sabato 7 giugno 2014

San Pietro: urge trovare una nuova sede, altrimenti la soluzione è fuori dal borgo


Non è bastato al borgo San Pietro l'appello multimediale lanciato su Facebook per trovare una nuova "casa", e risolvere finalmente l'annoso problema della sede che affligge il popolo rosso verde da ormai diversi anni.

"Ormai c'è poco tempo - racconta la rettrice Loredana Beltrame - i locali della parrocchia, che ci sono stati ancora prorogati, dovranno essere lasciati liberi dopo il Palio".
Una data che si avvicina sempre di più e la soluzione ancora non si trova. "Certo . riprende la rettrice - qualcuno ha risposto al nostro appello, ma purtroppo ci han proposto delle cifre che in questo momento non siamo in grado di poter sborsare. Il nostro comitato si sostiene solamente su contributi volontari, e le cifre a disposizione per poter pagare l'affitto non bastano a coprire le richieste di un anno di locazione".
Eppure, la storia di San Pietro e la sua sede nasce già diversi anni fa,. ed è una storia di equivoci e promesse non mantenute. Prima la promessa di una assegnazione nel Battistero di San Pietro, assegnata poi all'Associazione Nazionale Carabinieri che attualmente compie anche un servizio di vigilanza e manutenzione. Poi la proposta di sistemazione all'interno di un capannone nel recinto del borgo, ma anche qui c'erano problemi con gli attuali occupanti, l'Associazione Nazionale Alpini, che lo utilizza da deposito.
Sfumate queste ipotesi, sono poche le soluzioni affinché i rosso verdi non si trovino dopo la terza domenica di settembre in mezzo a una strada.
Anche perché, al di là dell'indubbio beneficio che una sede di un comitato Palio, luogo di aggregazione che potrebbe ravvivare un angolo del quartiere, c'è un considerevole patrimonio storico ed artistico, fatto dai costumi, da preservare. Un patrimonio che è di San Pietro, certamente, ma anche del Palio di Asti, e quindi nella città intera-.
Che fare quindi? A mali estremi, estremi rimedi. "Se non riusciremo a trovare una sistemazione - aggiunge la Beltrame - siamo pronti anche a trasferirci momentaneamente fuori dal borgo. Dovremo chiedere una deroga al regolamento del Palio, ma non si può fare altrimenti".
Una sorta di "governo in esilio", insomma, di quello che è senz'altro uno dei più importanti e storici comitati della città. Per scongiurare questa extrema ratio, però, c'è tempo ancora qualche mese: "Non chiediamo assistenzialismo - continua la Beltrame - solo la possibilità di avere una soluzione alla portata delle nostre disponibilità. Ad un prezzo politico, siamo anche pronti ad occuparci di rimettere in pristino qualche stabile dismesso, consapevoli di poter avere finalmente una sistemazione definitiva e cercando di riqualificare un pezzo della nostra città".