martedì 14 luglio 2015

Il Palio di Siena sotto la lente della Procura della Repubblica



Non è la prima volta che la giustizia ordinaria cala sul mondo dei cavalli e dei fantini ma, in una città già colpita dalle inchieste sugli scandali finanziari e amministrativi, ora gli inquirenti indagano a 360 gradi su ciò che di più caro Siena ha e custodisce gelosamente dagli attacchi esterni. La città s’interroga sull’attività della Procura: per qualcuno, molti, è un gettito d’ombre sulla Festa e un valicamento di confine; per altri, pochi, è una volontà di far luce su quel buio che potrebbe avvolgere la Festa.

3 fascicoli. Il fatto è che la Procura, in 10 giorni, ha aperto tre fascicoli d’inchiesta sul Palio: in ordine cronologico, il 30 giugno, contro ignoti sulla morte del cavallo Periclea infortunatosi durante la Tratta; il 6 luglio sul caso del fantino del Valdimontone con l’ipotesi di reato di violenza privata per la condotta tenuta contro il fantino della contrada rivale Nicchio; il 9 luglio con l’ipotesi di accusa di falso e maltrattamento di animali iscrivendo nel registro degli indagati il fantino Luigi Bruschelli detto Trecciolino e il proprietario di cavalli Osvaldo Costa. I tempi e le procedure della giustizia ordinaria sono molto più lunghi e complessi rispetto a quelli della giustizia paliesca, entrambi faranno il loro corso. Nell’attesa di giudizi o provvedimenti la città s’interroga sulla liceità dell’attività d’indagine. Ancor più che in occasione degli scandali finanziari e amministrativi.

Cavalli ‘taroccati’. Avrebbero rimosso il microchip identificativo di tre cavalli da corsa per spacciarli come anglo-arabi mezzo sangue e poterli così iscrivere all’Albo cavalli protocollo 2015 del Comune di Siena che consente di essere ammessi al Palio. In realtà si tratterebbe di purosangue inglesi che non possono correre sul tufo di piazza del Campo. Per questo la Procura di Siena avrebbe iscritto nel registro degli indagati il fantino Luigi Bruschelli, detto Trecciolino, e Osvaldo Costa, proprietario dei cavalli. Il corpo forestale dello Stato ha sequestrato i tre cavalli.

Ipotesi di reato. Le accuse, secondo quanto appreso, sarebbero di falso e maltrattamento di animali. I cavalli, che non hanno mai corso il Palio di Siena e neppure le batterie di selezione della Tratta, sono stati lasciati in consegna a uno degli indagati. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Aldo Natalini e condotta dal Corpo Forestale dello Stato, sarebbe partita a seguito dell’incrocio di dati contenuti nell’anagrafe equina da parte dell’organo preposto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (già UNIRE). Nel corso delle operazioni il personale del Ministero ha provveduto a prelevare campioni ematici dai tre cavalli, finalizzati alla successive effettuazione del test del dna. Le indagini potrebbero ora proseguire per accertare l’esistenza di altri casi simili di ‘falsificazione’ di cavalli.