martedì 19 giugno 2018

I Temi del Corteo storico 2018 - San Marzanotto, Viatosto e Castell'Alfero

Foto di Francesco Sciutto - www.francescosciutto.com
Dopo i primi tre temi introdotti ieri, ovvero quelli di San Silvestro, San Damiano e San Paolo, continua quest'oggi la presentazione dei Temi del Corteo storico del Palio di Asti 2018. Nelle prossime righe andremo a scoprire cosa verrà rappresentato il prossimo 2 settembre dal Borgo San Marzanotto, dal Borgo Viatosto e dal Comune di Castell'Alfero.

Tutti i temi, poi, verranno inseriti nell'apposita sezione della pagina del menù "Verso il Palio...2018", così da restare sempre consultabili e a portata di click in qualunque momento.



BORGO SAN MARZANOTTO

LA GIUSTIZIA E’ VIRTU’ PIU’ DIFFICILE DELLA CARITA’ ED E’ SCIENZA PIU’ NECESSARIA DELLA MEDICINA

Nel corso del medioevo il diritto mutò rispetto all’epoca romana. 
Vennero  fissate  per  iscritto  consuetudini,  conferendo   loro  forza  di  legge.  Anche  Asti  ebbe una  sua  raccolta normativa  i  cui  contenuti  originari  in  parte  furono  tramandati  fino  ai  giorni nostri  dagli  Statuti  di  Asti, esito  della stratificazione legislativa della normativa comunale e in seguito approvati da Gian Galeazzo Visconti, Conte di Virtù, nel 1379. Ad essi vennero aggiunte via via le  Additiones  che contenevano decreti, patenti e conferme del Consiglio Generale o di Principi, e gli Statuta Revarum o dei dazi, che rivestivano massima importanza in materia fiscale.
I pilastri su cui poggiava l’amministrazione della giustizia erano il podestà, i giudici e i giurisperiti che intervenivano nei diversi gradi del  giudizio, di natura sia penale sia fiscale. A soddisfazione della parte lesa si comminavano pene pecuniarie e pene corporali. 
Mentre le multe venivano suddivise in parti uguali tra la parte lesa, lo scopritore del reato e l’accusatore, le pene corporali –morte  per  rogo  o  per  impiccagione,  mutilazione,  fustigazione, che  si  aggiungevano  ad  altri  gravi provvedimenti  quali  bando  ed  esilio –venivano  impartite nelle  pubbliche  piazze  alla  presenza  dei  nobili  e  della popolazione.
Esisteva poi una pena accessoria, la confisca dei beni comminata solitamente per reati contro il patrimonio.
Il Borgo San Marzanotto si propone di rappresentare uno spaccato di tale impianto giudiziario, riproponendo la pena capitale  inflitta  per  impiccagione,  nonché  una  riproduzione,  il  più possibile  fedele,   delle  pergamene  su cui  erano vergati gli articoli degli Statuti di Asti.


BORGO VIATOSTO

IL SIMBOLO DEL LUPO ALL’INTERNO DELLA CHIESA DI VIATOSTO


Il  tema  del  corteo  storico  del  Borgo  Viatosto  si  ispira  alle  figure  dei  lupi  rappresentati all’interno  del  bel  tempio trecentesco da sempre centro della vita, non solo spirituale, del suo territorio.
L’immagine  di  questo  animale,  presente  anche  in  numerose  chiese  italiane,  in  quella  di Viatosto  appare  su  un capitello ove due lupi sono rappresentati accanto alle immagini del sole e della luna: gli animali selvaggi hanno un aspetto vagamente mostruoso, al punto da fare pensare alla figura mitologica e spaventosa del licantropo.
Simili  bassorilievi  sono  presenti  anche  al  di  sotto  dell’immagine  dell’Agnello  presente  nella navata  centrale  della chiesa,  forse  a  significare  la  superiorità  del  cristianesimo  sul paganesimo, la  contrapposizione  tra  il  passato  e  il presente, tra la forza della Chiesa e la ferocia di chi le si oppone.
All’interno del tempio, accanto all’altare maggiore, le immagini rappresentano un lupo più mansueto: non più una rappresentazione  al  limite  del  diabolico  bensì  un  animale  mite,  una  creatura  di Dio,  incapace  di  incutere  timore. 
Immediato rievocare il versetto di Isaia: “… il lupo abiterà con l'agnello e il leopardo giacerà col capretto…”. 
Il Borgo Viatosto vuole rappresentare le varie raffigurazioni di questo animale presenti nella Chiesa di Viatosto e le diverse valenze simboliche di carattere negativo che ha assunto nei secoli: la notte, la naturale paura che ne deriva e l’immagine di streghe e druidi che indossando pelli di lupi esercitavano arti magiche ballando al chiaro della luna.
Nel  corteo  storico,  il  lupo  incute  paura  con  i  suoi  ululati,  dà  origine  al  mito  del  licantropo, l’incrocio,  frutto  del peccato,   tra  uomo  e  lupo  e  a  leggende  terrificanti  ;  è  l’animale  che terrorizza  la  popolazione  viatostese,  difesa dall’intervento di cacciatori di lupi. 



COMUNE DI CASTELL'ALFERO

BEATRICE D'ESTE E IL RE DI FRANCIA CARLO VIII GIUNGONO AD ASTI

Beatrice d'Este, giovane e bella moglie di Ludovico Sforza detto il Moro, Signore di Milano e governatore di Asti, si diresse nel 1494 alla volta di questa città per attendervi la venuta del re di Francia Carlo VIII; raggiunse dapprima Pavia e quindi, con il marito, il castello di Annone, appartenente al ducato di Milano, ove risiedette alcuni giorni.
In settembre, proseguendo il viaggio, arrivò ad Asti; con lei oltre al marito vi erano il padre Ercole I, duca di Ferrara, e un corteo di 80 dame che si erano disputate l'onore di accompagnarla a rendere omaggio al re francese.
La giovane estense mise in opera ogni accorgimento e le sue grandi ricchezze per abbagliare quel re amante delle donne e del lusso.
Si narra che il re sovrano le abbia baciate tutte, incominciando dalla Duchessa di Bari e dalla moglie di Gian Galeazzo Sanseverino: è la stessa Beatrice a raccontarlo con minuzia di particolari alla sorella Isabella, che non faceva parte del corteo di dame, in una lettera scritta da Annone, descrivendole inoltre un balletto che il re aveva espressamente sollecitato.
Il Re Carlo VIII fu talmente colpito dalla bellezza e dallo spirito di Beatrice che la fece fare raffigurare in un ritratto da inviare in Francia.
Il gruppo di sfilanti del Comune di Castell'Alfero rappresenta il corteo della Duchessa Beatrice e del suo grazioso e sontuoso seguito per le vie di Asti, in compagnia del Re Carlo VIII, del Duca Luigi d'Orleans, di Ercole I e di Ludovico il Moro.