Il primo martedì di maggio è la festa di San Secondo. Le prime notizie sulla vita di san Secondo sono tratte dall'opera Acta Sanctorum di Jean Bolland, gesuita, che nel Seicento, con altri suoi confratelli, cominciò a raccogliere le vite dei santi. Il mito tramanda che Secondo, vissuto al periodo dell'imperatore Adriano, di nobili origini astigiane, fosse un fervente idolatra ascritto alla milizia romana.
Calogero, comandante delle guardie del prefetto di Brescia, Italico, convertitosi al cristianesimo, viene imprigionato nel fondo della Torre Rossa.
Secondo, iniziato al Cristianesimo da Calogero (che era detenuto nelle carceri astigiane), partì poi con Saprizio per un viaggio verso Tortona e proprio durante il tragitto, secondo la leggenda devozionale, sarebbero accaduti prodigi eccezionali.
Incontrò a Tortona Marziano, vescovo della città, che lo iniziò sulla via della conversione e della carità.
Secondo giunse a Milano, dove ebbe la benedizione di Giovita che lo invitò a portare il sacramento dell'eucarestia a Calogero e Marziano.
Ritornato a Tortona, Secondo riuscì ad entrare nelle prigioni in cui Marziano era stato nel frattempo rinchiuso da Saprizio che lo aveva anche già condannato a morte.Secondo gli rimase accanto per tutta la notte e il giorno seguente, dopo il martirio, ne seppellì il corpo.
Saprizio cercò di convincere Secondo a rinunciare al cristianesimo con tutti i mezzi, anche con le torture, ma Secondo rimase irremovibile nella sua scelta.
Saprizio allora lo condannò a morte ma, durante la notte precedente il supplizio, Secondo sarebbe stato liberato da un angelo mandato dal cielo e "trasportato" ad Asti, nel carcere dove già si trovava Calogero.
Saprizio, scoperta la fuga, tornò ad Asti, mandò Calogero ad Albenga dove venne martirizzato, mentre Secondo, il 30 marzo 119, venne portato all'esterno delle mura astigiane e decapitato.La leggenda narra ancora che Secondo fu sepolto sul luogo in cui fu ucciso e che qui sorse in seguito la chiesa a lui dedicata.
Uno dei miracoli attribuiti a san Secondo è quello della liberazione della città dall'assedio minacciato nel 1526 dal condottiero Fabrizio Maramaldo, al servizio dell'imperatore Carlo V, al tempo comandante del presidio di Alessandria.
Quest'ultimo, avendo tentato di entrare nei pressi di porta San Pietro, fu respinto e allontanato dalla popolazione che aveva invocato con fervore la protezione dellaVergine Maria e di san Secondo.
L'importante vicenda fu raffigurata nell'affresco tuttora visibile nella parete destra del coro della collegiata a lui dedicata.
La devozione che i fedeli astigiani professano verso san Secondo, concittadino eletto a patrono, è da sempre vivissima.
Dapprima la festività si celebrava il 30 marzo, poi, siccome detto giorno cade sovente nella settimana Santa o se non altro in Quaresima, si trasportò la festa al giovedì dopo la prima domenica dopo Pasqua, cioè in Albis. Nel 1818 con rescritto di Papa Pio VII, la si fissò il 1° martedì di maggio.Già nel 1100 i feudatari astigiani partecipavano alla processione per la festa annuale del Santo con le torce. In seguito si organizzarono i fuochi artificiali. Si dava inizio allo spettacolo pirotecnico con lo squillo delle trombe e con l'incendio della colombina, compito sempre affidato ad una dama della nobiltà. E la Festa di San Secondo, oggi come allora, era una festa che univa tutti, potere civile ed ecclesiastico.