Riceviamo e pubblichiamo una lettera da parte della Commissione Pari Opportunità del Comune di Asti.
Che bella
sorpresa i drappi per la corsa del Palio 2015 del Maestro Sergio
Unia! E non mi riferisco solo alla loro uscita anticipata rispetto
alla presentazione ufficiale del 2 maggio 2015, in occasione delle
feste patronali.
Sono una
deliziosa piccola rivoluzione copernicana poiché le donne astigiane,
dopo aver interpretato per anni i ruoli di Madonne, sante, spose,
figlie, guerriere, streghe, badesse, balie, eretiche, madri, dame,
popolane, salme ed anche una partoriente con le doglie … nell’anno
del Signore 2015 si vedono affidare, direttamente da San Secondo, il
destino della città.
Forse, dato
il perdurare della crisi economica che non fa sconti a nessuna
realtà cittadina, si è compreso che occorre spostare lo sguardo dal
cielo alla nuda terra ed affidarsi a coloro che sono maestre
nell’arte del “rimboccarsi le maniche”.
D’altra
parte è statisticamente dimostrato che la percentuale di donne che
occupano posizioni dirigenziali aumenta soprattutto in periodi di
contrazione economica; ma non sottilizziamo e godiamoci il momento,
analizzando i due drappi.
Su quello
che si presume andrà al vincitore della corsa la donna compare come
dama al fianco del suo cavaliere, attorniata da colombe che, nella
simbologia medievale, raffigurano pace e purezza.
Ai suoi
piedi c’è un piccolo animale che, dalle fotografie, non è ben
chiaro se si tratti di un cane, di un gatto o di una scimmia e,
credetemi, non è questione di poco conto.
Infatti,
come ben spiegava il grande esperto di storia medievale Jacques Le
Goff, occorre considerare che nel pensiero medievale ogni oggetto
materiale era raffigurato come la figurazione di qualcosa che gli
corrispondeva su di un piano più elevato e che diventava così il
suo simbolo.
Quindi tutto
bene se si tratta di un cagnolino poiché questo animale, raffigurato
nei ritratti di coniugi, simboleggia la fedeltà coniugale; ancora
meglio forse pensare che si tratti di un gatto poiché può
rappresentare la libertà e l’indipendenza della donna rispetto
all’ uomo.
Decisamente
meno piacevole l’idea che si tratti di una scimmia, animale che
evoca l’indecenza, la sporcizia e, soprattutto, simboleggia una
squallida imitazione dell’uomo.
L’autore,
in un’ intervista immediatamente successiva alla presentazione
anticipata dei drappi, ha precisato che si tratta di un cagnolino ma
già il secondo drappo, quello che presumibilmente verrà offerto
alla collegiata, di fatto escludeva l’ipotesi scimmia ed evocava
una vera e propria rivoluzione culturale: la città sorretta dalle
mani di due dame!
Che bello!
Finalmente Asti dà un segnale concreto di voler prendere le distanze
dagli stereotipi che vogliono la donna rappresentata solo su
manifesti pubblicitari al limite della decenza e la rende
protagonista sul palio che sarà visibile da tutti, astigiani e
turisti, tutti i giorni, all’interno della Collegiata di San
Secondo, riconoscendole un ruolo attivo.
E
tanto per non perdere l’occasione di sottolineare che Siena non ha
niente da insegnarci, giova ricordare che il 9 marzo scorso il
Tribunale della città toscana ha dato ragione alle trenta donne
della Contrada dell’Oca che erano state sospese per aver reclamato
il diritto di poter essere elettorato attivo e passivo.
Grazie
quindi al Maestro Sergio Unia ed a chi ha approvato la sua idea
artistica e buon lavoro all’Assessore alla Cultura ed alle Pari
Opportunità Massimo Cotto che, più o meno in contemporanea con la
presentazione anticipata dei drappi, ha ricevuto dal Sindaco la
delega ad occuparsi di Palio.
Per la Commissione Comunale Pari Opportunità
La Presidente
Elisa Chechile