lunedì 24 agosto 2015

Verso il Palio 11) San Lazzaro con Gingillo il superfavorito



Superfavoriti d'obbligo: con San Paolo, quella dei gialloverdi sarà l'accoppiata da battere nel Palio 2015. Così dicono i borsini e i pronostici della vigilia, per quanto, ovviamente, questi due esercizi possano valere in un gioco come il Palio. Fatto è, comunque, che sia San Lazzaro sia Zedde sono alla ricerca di un importante riscatto dopo il Palio dello scorso anno, partito con i migliori pronostici e finito poi in sordina. 
BORSINO:

 



TEMA DI SFILATA



Rex enim est iustum: il De Ludo Scachorum di Fra Jacopo da Cessole 




Le prime fonti europee riguardanti il gioco degli scacchi risalgono agli inizi dell’XI secolo. Negli anni successivi il gioco conobbe una straordinaria diffusione fra i ceti più elevati, tanto che la destrezza in questo gioco era virtù distintiva (probitas) del vero cavaliere. L’opera più importante sul gioco medioevale fu il trattato del frate domenicano Jacopo da Cessole, piccolo paese vicino ad Asti. La sua opera fu scritta tra il 1295 e il 1300 ed è nota come Liber de moribus hominum et officiis nobilium super ludo scachorum; il manuale di scacchi, l’opera storica sull’antico gioco più diffusa nel mondo medioevale, venne quindi scritta da un astigiano. In esso gli scacchi sono usati come fonte di ammaestramenti morali: Iacopo da Cessole si serve della scacchiera, che rappresenta insieme città, regno e mondo intero, per allestire una rappresentazione allegorica della società medievale. Nell’opera trovano posto i pezzi nobili (il giusto Re, la casta Regina, gli alfieri o i vescovi saggi, i cavalieri fedeli e i vicari del Re solidi come rocchi), e i pezzi popolari. Il Liber ha un carattere morale, arricchito da ricordi di vita vissuta ed esempi pratici ricavati dal peregrinare del predicatore Jacopo. Diversi tra i personaggi citati hanno legami con Asti: tra questi Oberto d’Asti, mercante e cambiavalute forse appartenente alla famiglia dei De Gutueriis, i Guttuari; oppure Porteris, fratello del re dei Longobardi Edigoberto, che nel fuggire dal suo nemico Grimoaldo «capitò ad Asti». L’abbondanza di codici ancora conservati testimonia l’interesse che il Liber di fra Jacopo suscitò nelle corti italiane del tardo Medio Evo; del testo esistono circa 250 copie manoscritte redatte nel XIV, XV e XVI secolo. Imitando la guerra, gli scacchi ricordano a tutti che il Re (capo dell’esercito) è indispensabile per la sopravvivenza. Caduto il Re, il gioco (e quindi la vita) termina, qualunque sia la situazione degli altri pezzi. In una corte trecentesca gli scacchi erano, inoltre, uno dei rari momenti in cui damigelle e cavalieri potevano incontrarsi per una partita amichevole. E proprio da una miniatura che raffigura un tenero momento ludico tra dame e cavalieri prende spunto il corteo del Borgo San Lazzaro, che affianca, alla rappresentazione da tableau vivant di un momento di gioco, una sezione del corteo raffigurante allegorie e simboli delle varie figure che compongono la scacchiera.