martedì 1 luglio 2014

Il "maledetto canape" e la memoria corta


Il Palio, a volte, ha la memoria corta. Sembrano lontanissimi i giorni di apprensione e di paura dello scorso settembre, quando a seguito di quello che è successo alla mossa, sembrava che nel mondo del Palio astigiano si fosse smarrito qualcosa, che la doccia fredda dell'incidente di Bartoletti potesse in qualche modo incrinare per sempre quel bellissimo gioco che è il nostro Palio.

Lesto è arrivato il commento da Siena: "Cose così in piazza del Campo non possono succedere".
Invece possono capitare: Tartuca Selva Chiocciola e Bruco fiancano un attimo prima che il cavallo di rincorsa (ieri sera Mulas, con l'Onda)  entri tra i canapi. Cadono in quattro, con Murtas che perde i sensi sulla pista e con la corsa che viene annullata dopo un giro di pista, nel caos generale.
Per fortuna i cavalli coinvolti nella caduta non subiscono danni: già, ma solo per pura fortuna, come sottolineano oggi i giornali senesi in un florilegio di articoli che danno la colpa al "maledetto canape" che poteva costare molto caro al Palio di Siena.
Non vogliamo fare la gara a chi ha più santi in paradiso, lungi da noi, né tantomeno usare la meschina massima del "mal comune mezzo gaudio". Ma esprimere un modesto pensiero, quello sì: il Palio è fatto di episodi, di fatalità. Soprattutto di fortune e di sfortune che non si limitano solamente ad attribuire la vittoria a questa o quella contrada, ma anche a stabilire il labile confine tra tragedia e miracolo.
Ora sui giornali si parla di correre ai provvedimenti, di cavalli da Palio troppo reattivi per una partenza al canapo: tutti discorsi già detti e già sentiti, anche in "palietti" di provincia.
Sono propositi nobili, ma non si può azzerare il rischio in un Palio. Il Palio è come la vita, fatto da passione, delusioni, improvvise gioie ma anche incredibili ed inattese tragedie. Lo sappiamo noi tutti, uomini di Palio, ed accettiamo il rischio, ieri come oggi.
Ma dobbiamo accettare il rischio: nessuno è immune, siamo tutti comuni mortali, in Piemonte come in Toscana. Oggi potrebbe essere la volta di Asti di "ricambiare il favore" ricevuto, con un po' di viltà, a settembre da Siena. Non lo facciamo, perché, in momenti difficili, tra i tanti che dalla città del Mangia che puntavano il dito, molti altri erano quelli che invece hanno dimostrato rispetto e solidarietà. Abbiamo poi troppo rispetto di Siena e delle sue tradizioni secolari, e capiamo che quello di ieri non è solo che un piccolo capitolo di quella che è quella meravigliosa storia di piazza del Campo. Lunga vita al Palio.