mercoledì 26 novembre 2014

La commissione ribalta le sanzioni, ma è questa la strada giusta per il Palio?


Il Consiglio del Palio decide di non decidere: la seduta di questa sera, convocata per decidere sui ricorsi delle decisioni del capitano, non è servita per dissipare i dubbi. Il Consiglio, infatti, a maggioranza ha aggiornato la seduta alla prossima settimana,

La commissione di quattro saggi, composta da Andrea Sodano, Silvano Ghia, Maurizio Rasero e Paolo Bagnadentro, ha ribaltato a sorpresa quattro dei cinque provvedimenti disciplinari del Capitano del Palio Enzo Clerico.
Completamente ribaltato quello riguardante Mattia Chiavassa, che nel primo grado di giudizio aveva ricevuto tre anni di squalifica: "Dai filmati - si legge nella relazione della commissione - non si riesce  ad evincere la causa della dinamica della rovinosa caduta avvenuta nella prima parte della curva. In particolare non si può capire se sia da ascriversi alla condotta imprudente di Baldichieri, oppure, come sostenuto nel ricorso di Chiavassa, dalla condotta di Martin Ballestreros che gli avrebbe tagliato la strada, oppure a mero caso fortuito".
Ma a essere in discussione è una vera e propria filosofia del Palio: "Riteniamo di sottoporre al Consiglio del Palio una profonda riflessione se il V comma dell'articolo 64 del regolamento sia da intendersi solo alle condotte intenzionali non previste dal regolamento medesimo, oppure se si estenda anche alle fattispecie colpose, rammentando che così verrebbe concessa una discrezionalità sulle modalità di condotta della corsa, difficilmente conciliabile con la natura del Palio".
Quindi, in buona sostanza, il Palio è Palio: al di là del caso in oggetto, dove, complici anche le cattive inquadrature è difficile stabilire la verità, il Consiglio del Palio ha espresso l'idea, a larga maggioranza che il Palio sia una corsa dove non possono essere sanzionati ogni tipo di comportamento. "Seguendo questa impostazione - questa l'idea di alcuni membri come Rasero o Gonella o Spandonaro - snaturiamo la corsa del Palio". "Il Palio è fatto anche di fatalità e casualità - ha affermato il presidente del Collegio Marco Gonnella - che come anche nel caso di Bartoletti dello scorso anno non possono essere disciplinate nella loro interezza". E il paragone all'affaire Bartoletti arriva lampante anche nell'intervento di Maurizio Bertolino: "Credo che con questo metro di paragone sia da rivedere anche la sanzione su Scompiglio" pur concordando con la tesi del Capitano.
Capitano del Palio, appunto, che per molti aspetti di questo strano consiglio del Palio sembrava il vero imputato del procedimento. Un certo imbarazzo nel dover giudicare le sanzioni di Clerico è stato anche manifestato da Silvano Ghia, che ha affermato come sia difficile per un rettore giudicare l'operato dei propri colleghi.
Insomma, se forse valido nel merito, questa nuova innovazione del Consiglio del Palio ha dimostrato tutti i suoi difetti: e il fatto che il Consiglio non sia riuscito ad arrivare ad una decisione sulla prima e più importante questione dimostra quanto i rettori e il Consiglio del Palio si sia infilato in un "cul de sac" da cui sarà molto difficile uscire. E, inoltre, se i giudicati del Capitano posso diventare giudicanti, l'operato del Capitano del Palio, al quale, al di là di altri ruolo, è chiesto di essere arbitro supremo della Festa, come può uscirne? Sicuramente non rafforzato.
Per gli altri provvedimenti, riguardanti gli scambi di posizione, la Commissione chiede di accogliere i ricorsi di Andrea Coghe, Antonio Villella, Martin Ballestreros, rigettando ( e confermando così il Capitano) solo quella di Andrea Farris.
Prossima seduta a data da definirsi, sperando che il Palio si presenti con maggiore serenità all'appuntamento.