venerdì 5 luglio 2013

Ma il popolo astigiano di Facebook non ci sta: "Palio senza cavalli? Come la bicicletta senza ruote, o un prato senza fiori"


Perdonateci oggi, ma vogliamo fare una riflessione personale. Siamo contenti, che almeno su Facebook, dove forse grazie ai rapporti "virtuali" veniamo meno al nostro proverbiale distaccamento da astigiani, in tantissimi si sono schierati a difesa della Festa. Che non è solo nostra, ma di tutta la città. La nostra città.

"Un Palio senza cavalli? Una bicicletta senza ruote, un prato senza fiori, Roma senza il Colosseo" sono solo alcuni dei tanti messaggi (altri non possiamo citarne, almeno pubblicamente) di coloro che nelle scorse ore hanno espresso un proprio pensiero di attaccamento verso il Palio e verso la proprie tradizioni.

Quello che colpisce di più non è solamente l' (ovvia) difesa di chi il Palio lo costruisce e lo difende ogni giorno con le sue mani.

No, quello che fa piacere davvero ( e molti, sinceramente, un po' ne disperavano) e che tanti astigiani hanno manifestato la loro ironia contro l'assurdità di una proposta. Tanti astigiani che non stanno nei comitati,  e magari neanche sulle tribune e nel catino. Ma sono astigiani,  che hanno comunque sentito il dovere di schierarsi dalla parte della città e del Palio, quando qualcuno vuole minarne l'ovvietà, il fondamento.

Ed è da qui che bisogna ripartire, da questi atei devoti del Palio che magari a messa non ci vanno ma si incazzano se al posto della chiese ci costruiscono dei centri commerciali.

Se al posto dei purosangue ci mettiamo i cavalli a dondolo.

Da qui devono ripartire i Rioni, i Borghi, i Comuni: da tutti quegli astigiani che il Palio non lo amano ma non lo odiano. Il Palio è patrimonio di tutti, di Asti, da salvaguardare e da difendere.

a.f.