BORSINO:
TEMA DI SFILATA
Curarsi nel medioevo tra antiche sapienze e concezioni filosofiche
La medicina ufficiale nel medioevo si rifaceva a concetti elaborati nell'antichità da Ippocrate e Galeno: il principio dei 4 elementi, aria, terra, acqua, fuoco, e delle 4 qualità, freddo, asciutto, umido, caldo. La combinazione di elementi e qualità creava gli umori: bile nera, bile gialla, flegma e sangue, dalla cui perfetta armonia dipendeva la salute dell'uomo. A questa concezione di tipo filosofico faceva riscontro un'attività di pratica chirurgica relegata nelle mani di figure minori, come barbieri e norcini: un atteggiamento che può essere spiegato con la natura stessa dell'atto operatorio che, praticato a quei tempi senza alcuna anestesia e in condizioni igieniche precarie, risultava particolarmente cruento e impuro, indegno di un medico. Questo pregiudizio era particolarmente forte nei confronti del parto: per secoli la levatrice non è stata un medico, ma la depositaria di un sapere trasmesso da donna a donna. La levatrice fornisce alla donna l'aiuto necessario nel momento del parto e anche se utilizza talvolta riti e pratiche magiche, spesso possiede un alto grado di specializzazione e soprattutto è in grado di alleviare con metodi naturali i dolori del parto. Tale azione per gli uomini di chiesa è contro la volontà di Dio, che aveva condannato Eva e tutte le sue discendenti a partorire con dolore. Da qui la denigrazione e anche la persecuzione e l'accusa di stregoneria che spesso colpiva queste donne. Esistevano, tuttavia, anche malattie nei confronti delle quali l'uomo medievale era totalmente privo di difesa: nella prima metà del XIV secolo, quando dall’Asia arrivò la Peste Nera, né il sapere filosofico dei grandi medici, né le competenze empiriche di taumaturghi furono in grado di dare delle risposte alla disperazione degli ammalati senza distinzioni di ceto sociale. Il corteo mette in scena la medicina ufficiale medievale, fondata sul principio dei quattro elementi: aria, terra, acqua, fuoco