giovedì 26 giugno 2014

Presentato il "cencio" di Parrini, con i colori di tutta la città



Il Campo, il Palazzo Pubblico, la Torre del Mangia, i Cavalli, la Madonna. Ci sono tutti gli elementi per strappare un applauso convinto ai tanti contradaioli ammassati nel Cortile del Podestà.

Ma questo drappellone è meno semplice e se mi consentite molto meno "ruffiano" di altri visti negli ultimi anni. Mirabile la scelta di Rosalba Parrini nell'affrontare la dedica voluta dal Comune e cioè il settantesimo anno della liberazione di Siena. Niente di militaresco, epico...o politico. Una gabbia aperta accanto alla corona della Madonna di Provenzano dalla quale prende il volo una bianca colomba di pace. Si racchiude in questa felice sintesi la libertà, frutto però anche della lotta partigiana rappresentata sulla piantina della nostra provincia, che smargina il Campo, da quindici stelle che testimoniano della presenza sul territorio di luoghi operativi delle brigate che intervennero a fianco delle truppe alleate. Il tutto è come tenuto insieme da un nastro rosso...una pergamena che dalla terra sale al cielo a sostenere la Vergine...ad avvolgerla per perdersi oltre il cielo azzurro. Una preghiera, certo, ma anche una carta dei diritti dell'uomo che anelano alla libertà.

Le teste dei barberi si sfiorano e si intrecciano in attesa della Carriera.

Ci sono tutti i colori di Siena in questo cencio e c'è poi una Torre imperiosa che nasce piccola da una costola del Palazzo per poi allargarsi a dominare prospetticamente la Piazza.

Un'opera dipinta con il cervello e con il cuore da una donna della nostra Siena. Una artista che si forma presso il nostro Istituto d'Arte, per affinare poi la sua arte al Magistero di Firenze e poi all'Accademia Albertina di Torino.

Virginia Masoni, con la devozione che si deve ad una amata professoressa del Liceo, ha scavato a fondo nella personalità della sua insegnante fino a raccontarci di come Rosalba debba combattere contro una malattia invalidante come il Parkinson...ma forse la pittura, che è diventata terapia per Lei, riesce anche a lenire le nostre ansie attraverso una tavolozza dalla quale prende vita un cencio colorato e pieno di valori e significati.

Il Masgalano è ancora una volta opera di Laura Brocchi. L'hanno scelta le "donne di Contrada" che per la seconda volta nell'arco di non molti anni offrono il piatto che abbellirà, al termine della stagione paliesca, uno dei nostri musei.

Laurina, figlia di Mario e Daniela e nipote del maestro Brocchi che teneva bottega nel Porrione ha composto un Masgalano a due facce. Nel recto, in una teoria di sbalzi, il profilo di una donna che stringe la balzana, nera d'ebano e bianca come il bosso. Stilizzati un giglio ed una margherita che simboleggiano due grandi donne senesi, Santa Caterina e Margherita Bichi.

Nel retro uno spicchio, un cuneo, d'acciaio con i nomi di tante donne, scelte forse non a caso da Laura e comunque impresse in un metallo forte e resistente come l'acciaio...così come sono fortissime le donne della nostra città.

Roberto Morrocchi