lunedì 27 maggio 2013

Un Palio duro riporta il crocione ai "cagnoni" di San Domenico

Nel servizio, alcune immagini della finale - Foto Ezio

Nerbate, e tante. E' stato un Palio duro quello di ieri al Mari, come da tempo non se ne vedevano. Alla fine, la sorte e la bravura premia la Contrada di San Domenico, a secco di vittorie dal 1996, dopo una finale dominata con sicurezza e tranquillità da un fantino di sicura esperienza come "Velluto".
Andiamo con ordine: dopo alcuni giorni autunnali, finalmente una bella giornata di sole bacia la città di Legnano. Si procede con il corteo storico, con le rappresentanze delle otto contrade, il gruppo del Carroccio e la Compagnia della morte.


Sono sicuramente gli onori alla Carroccio la parte più emozionante della rappresentazione storica del Palio di Legnano: il volo delle colombe, così come quello che si svolge al mattino durante la messa in piazza San Magno, dovrebbe rappresentare un segno cabalistico su chi potrebbe ricevere il crocione alla fine della giornata.
Si sorteggiano anche le batterie:  nella prima c'è Sant'Erasmo con Giuseppe Zedde, poi  La Flora con Walter Pusceddu, San Martino con Andrea Coghe e Legnarello con Silvano Mulas. 
Nella seconda batteria invece dallo steccato partiranno San Domenico con Dino Pes, San Bernardino con Antonio Siri, Sant'Ambrogio con Andrea Mari e San Magno con Luigi Bruschelli. 


Il Palio si presenta molto nervoso fin dalle sue prime battute: Bircolotti concentratissimo, come sempre, rimanere in disparte fino al momento di salire sul verrocchio.  La prima batteria ha una partenza lampo: pochissimi secondi di lavoro per il mossiere, ma le emozioni iniziano già dai primi metri.
Coghe Jr ostacola Walter Pusceddu fin dal canapo: tra i due sono nerbate per oltre un giro e mezzo e si vede chiaramente la volontà di fermare a tutti costi la contrada della Flora. Legnarello e  Sant'Erasmo così accedono alla finale senza particolari preoccupazioni mentre la bagarre è tutta nelle retrovie e non si ferma solo alla corsa Infatti, al termine della batteria, quando i cavalli sono già ai box, Coghe dovrà essere ricoverato in ospedale con il naso rotto: il  capitano della Contrada di San Martino entra in campo e rimuove il gonfalone per protesta per quanto successo dietro le quinte.

Che sia un palio molto teso si vede anche dalla seconda batteria: in questo caso i cavalli sono più nervosi. Scintille al canapo tra Bruschelli e Antonio Siri che cerca in diversi modi di trovare la posizione migliore, ma l'azione decisiva viene compiuta da Andrea Mari per Sant'Ambrogio che praticamente indovina al centesimo di secondo i tempi della mossa e riesce a mettere in scacco gli altri avversari.



Anche nella seconda batteria ci sono diverse nerbate tra Antonio Siri e Luigi Bruschelli:  San Magno e San Bernardino così si ostacolano vicendevolmente lasciando la finale a San Domenico e a Sant'Ambrogio che possono risparmiare qualcosa ai loro cavalli. La tensione anche sugli spalti è molta e le forze dell'ordine presenti al Mari hanno il loro da fare per sedare una rissa che si scatena sulle tribune coperte proprio in prossimità del canapo tra i contradaioli di San Magno e quelli di San Bernardino.

Anche la finale non è parca di sorprese, anche se i tempi della mossa sono rapidi.



Le nerbate arrivano subito tra San Domenico e Sant'Erasmo, ma c'è poco da fare per evitare la vittoria della contrada del "cagnone". Infatti Dino Pes prende subito la testa della corsa e controlla con molto sangue freddo sia agli attacchi di Andrea Mari per Sant'Ambrogio che cerca più riprese di farsi sotto, sia quelli finali di Sant'Erasmo.

Alla fine la gioia e tutta per i biancoverdi che riportano il crocione di Ariberto da Intimiano nella chiesa di contrada dopo un digiuno che durava dal 1996.  Per noi astigiani, invece, spettatori di una bel palio nella città lombarda,  la convinzione che la stagione paliesca, con l'appuntamento legnanese, quest'anno è partita subito in quarta.