lunedì 27 ottobre 2014

Rasero: "Questo Palio non mi appartiene più"



"Questo Palio non mi appartiene più": iniziano così le dichiarazioni di Maurizio Rasero dopo aver cessato, lunedì scorso, la carica di Rettore del Borgo Tanaro.

Maurizio Rasero ha voluto rilasciare alcune dichiarazioni riguardo al mondo del Palio, al Collegio dei Rettori e all'attuale momento storico che stiamo vivendo, "una società che è cambiata e che ha cambiato anche i valori del Palio", affermando quanto sia importante, oggi come non mai, rialzare la testa e rivendicare il ruolo sociale dei comitati Palio.

Maurizio, il tuo sembra un grido di allarme.
Infatti lo è: la cosa che mi preoccupa di più è di quanto il Palio sia sotto attacco in questo determinato momento storico e di quanto sia inadeguata la risposta. Lo abbiamo visto il sabato precedente, con
perquisizioni a tappeto in tutte le scuderie, lo abbiamo visto ora, dove documenti che dovevano rimanere riservati in seno al Consiglio del Palio sono trapelati creando una notevole situazione di
imbarazzo e dimostrando pressapochismo e poca professionalità. E' evidente a tutti che il Palio è sotto l'attacco coordinato di diverse persone, ma la cosa più triste è che fino ad oggi non c'è ancora stata una reazione da parte del Palio, anzi, se possiamo ci facciamo del male da soli. Il Palio si deve svegliare, deve smetterla di porgere l'altra guancia e rivendicare con forza il proprio ruolo sociale, suo
e dei rioni e borghi che ne fanno parte. Non si può sempre cercare il dialogo con gli animalisti: se loro vogliono fare la loro "Jihad" non dobbiamo dialogare con chi non accetta le idee del prossimo e rimane sempre sulla sua posizione, senza sapere assolutamente nulla di quello che accade nel Palio. Mi ricordo una volta, quando ero assessore alle Manifestazioni in Provincia, che alla giostra del Pitu
di Tonco arrivò il capo di una associazione animalista. Dopo la gara si buttò sul tacchino piangendo e dicendo che era ancora caldo, senza voler ascoltare di fianco il veterinario che gli diceva che l'animale era stato soppresso con una iniezione il giorno prima mostrandogli pure un certificato del macello che lo testimoniava. Purtroppo non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire.

Ma non sono solo i pericoli esterni che minano il Palio.
No, il problema è che ci vuole più professionalità, serietà e responsabilità nel Palio. Guardiamo per esempio l'incidente allo steccato: noi abbiamo perso un Palio (o comunque non abbiamo avuto la possibilità di provare a vincerlo) per colpa di una grave mancanza sul montaggio dello steccato e, cosa infinitamente più grave, per un incidente provocato da un comune che, in base a quanto accaduto alle prove del sabato, non avrebbe neppure dovuto correre. E questo perché nel Palio le cose vengono affidate troppo ai volontari e perché vi è troppa superficialità nel fare le cose. Noi sapevamo che avremmo dovuto fare un Palio di recupero, essendoci cavalli più veloci in batteria ma di fronte a noi abbiamo trovato un palo che poteva causare una tragedia. Queste cose non devono più ripetersi anche se qualcuno lo avrebbe già dovuto dire dopo la finale del 2012 quando nell’ultimo giro il cavallo di San Martino San Rocco provocò il distaccamento dello stesso palo, fortunatamente senza conseguenze. Spero a riguardo che l’amministrazione voglia intervenire perché nutro poche speranze
che siano i rettori a farlo. Dico questo perché a nessuno è mai fregato nulla di quello che capita agli altri fino a che non si viene toccati in prima persona. Grave il fatto che nell’ambito di una discussione sulle responsabilità di quanto accaduto alla sbandierata collettiva di domenica, un mio messaggio sul pericolo dello steccato sia stato completamente ignorato da molti colleghi, che hanno tranquillamente continuato a parlare degli sbandieratori come se fossero la priorità! Queste non sono le mie priorità, questo non è il mio Palio!

Un Collegio troppo legato a certe tematiche, come quelle della Fisb. E’ sbagliato?

Non precisamente. Ritengo che gli sbandieratori siano una componente importante del nostro Palio. Fin dalla ripresa negli anni ’60 dobbiamo esser loro grati di aver portato il nome di Asti e del nostro palio praticamente in ogni parte del mondo. Ma oggi, lo sbandierare, acquisisce sempre più i connotati di uno sport. La competizione e la passione per lo sbandierare hanno, in alcuni casi, superato l’amore e l’attaccamento verso il proprio Borgo o Rione. Non temo di essere smentito perché è chiaro ed evidente che molti atleti sono passati da un gruppo ad un altro ed, in alcuni casi, abbiamo assistito al transito di interi gruppi da una realtà ad un'altra e questo non è un bene. Nello stesso tempo non temo di essere smentito perché non si spiegherebbe l’introduzione di certe regole al Paliotto per evitare i saltimbanco. In più ritengo che abbiamo subito la violenza/stupro della Fisb che ha stravolto la nostra sbandierata e le nostre musiche tradizionali con le quali sono cresciuto da bambino e che oggi non sento più. Non me ne vogliano i numerosi atleti che ogni settimana, per tutto l’anno, si allenano con impegno e dedizione al fine di migliorarsi e di far fare bella figura ai loro colori ma io , ed è una personalissima opinione, preferisco quello che si faceva una volta. Ma anche in questo caso, ho smesso di puntare il dito contro gli sbandieratori perché il mercimonio è arrivato alle più alte cariche del Palio, con dirigenti che cambiano bandiera un anno per l’altro.

Tornando alla vostra corsa, un epilogo triste, per un Palio, quest'anno studiato a tavolino..
Sì è stato un Palio iniziato già da gennaio e portato avanti con impegno e serietà. Se io mi assumo un impegno, in ogni campo, cerco di farlo al meglio,e questo vale tanto di più per il mio borgo. Non a
caso la scelta è ricaduta su Luigi Bruschelli, fantino che già conoscevo ed apprezzavo e che, finalmente, ho potuto conoscere all’opera vedendolo lavorare tutto l’anno e specialmente nei giorni
precedenti la corsa capendo così perché è diventato il numero 1 (si, avete capito bene è il numero 1 – chiosa Rasero - anche se ad Asti, come dice qualcuno ha mai vinto ma è come se alle olimpiadi nel medagliere dicessero che gli USA hanno nel medagliere meno bronzi di un altro paese senza considerare che hanno però il triplo degli ori). Purtroppo non siamo riusciti a concretizzare quello che ci eravamo proposti ed anche se il risultato non è dipeso da un nostro errore, chi perde ha perso e la storia la scrivono i vincitori.

Ed ora?
Ora c'è una nuova generazione che ha esigenze ed idee nuove ed anche se in alcuni casi sono diverse dalle mie l’importante è che abbiano voglia di fare. In fin dei conti all’età che molti di loro hanno avevo già vinto il mio primo Palio da Rettore e proponevo cose che molti non condividevano. Quindi largo ai giovani, nella speranza che sappiano mantenere cosa gli si lascia e che sappiano fare tesoro delle esperienze di chi li ha preceduti". Il nuovo rettore, poi, ha il grande pregio di essere un Tanarino DOC, nato e cresciuto sulle sponde del fiume, e da lunedì è anche il mio rettore. Credo abbia capito,
però, fin da questi suoi primi giorni, il peso e la responsabilità dell’incarico in un rione come il nostro ed il fatto che tutto ciò non te lo puoi nemmeno immaginare fino a quando non lo diventi. Per quanto
mi riguarda, mi metterò, per quanto possibile, a disposizione del borgo e spero di poter vedere presto Tanaro tornare in finale e vincere, per una vittoria che manca solo dal 2010 ma che sulle sponde
del fiume vuol dire già molto tempo.

Cosa servirebbe ora al Palio?
Più che altro che i rettori tornassero a fare i rettori senza voler andare a sopperire alle mancanze di altri; serve più Consiglio del Palio, al momento un'assemblea svuotata di significato, e meno
Collegio dei Rettori. Purtroppo il Cdr fa molti progetti meritevoli ma dimentica di parlare molto spesso delle cose che contano di più. Con la conseguenza che siamo sommersi dalle carte e dalle regole, regole che poi spesso, dopo averle fatte, non rispettiamo senza che ve ne siano conseguenze o, peggio ancora, riusciamo ad usare contro noi stessi. Questo è un Collegio in cui non mi riconosco più: a fianco infatti di molti amici che stimo professionalmente e per l’impegno che quotidianamente mettono per il bene comune e con i quali continuerò con piacere il rapporto, ho riscontrato spesso un clima di gelosia, invidia e sospetto che non mi ha fatto stare a mio agio. Sovente mi è sembrato poi che le priorità per alcuni non fossero le mie e quando dico mie intendo del mio Borgo perché forse, cosa non si è capito, è che ho sempre parlato a nome di una assemblea e non, salvo alcuni casi dove l’ho dichiarato, a titolo personale. Tornando ancora per un momento sui progetti del collegio, sull’andazzo la dice gran lunga il progetto tv e le relative immagini. A cosa serve fare una produzione
video se non abbiamo poi la disponibilità delle stesse la sera del Palio? Ho dovuto cambiare, in 24 ore, tre volte i commenti sulla corsa perché non sono stato in grado di vedere le immagini. Anche in quel caso serve un'azione più mirata. Bisogna chiedersi quali sono le priorità! A me non interessa per esempio che vengano intervistate le autorità cittadine per sentirmi fare dei discorsi di circostanza quando, è chiaro ed evidente, che la cosa più importante per i comitati è l’avere il prima possibile, magari su di un sito non accessibile a tutti, le immagini delle batterie e della finale.

Una mentalità diversa, nel Palio, quindi..
Sì, una mentalità in cui io non mi riconosco più. Non si capisce che così sì è sulla strada della distruzione della Festa. O meglio, della manifestazione. Io parlavo di Festa prima di altri, ma credo che non sia più il caso di usare questo vocabolo perché si tratta di una manifestazione. Non più una Festa, la Festa è altro. A difesa devo però ammettere che il Palio è cambiato anche perché è cambiata la società, valori che una volta erano dominanti ora non ci appartengono più... E poi dobbiamo dire basta a chi si improvvisa a fare il Palio in tre o quattro giorni. Così come inaccettabile è chi fa il dirigente un anno in un comitato e l’anno dopo in un altro! Non è serio! Non fa bene al Palio! Ma qui fortunatamente il consiglio del Palio è recentemente intervenuto introducendo una norma anti prostituzione! Dobbiamo guardarci tutti in faccia e avere il coraggio di dire certe cose, quelle cose che in molti pensiamo ma che non abbiamo il coraggio di dire: 21 partecipanti sono troppi ed è ora che qualcuno stia a casa! Non dico di arrivare alla proposta di qualcuno di far pagare quelli che vogliono partecipare al Palio per fare selezione ma sicuramente qualcosa va fatto per guadagnarne in spettacolo e credibilità.

Molti ti accusano di non essere modesto.
Io credo, prima di tutto, che la modestia sia una virtù che non bisogna affibbiarsi da soli, come qualcuno ha fatto, ma deve essere riconosciuta dal prossimo. Poi mi chiedo: cosa c'entra il Palio con la modestia? Io quest'anno ho fatto un Palio al massimo, mi sono divertito 364 giorni e ho rosicato uno anche se era quello più importante. Ho lavorato al massimo con il fantino e con il comitato...
Il Palio è fatto anche di certe uscite, di certi atteggiamenti.. Chi può dire di avere fatto come me?
Il Palio non deve ridursi alla rassegnazione, alla mediocrità e al basso profilo, se no morirebbe. Se così fosse stato non ricorderemmo i grandi del passato e non sarebbero mai nati i personaggi di cui oggi il nostro mondo è orfano. Il Palio si autoalimenta da certe uscite, da certe discussioni. Alcune volte dichiarando anche, se è il caso, quello che magari non si pensa davvero. Comunque , io che non sono modesto e che non capisco nulla, se dovessi scegliere una virtù o caratteristica o dote , in questo mondo di Palio, non avrei dubbio, sceglierei la fortuna E’ quella che alla fine premia, che ti fa vincere e godere e che di conseguenza fa stare zitti tutti, anche i più bravi!

Come giudichi le sanzioni a Chiavassa?
Ritengo anche che ci sia un metro di giudizio sbagliato da parte del Capitano del Palio: si è voluto dare lo scorso anno una sanzione spropositata a Bartoletti invece di accettare il fatto che l'incidente
del 2013 era una semplice fatalità. Non parliamo poi dell’atteggiamento dell’ex amministratore che fortunatamente il Sindaco ha allontanato in seguito al documento dei Rettori che ne bocciavano in toto le scelte e che avrebbe voluto portare il Comune in tribunale contro il fantino invece che in difesa. Ho già dichiarato a lui, e dichiaro pubblicamente, che se sarà necessario, testimonierò in
difesa di Bartoletti in tribunale. Lo faccio per difendere un fantino con cui non ho mai avuto rapporti, ma nello stesso tempo lo faccio per difendere il Palio, la cosa che più amo al mondo . Purtroppo, però, questa gestione della vicenda Bartoletti ha fatto sì che per tenere la stessa severità nel 2014 si punisca anche Mattia Chiavassa con un'altra sanzione che ritengo altrettanto ingiusta. Il problema è che nel Palio si vogliono mettere troppe regole, regole che non mi appartengono perché io ritengo che il Palio sia un gioco senza regole.
Se non ci sono , siamo tutti alla pari. Se ci sono e non vengono fatte rispettare qualcuno avrà dei trattamenti di favore e non è giusto. Il caso di quest’anno dei due comuni che provano lo stesso cavallo alle prove del sabato è emblematico e qualcuno , per me, ne deve rispondere.
Per tornare alla domanda, chiedo a tutti coloro che stanno attaccando Chiavassa: lo considerate un fantino professionista o no? Se si, l’incidente è da imputare al fato, ad un istante sfortunato della finale, ma se non lo ritenete un fantino, allora prendetevela con chi l’ha montato e con il sistema che gli ha consentito di essere fra i papabili e quindi con i rettori, compreso il sottoscritto, che hanno
deciso per una certa impostazione. Non nascondiamoci dietro ad un dito.
Concludendo dico che questa vicenda farà molto discutere e conferma una mia idea sopra esposta. Farà discutere perché porterà a modificare nuovamente il modo in cui si individuano i fantini di riserva e qui io sono o per il ritorno del Palio degli scudieri in sostituzione di quella porcheria che si mette in scena il sabato oppure sono perché si lasci liberi i rioni di scegliersi un proprio fantino di riserva. Per quanto riguarda la mia idea prima esposta confermo e ribadisco che 21 sono troppi. Difficile trovare ogni anno 42 cavalli e 21 fantini all’altezza. E la mancanza di denaro produce un impoverimento della qualità degli stessi ed un aumento dei rischi di incidenti e infortuni. Io non voglio rischiare di non correre più o di essere danneggiato da altri perché fanno scelte tecniche per lo meno discutibili!

Cosa farai quest'anno?
Quest'anno, sollevato dall'incombenza di fare il rettore, molti amici mi dicono che , avendo molto più tempo libero, fra le altre cose mi potrò occupare anche dell'affaire Gingillo, una questione che secondo loro, non ritengo affatto conclusa. Gli stessi credono che me ne occuperò personalmente,
naturalmente limitatamente alla corsa, e ritengono che qualsiasi comitato lo monterà nel Palio 2015 deve sapere che prendendo Zedde prende il pacchetto completo. Per ridere mi dicono che a tutti gli effetti sarà "il mio fantino" per quest'anno.
Per il resto io rimango sempre di Tanaro, e il Palio di Asti è la cosa che più amo al mondo. Quindi non abbandonerò mai il Palio, e le parole che dico voglio che siano interpretate come un atto d'amore nei confronti della manifestazione. Qualcuno mi ha detto una volta che metto il Palio davanti a tutto, anche all'amicizia. Non ha capito forse il senso della mia affermazione: per me il Palio è la mia vita,
e il borgo la mia famiglia che è per chiunque più importante di una amicizia. Per questo intendo che se metto il Palio sopra ogni altra cosa è perché ritengo il Palio, e Tanaro, una cosa importante sopra
ogni altra cosa.