Un Palio combattutissimo. Una contrada "nonna" che si scuffia, dopo 24 anni. Si, no, forse. Dieci lunghissimi anni, che stanno in bilico tra il sogno di una vittoria attesa per una generazione intera e il terrore di una beffa impossibile da sopportare. Uno dei favoriti per la vittoria finale che esce dalla gara tra i fischi del pubblico. Tutto questo, e anche altro. è stata l'edizione 2015 del Palio di Legnano.
Nel sorteggio delle batterie escono Sant'Erasmo, Sant'Ambrogio, San Bernardino e San Magno nella prima, San Domenico, San Martino, La Flora e Legnarello nella seconda. Si capisce subito quale sarà la mossa che Renato Bircolotti dovrà guadagnarsi alla sera.
La prima batteria, dopo alcuni minuti di mossa, fila via liscia, dimostrando grosso modo le forze in campo. Partenza disastrosa da parte di San Bernardino, lontanissimo dal canapo, che non riesce ad entrare in gara. Prende la testa Giuseppe Zedde, seguito da Andrea Mari, per Sant'Ambrogio, mentre dietro segue San Magno e San Bernardino, che dopo poco invertono le posizioni. Poche emozioni nella gara, con Sant'Erasmo e Sant'Ambrogio che controllano, con il tentativo di recupero da parte di San Magno (Farris), che si infrange vanamente contro la sicurezza ostentata dal Mari.
Seconda batteria, e qui incomincia la storia infinita: al canapo San Martino (Bartoletti), La Flora (Siti), Legnarello (Atzeni) e San Domenico (Pes). Dopo una partenza bruciante (falsata da Bircolotti) di San Martino, inizia un lunghissimo balletto alla mossa, durato, a più riprese, oltre un'ora. Il fantino di San Martino non prende posto al canapo (in seconda secondo sorteggio, tra Flora e Legnarello), cercando in tutti i modi di trovare una disattenzione da parte di Siri in primis e Atzeni in secondo luogo.
Bircolotti chiama e richiama Scompiglio, lo invita con le buone (prima) e con le cattive (poi) a farsi sotto e trovare la posizione. Dopo venti minuti di mossa i pantaloni di Bartoletti si arrossano di sangue: intervento d'obbligo dei veterinari per cautela e cavalli richiamati ai box. Un quarto d''ora dopo la situazione non cambia. Un'altra falsa con la Flora che rimane al canapo e una brutta forzatura da parte di Pes del canapo, con il fantino che capitombola a terra e in segno di stizza lancia gli occhiali per terra, La situazione diventa incandescente (ormai siamo quasi ai 60 minuti dalla chiama), con il pubblico inferocito verso Bartoletti. A rompere gli indugi ci pensa Bircolotti, che sollecita un controllo veterinario: San Martino è escluso dalla batteria, ed esce tra i fischi del pubblico. Si corre in tre, e dopo pochi minuti parte finalmente la batteria. In testa va San Domenico, seguito da Legnarello, La Flora cerca di recuperare ma inutilmente.
La finale entra in pista alle 20.30 alle prime luci del crepuscolo: subito una falsa con Legnarello che entra di ricorsa, poi parte la finale che vede proprio in testa la contrada giallo rossa seguita da Sant'Ambrogio, San Domenico e Sant'Erasmo. Cinque giri in testa da parte di Legnarello ma nell'ultimo rettilineo il grido di gioia si strozza in gola. Mari recupera ed è una spanna da Atzeni. E' passato? Non è passato. La prospettiva non aiuta, il fotofinish nemmeno. Bisogna aspettare lo sviluppo delle foto d'arrivo, e la decina di minuti di attesa e angosciante per il popolo di Legnarello. Si attende una vittoria dal 1991, e perdere un Palio a davvero un metro del traguardo sarebbe tremendo. La sensazione era quella che il cavallo di Legnarello non ne avesse più e fosse calato nel finale, mentre quello di Mari, esperto di recuperi, ne avrebbe approfittato, Poco prima delle 21 il verdetto, E' Legnarello. La gioia del popolo giallo rosso si mischia all'ebrezza della tensione che scivola via. E' appena terminato un Palio bellissimo e snervante.