Foto di Francesco Sciutto - www.francescosciutto.com |
Dopo i primi tre temi introdotti ieri, ovvero quelli di San Silvestro, San Damiano e San Paolo, continua quest'oggi la presentazione dei Temi del Corteo storico del Palio di Asti 2018. Nelle prossime righe andremo a scoprire cosa verrà rappresentato il prossimo 2 settembre dal Borgo San Marzanotto, dal Borgo Viatosto e dal Comune di Castell'Alfero.
Tutti i temi, poi, verranno inseriti nell'apposita sezione della pagina del menù "Verso il Palio...2018", così da restare sempre consultabili e a portata di click in qualunque momento.
BORGO SAN MARZANOTTO
LA GIUSTIZIA E’ VIRTU’ PIU’ DIFFICILE DELLA CARITA’ ED E’ SCIENZA PIU’ NECESSARIA DELLA MEDICINA
Nel corso del medioevo il diritto mutò rispetto all’epoca romana.
Vennero fissate per iscritto consuetudini, conferendo loro forza di legge. Anche Asti ebbe una sua raccolta normativa i cui contenuti originari in parte furono tramandati fino ai giorni nostri dagli Statuti di Asti, esito della stratificazione legislativa della normativa comunale e in seguito approvati da Gian Galeazzo Visconti, Conte di Virtù, nel 1379. Ad essi vennero aggiunte via via le Additiones che contenevano decreti, patenti e conferme del Consiglio Generale o di Principi, e gli Statuta Revarum o dei dazi, che rivestivano massima importanza in materia fiscale.
I pilastri su cui poggiava l’amministrazione della giustizia erano il podestà, i giudici e i giurisperiti che intervenivano nei diversi gradi del giudizio, di natura sia penale sia fiscale. A soddisfazione della parte lesa si comminavano pene pecuniarie e pene corporali.
Mentre le multe venivano suddivise in parti uguali tra la parte lesa, lo scopritore del reato e l’accusatore, le pene corporali –morte per rogo o per impiccagione, mutilazione, fustigazione, che si aggiungevano ad altri gravi provvedimenti quali bando ed esilio –venivano impartite nelle pubbliche piazze alla presenza dei nobili e della popolazione.
Esisteva poi una pena accessoria, la confisca dei beni comminata solitamente per reati contro il patrimonio.
Il Borgo San Marzanotto si propone di rappresentare uno spaccato di tale impianto giudiziario, riproponendo la pena capitale inflitta per impiccagione, nonché una riproduzione, il più possibile fedele, delle pergamene su cui erano vergati gli articoli degli Statuti di Asti.
BORGO VIATOSTO
IL SIMBOLO DEL LUPO ALL’INTERNO DELLA CHIESA DI VIATOSTO
Il tema del corteo storico del Borgo Viatosto si ispira alle figure dei lupi rappresentati all’interno del bel tempio trecentesco da sempre centro della vita, non solo spirituale, del suo territorio.
L’immagine di questo animale, presente anche in numerose chiese italiane, in quella di Viatosto appare su un capitello ove due lupi sono rappresentati accanto alle immagini del sole e della luna: gli animali selvaggi hanno un aspetto vagamente mostruoso, al punto da fare pensare alla figura mitologica e spaventosa del licantropo.
Simili bassorilievi sono presenti anche al di sotto dell’immagine dell’Agnello presente nella navata centrale della chiesa, forse a significare la superiorità del cristianesimo sul paganesimo, la contrapposizione tra il passato e il presente, tra la forza della Chiesa e la ferocia di chi le si oppone.
All’interno del tempio, accanto all’altare maggiore, le immagini rappresentano un lupo più mansueto: non più una rappresentazione al limite del diabolico bensì un animale mite, una creatura di Dio, incapace di incutere timore.
Immediato rievocare il versetto di Isaia: “… il lupo abiterà con l'agnello e il leopardo giacerà col capretto…”.
Il Borgo Viatosto vuole rappresentare le varie raffigurazioni di questo animale presenti nella Chiesa di Viatosto e le diverse valenze simboliche di carattere negativo che ha assunto nei secoli: la notte, la naturale paura che ne deriva e l’immagine di streghe e druidi che indossando pelli di lupi esercitavano arti magiche ballando al chiaro della luna.
Nel corteo storico, il lupo incute paura con i suoi ululati, dà origine al mito del licantropo, l’incrocio, frutto del peccato, tra uomo e lupo e a leggende terrificanti ; è l’animale che terrorizza la popolazione viatostese, difesa dall’intervento di cacciatori di lupi.
COMUNE DI CASTELL'ALFERO
BEATRICE D'ESTE E IL RE DI FRANCIA CARLO VIII GIUNGONO AD ASTI
Beatrice d'Este, giovane e bella moglie di Ludovico Sforza detto il Moro, Signore di Milano e governatore di Asti, si diresse nel 1494 alla volta di questa città per attendervi la venuta del re di Francia Carlo VIII; raggiunse dapprima Pavia e quindi, con il marito, il castello di Annone, appartenente al ducato di Milano, ove risiedette alcuni giorni.
In settembre, proseguendo il viaggio, arrivò ad Asti; con lei oltre al marito vi erano il padre Ercole I, duca di Ferrara, e un corteo di 80 dame che si erano disputate l'onore di accompagnarla a rendere omaggio al re francese.
La giovane estense mise in opera ogni accorgimento e le sue grandi ricchezze per abbagliare quel re amante delle donne e del lusso.
Si narra che il re sovrano le abbia baciate tutte, incominciando dalla Duchessa di Bari e dalla moglie di Gian Galeazzo Sanseverino: è la stessa Beatrice a raccontarlo con minuzia di particolari alla sorella Isabella, che non faceva parte del corteo di dame, in una lettera scritta da Annone, descrivendole inoltre un balletto che il re aveva espressamente sollecitato.
Il Re Carlo VIII fu talmente colpito dalla bellezza e dallo spirito di Beatrice che la fece fare raffigurare in un ritratto da inviare in Francia.
Il gruppo di sfilanti del Comune di Castell'Alfero rappresenta il corteo della Duchessa Beatrice e del suo grazioso e sontuoso seguito per le vie di Asti, in compagnia del Re Carlo VIII, del Duca Luigi d'Orleans, di Ercole I e di Ludovico il Moro.