per la "deplorazione" comminata dall'Amministrazione Comunale". Così interviene il Priore della Contrada del Leocorno in merito alla deplorazione comminata per i fatti relativi al Palio di Siena del 16 agosto 2014.

"Amarezza e delusione - prosegue Massimo Bari - che nascono dalla consapevolezza della assoluta estraneità ai fatti addebitati, e vieppiù dal rammarico per essere stato evidentemente frainteso il comportamento della Dirigenza della Contrada e della Contrada tutta sia nell'immediato dopo Palio, sia nei giorni seguenti fino al pronunciamento definitivo del provvedimento sanzionatorio. Comportamento improntato da un lato alla sentita manifestazione di solidarietà nei confronti dei volontari della Pubblica Assistenza (che certo non vuol dire ammissione di colpa), dall'altro alla esclusione di qualsiasi dichiarazione ad organi di stampa per rispetto del lavoro dell'Assessore Delegato prima e della Giunta dopo.

Atteggiamento quindi rispettoso ma certo non passivo o remissivo.

Ad iter completato mi corre l'obbligo, ritengo nell'interesse di tutte le consorelle per il precedente che si è creato, sottolineare alcuni punti fondamentali della vicenda che ha visto coinvolta la Contrada del Leocorno:

a) - la sanzione è stata comminata "per avere un proprio contradaiolo all'uscita da Piazza della Contrada aggredito due volontari della Pubblica Assistenza...".

Non esiste una prova una che un Contradaiolo del Leocorno abbia aggredito chicchessia nell'immediato dopo Palio: né un filmato, né una testimonianza diretta da chi a ciò è preposto.

Il filmato prodotto dalla Contrada evidenzia senza alcun dubbio che i contradaioli sono usciti da Piazza in maniera composta. Nessuno di essi è coinvolto in risse, mischie o similari;

b) - le relazioni dei Deputati della Festa e degli Ispettori, molto correttamente, si limitano a riportare ciò che a loro viene riferito (e non visto). Tanto è vero che in tali documenti si parla genericamente di "...uomo descritto come contradaiolo del Leocorno..." o come "...persona al seguito della Contrada del Leocorno...".

Non sappiamo né vogliamo sapere chi ha loro riferito, ma è del tutto evidente che sanzionare sul "sentito dire" rappresenta una incredibile pericolosa "innovazione" nella nostra Festa, che non possiamo assolutamente condividere per le implicazioni che anche in futuro potrebbe comportare (e questo lo diciamo non come parte in causa, ma come contradaioli).

Ed allora la sensazione è che si sia voluto dare comunque una risposta ad una parte dell'opinione pubblica, giustamente suggestionata dalla gravità del fatto accaduto, senza tener conto che in tale fatto la Contrada del Leocorno non c'entra nulla.

Infine il rammarico di constatare ancora una volta che non manca mai il contributo, deleterio, di certa stampa che con leggerezza e soprattutto senza alcun riscontro oggettivo (salvo il solito sentito dire) giudica, sentenzia e propone passando sopra la dignità e correttezza di un intero popolo. Il diritto di cronaca è ovviamente ben altra cosa".