lunedì 2 giugno 2014

Il volo del corvo

Fotoservizio Ezio Cerruti

Alla fine i pronostici sono stati  rispettati: Sant'Erasmo è riuscito, come da aspettative della vigilia, ad allungare le lunghe ali nere portando al Mari un dominio incontrastato, anche grazie a un'ottima prestazione di Giuseppe Zedde e di un cavallo che è in una forma strepitosa e non ha concesso niente a nessuno.
Sant'Erasmo riesce così a fare doppietta portando oltre al risultato della provaccia, il Crocione in contrada, dopo un digiuno di dodici anni.
Una vittoria che è stata più tattica che di forza, anche grazie a come le pedine sono state disposte nella finale.
Che per Legnarello  (la contrada nonna, in astinenza dal 1991)la giornata poteva non essere delle migliori, si era capito poco prima dei tradizionali onori al carroccio, quando i buoi con il Crocione si piantano proprio davanti al palco dei contradaioli giallo e rossi.
Il sorteggio delle batterie non fa prevedere affatto un Palio tranquillo, con due batterie di tutto rispetto: nella prima ci sono San Magno, San Bernardino, Sant'Ambrogio e Legnarello, nella seconda, sulla carta terribile, quattro rivali, ovvero La Flora, San Martino, San Domenico e Sant'Erasmo.

Alcune difficoltà per Bircolotti nella prima batteria: al canapo San Magno (Andrea Farris), Sant'Ambrogio (Andrea Mari con L'Inglese), San Bernardino (Giovanni Atzeni con Germania) e Legnarello (Silvano Mulas con Dottor House). Dopo tre mosse false, parte in testa San Magno seguito da San Bernardino. La corsa sembra già scritta fino a quando Legnarello attacca e all'ultimo giro, infila all'interno San Bernardino, nel frattempo impegnato ad allargare per rintuzzare gli attacchi di Sant'Ambrogio. I contradaioli giallo e rossi assaporano così una finale data per persa, anche se per loro, la beffa deve ancora arrivare.

Nella seconda batteria (San Martino (Andrea Coghe con Mago Blu), La Flora (Antonio Siri con Sandokan), San Domenico (Dino Pes con Dudù), Sant'Erasmo (Giuseppe Zedde con Lecca Lecca), le preoccupazioni per Bircolotti aumentano. Zedde, da veterano della mossa qual'è gestisce tempi e modi della partenza, anche favorito dalla quarta posizione allo steccato. Tre le false, con Zedde che riesce a mantenere il controllo della situazione, ingaggiando a più riprese un duello, non solo di nervi, con Dino Pes. Zedde cerca la rincorsa a tutti i costi, e alla partenza buona coglie l'unico attimo in cui Dino Pes è in controtempo. Sant'Erasmo scatta in testa seguito dalla Flora. Posizioni invariate per tutti i quattro i giri, e per le due contrade la qualificazione è una pura formalità.
Ma il capolavoro Sant'Erasmo lo fa nell'intervallo tra le batterie e la finale: capolavoro tattico, abbiamo detto, perché nella mossa della finale la contrada del corvo riesce a piegare tutti al proprio volere. Sant'Erasmo parte allo steccato, completamente indisturbato, mentre a fare il lavoro sporco dietro ci pensa La Flora. Siri fa il lavoro sporco, parandosi prima davanti a Legnarello e a San Bernardino. 








In pratica consegna direttamente il Crocione nelle mani di Sant'Erasmo. Legnarello prova a recuperare con tutti i suoi mezzi, ma la Flora lo porta a girare all'esterno, in una traettoria impossibile per chiunque. Per San Bernardino, invece, il vantaggio di Zedde è troppo oneroso, e così il popolo bianco azzurro è in festa. 
Sugli spalti, poco dopo la fine della corsa, sono scintille tra La Flora e Legnarello, in quella che sembra una resa dei conti per la beffa appena consumata sotto gli occhi del popolo giallo e rosso. Ma anche questo è Palio, e Sant'Erasmo ha vinto una corsa del tutto legittimamente.