mercoledì 16 luglio 2014

Pasta: "Il Palio va verso una deriva autoritaria"



È passato ormai più di un mese dal cambio di vertice all'interno della Giunta comunale per quanto riguarda il Palio, con le dimissioni di Alberto Pasta dalla guida della Festa astigiana, e ora, anche complice l'ultimo Collegio dei Rettori, l'ex Assessore al Palio fa sentire la propria voce.
Il giudizio che dà su come si stanno mettendo le cose nel mondo del Palio e sugli ultimi accadimenti è "tranchant": "Voglio solo far capire - afferma - quello che ho sempre cercato di fare per il Palio, e i rischi che corre la nostra Festa in questo vuoto di potere che si è venuto a creare con la delega del Palio nelle mani del sindaco".
"Penso che il Palio - afferma l'ex assessore - stia vivendo una deriva autoritaria: infatti, l'ultimo Consiglio del Palio, si è concluso in pochi minuti mentre il Collegio dei Rettori si è trasformato in un Consiglio del Palio mascherato dove sono state prese decisioni importanti dal punto di vista regolamentare, senza nessuna discussione pubblica, Ma la cosa peggiore è come sia stato sconcertante che questo si sia tenuto a casa di un rettore. ".
"Il Palio - prosegue - sta vivendo un periodo di opacità e mancanza di trasparenza: è una cosa molto triste, praticata non alla luce del sole, come molto triste è il fatto che il Capitano del Palio vada a lamentarsi dai rettori per chiedere l'allontanamento di alcuni membri del gruppo a lui non graditi".
Pasta con riferimento alla delega al Palio oggi in capo al sindaco afferma: "oggettivamente non ha le capacità nè tecniche nè politiche" per guidare la festa. Eppure il ruolo del Comune è fondamentale "E' quantomeno singolare apprendere che all'ultimo Collegio dei rettori fosse presente con il sindaco anche l’assessore Bianchino.
Come altrettanto incredibile è stato il modo in cui siamo arrivati alle mie dimissioni da assessore al Palio: il sindaco mi aveva confermato la disponibilità a mantenere le altre deleghe nel caso ci avessi ripensato. Ovviamente esclusa quello al Palio, sapendo che a queste condizioni non avrei mai accettato. E' un modello di politica distante anni luce da me, e che mi è completamente estraneo".
"Il sindaco non hai mai dato una spiegazione motivata e convincente del suo cambio di delega, ben sapendo, come sanno anche molti rettori, quanto il Palio mi stia a cuore . La vera natura di questa manovra è evidentemente solo politica: ha dato sicuramente fastidio ai poteri forti di questa città, poteri forti cui il sindaco è purtroppo legato, e che non hanno gradito di certo molte mie battaglie, in cui io sono stato lasciato da solo.
Pasta sottolinea anche come iniziative a favore del Palio a volte hanno trovato ostacoli anche nello stesso vertice della amministrazione: "Prendiamo il caso della sede di San Pietro che è emblematico: per i rossoverdi avevo trovato una sistemazione in via Pacinotti, in un immobile del Comune adibito a magazzino dal gruppo alpini della Protezione Civile, tra l'altro senza alcun titolo a stare lì. Ho contattato il presidente dell' ANA, per trovare una soluzione che facesse sì che il Borgo San Pietro trovasse la sua nuova sede: alla fine grazie alla disponibilità del vice rettore del Borgo Torretta eravamo riusciti a trovare un container che funzionasse come soluzione provvisoria a questo problema. Al diniego da parte del presidente della Associazione Alpini, ho dovuto intraprendere la strada giudiziaria per sanare una situazione di illegalità, ma la pratica è sempre stata rimandata da parte del sindaco".
Come se ne esce da questo quadro secondo l'ex assessore? " Il problema che affligge il Palio - spiega - è lo stesso che affligge l' Italia. Esiste una questione di trasparenza, ipocrisia, mediocrità e mancanza di coraggio, con una marea di conflitti di interessi e una palude da cui il Palio non è immune.
C'è bisogno, ora come non mai, di una buona politica per il Palio: c'è bisogno di ricominciare da zero, facendo tesoro di quanto di buono è stato fatto, di confrontarsi borghigiani che sono il tassello fondamentale del mondo del Palio. Magari rivitalizzare strutture come la Società del Popolo, che può dare il suo contributo alla Festa.
Per quanto mi riguarda, da subito sono disponibile a confrontarmi con i comitati e i rionaroli che lo vorranno, per illustrare alla luce del sole quanto successo e lavorare per sviluppare le potenzialità ancora inespresse della nostra Festa. Quanto alla politica, in un clima generale così torbido, con i partiti così lontani dai bisogni dei cittadini e una corruzione endemica, c’è la necessità impellente, anche in questo caso, di avere il coraggio di rimboccarsi le maniche e dimostrare che la buona politica e l’onestà conviene a tutti. Certo si tratta di operare una profonda rivoluzione prima di tutto culturale, riportando nella politica la passione e lo spirito di servizio a favore della collettività contro l’opportunismo, il carrierismo ed il cinismo di oggi. Le parole non sono più sufficienti, c’è bisogno di esempi. Nel mio piccolo credo di averlo dato con le dimissioni. Da settembre si ricomincia.