lunedì 10 agosto 2015

Siena, presentato il Drappellone di Elisabetta Rogai


Se l’arte è strettamente connessa alle capacità di chi la esprime Elisabetta Rogai ne è, sicuramente, una grande protagonista e testimone. Il drappellone che ha realizzato non solo traduce pittoricamente la dedica: “terra di Siena, terra del mondo”, ma riesce a coniugare, perfettamente, gli elementi inscindibili della grande festa senese: gioco e ritualità; sacralità e umanità.

Il suo lavoro è una vera e propria opera culturale. Meraviglioso il volto della Madonna che riempie la parte alta del drappo di seta. Con lo sguardo rivolto in basso, l’attenzione è su un enorme disco dove, come in una foto a 360 gradi, prendono forma i palazzi che circondano Piazza del Campo. E’ Siena, ma il codice di lettura spazia oltre, rimanda al nostro mondo. Al centro un cielo azzurro-cobalto illuminato, in oro, dalla luna e dalle stelle. Forte il rimando al soffitto della Cappella esterna che sembra appoggiarsi alla facciata del Palazzo Pubblico.

Attorno, sempre con il prezioso metallo, la scritta: “Amate la giustizia voi che governate la terra”. La riproposizione del messaggio che si legge nell’affresco “Le allegorie del buono e cattivo governo” di Ambrogio Lorenzetti e nella Maestà di Simone Martini all’interno del Museo Civico senese, che richiama, anche, l’enciclica sull’ambiente di Papa Francesco, affinché l’umanità cambi il modello di sviluppo per proteggere la casa comune. La terra. In sintesi: integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, perché senza giustizia è impossibile ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri.
Il messaggio corre in parallelo con quello lanciato da Expo 2015: nutrire tutti rispettando il nostro habitat per una corretta sostenibilità delle risorse.
Sul capo della Vergine un’aureola di spighe di grano.

Già questa parte dell’opera di Elisabetta Rogai potrebbe essere esaustiva, ma l’artista con la sua téchne dimostra veramente un saper fare; non si esaurisce in un sapere. Con l’abilità e la teoria Rogai riesce a produrre cose contingenti, che possono esserci e non esserci. Ed ecco, infatti, a metà dipinto un bambino che gioca con i barberi. Il divertimento che ha accompagnato l’infanzia di tutti i senesi.

Un elemento che poteva essere anche omesso, ma che la sensibilità dell’artista ha ritenuto utile. Una connotazione che rimanda all’estetica per uno spazio di discussione aperto a chi vuole comprendere il significato del Palio.

Così come l’uso del vino in una tavolozza cromatica sapientemente usata e calibrata. Insieme ai colori olio ecco, di nuovo, un ritorno alla terra di Siena. Sono presenti tutti i vini senesi. Un bene prezioso che rende uniche le creazioni di Elisabetta Rogai, perché con il passar del tempo il vino invecchia, così il colore cambia, trasformando le sue produzioni in qualcosa di eternamente vivo.

L’artista, attraverso il suo lavoro, ha lanciato Siena e il suo Palio dentro l’Expo. Ha fatto conoscere al mondo le marche identificative del territorio senese. Le eccellenze che si traducono in qualità della vita, paesaggi rurali e agricoli, prodotti di vocazione, elementi e colori come una corsa di cavalli unica al mondo. La sua gente. La sua devozione al sacro.

Nella parte in basso un frammento di galoppo. Tre cavalli che cercano di guadagnare il traguardo. Pennellate di forza che rendono, appieno, l’essenza dei tre giri sul tufo di Siena.

Nel suo insieme il drappellone dipinto da Elisabetta Rogai appare come un paradigma di vita.

Roberta Ferri (Siena Free)