giovedì 20 agosto 2015

Verso il Palio 7) Montechiaro punta al Palio con Girolamo



E' un ritorno a casa quello per Alessio Migheli, "Girolamo" dopo la corsa per la Torretta (non fortunatissima, per la verità) dello scorso anno. Il nuovo comitato Palio, guidato dal rettore/sindaco Paolo Luzi, ha scelto così una monta importante per il comune, con il fantino fresco della sua esperienza nella Chiocciola all'ultimo Palio di Agosto. Per Montechiaro si tratta di un ritorno importante, che dovrà almeno garantire il fatto di rimanere nei magnifici nove della finale. 

BORSINO:

 



TEMA DI SFILATA

 La nascita del Monte di Pietà


 L’elaborazione teorica che portò alla nascita del Monte di Pietà si deve agli Ordini Mendicanti: sensibili alle istanze del mutato quadro economico e sociale del basso Medioevo, questi guardavano al commercio e soprattutto all’attività di prestito con occhi diversi rispetto alla tradizionale condanna canonica dell’usura, poiché erano consapevoli del diffuso bisogno di denaro dei ceti urbani meno abbienti e dell’esigenza di fornire una risposta a tale necessità. La soluzione offerta dal Monte di Pietà si rivelò in breve vincente: istituzione finanziaria senza scopo di lucro, il Monte si proponeva di erogare prestiti di limitata entità a condizioni favorevoli rispetto a quelle di mercato in cambio di un pegno, che valesse almeno un terzo in più della somma richiesta in prestito. Il primo Monte venne aperto a Perugia nel 1462 e, prima del volgere del XV secolo, grazie soprattutto alla predicazione dei Francescani, le fondazioni si moltiplicarono in tutta Italia. Ad Asti il Monte nacque tardivamente (1572), ma gli Ordinati comunali documentano che già nel febbraio 1485 il Consiglio dei Sapienti aveva nominato una commissione per raccogliere informazioni in merito al Monte da istituirsi ad Asti. È probabile che questa iniziativa si colleghi alla presenza in città del francescano fra’ Domenico da Ponzone, impegnato nella predicazione quaresimale e in un progetto di riforma dei monasteri femminili: infatti più volte in quello stesso periodo il Consiglio torna sulla questione del Monte, anche se alla fine non si giunge a una decisione e occorrerà attendere ancora un secolo prima che in Asti, la città dei “Lombardi” – pionieri del credito a livello europeo –, venga istituito il Monte di Pietà. Il comune di Montechiaro intende descrivere in primo luogo l’attività di prestito, che ad Asti veniva tradizionalmente praticata da chiunque avesse i mezzi per farlo: una dama impegna un gioiello, l’oste due bicchieri di peltro, una popolana la biancheria di casa. Non manca l’Ebreo, che esercita la stessa attività, ma senza averne il monopolio. In un secondo quadro viene rappresentata la predicazione di fra’ Domenico, finalizzata a sollecitare la creazione del Monte di Pietà. Il religioso attira l’attenzione del pubblico: lo ascoltano nobili dame e cavalieri, popolani, religiosi e mercanti, i quali si impegnano a contribuire alla fondazione del Monte.