Sandro Pertini, parlando di Indro Montanelli, fucecchiese, ebbe a dire: «Di già Montanelli è di Fucecchio. Gente che dice male di tutti, e quando non trova altro da criticare si mette davanti allo specchio e sparla di se stessa». Beppe Severgnini, allievo di Montanelli, ha addirittura citato Fucecchio in uno dei suoi libri, "La pancia degli italiani", attraverso queste parole: «In mancanza di un rivale esterno, ci si divide all'interno. Nella piccola Fucecchio vivevano gli ingiuesi nella parte bassa del paese, e gli insuesi nella parte alta, e non andavano per nulla d'accordo. Le nozze tra un'ingiuese e un insuese - raccontava divertito Montanelli, che a Fucecchio era nato - venivano considerati matrimoni misti».
È chiaro come tutto vada contestualizzato ma sia Pertini che Severgnini non si sono certo allontanati da ciò che è lo spirito del Fucecchiese. E a Fucecchio esistevano anche due note famiglie, i Simonetti e i Della Volta, che nel trecento lottarono aspramente per accaparrarsi il controllo della città: i Simonetti erano ingiuesi, i Della Volta insuesi. I Della Volta erano esponenti della vecchia aristocrazia, dominavano Fucecchio da anni quando si scontrarono con i Simonetti, che rappresentavano la parte bassa di Fucecchio, quella fuori le mura. Lo scontro si concluse con la disfatta per i Simonetti che furono banditi dalla città. Tutti i Montanelli fucecchiesi e quindi anche Indro, sono discendenti di un ramo della famiglia dei Della Volta.
Ma tutto questo preambolo perché? Perché a Fucecchio le "rivalità" esistono da sempre, non sono certo nate con l'arrivo del Palio. Le Contrade però, per motivi differenti, hanno finito per risvegliarle, per fare riassaporare al fucecchiese un certo clima, un clima dal forte sapore medioevale. Le rivalità paliesche a Fucecchio sono quattro: Borgonovo contro Botteghe, Cappiano contro Ferruzza, Bernarda contro Raimonda e Torre contro Massarella. Le altre quattro Contrade (Samo, San Pierino, Sant'Andrea e Querciola) per ora non hanno una contrada rivale.
Ma cos'è una rivalità?
Rivalità significa che si vince quando l'avversario perde. Non importa vincere, l'importante è che la rivale non trionfi in una sorta di logica annientatrice. Seguendo questa logica di pensiero, questo modo di essere, chi ha una rivale deve correre due palii, uno mirato a vincere e uno mirato ad impedire alla rivale qualsiasi possibilità di vittoria, con qualsiasi mezzo, anche disarcionando il fantino avversario. E la rivalità non si vive solo il giorno del Palio ma tutto l'anno. Per questo si rende necessaria una piccola digressione sulla storia delle rivalità fucecchiesi.
Botteghe contro Borgonovo. La rivalità nasce nel 1985 quando la Contrada Borgonovo, arrivata al fotofinish con Botteghe, viene squalificata per scorrettezze. Fu il fantino biancorosso Alberto Antinori detto Albertino ad essere protagonista del fattaccio: gli strattoni dati al cavallo di Botteghe e anche a quello di Samo costarono la squalifica alla sua Contrada. All'epoca infatti si montava a sella, cioè con le staffe ed era vietato prendere per le briglie il cavallo dell'avversario. Vigevano in poche parole le regole da ippodromo. Così a Borgonovo venne revocato il cencio ed assegnato alla seconda classificata, Botteghe appunto. In seguito a questo verdetto, di certo molto discusso e al centro di grandi polemiche, i rapporti tra le due Contrade si incrinarono e nacque la rivalità. Destino ha anche voluto che le due compagini si trovassero accanto nella Buca d'Andrea. Negli anni successivi, soprattutto nel primo decennio di Palio, le due contrade conquisteranno complessivamente cinque palii e Borgonovo conquisterà il suo quarto e ultimo cencio nel 1995 con Massimo Donatini. Da allora le due rivali sono all'asciutto, nonostante più di una volta abbiano rischiato di portare a casa la vittoria, soprattutto per quanto riguarda Botteghe. I biancorossi, invece, portano nel cuore l'episodio del 1988, quando Botteghe perse un palio già vinto per un infortunio al cavallo e si fece sopravanzare sul palo dal fantino rivale. Due anni dopo, ecco la rivincita gialloviola: Dario Colagè detto Il Bufera su Pomponia conduce un palio capolavoro dopo esser stato ripescato in batteria e vince davanti a Borgonovo e Vincenzo Foglia. Nel 1995, come anticipato, l'esordiente Massimo Donatini su Mighty Dragon vince un palio al cardiopalma battendo altre tre contrade al fotofinish. Questa poi è l'unica rivalità nata in pista, figlia della corsa insomma.
Non solo screzi in buca, anche i confini hanno dato vita ad una rivalità: è il caso delle ContradePorta Bernarda e Porta Raimonda. Era il 1982 quando il gruppo dei Fratres, "padre spirituale" del Palio, decise di dare i confini alle Contrade. Su corso Matteotti non ci fu troppa chiarezza. Porta Bernarda e Porta Raimonda rivendicavano l'assegnazione della strada, uno dei simboli del cuore cittadino. Fu trovato, con fatica, un compromesso: il corso fu diviso in due. Tutti contenti? Macché. Fu il primo screzio di una rivalità che ha segnato il Palio. Una rivalità profonda che ha dato pepe alla corsa e colorito l'evento con immancabili sfottò. Se i rossoneri hanno il record di vittorie con 6 cenci in bacheca (e hanno monopolizzato gli ultimi undici anni), i gialloblù rivendicano gli splendidi 3 cenci negli anni Novanta. Beppe Pes, che ha vinto due palii per i gialloblù, è stato per anni una sorta di incubo per i rivali mentre Cianchino è rimasto l'unico a vincere due palii per due compagini nemiche (1993 Raimonda, 2000 Bernarda). Nel 2007 il fantino raimondino Franco Casu detto Spirito fece cadere a terra il giovane rivale Gianluca Fais per poi scappare di corsa dalla buca passando dai suoi contradaioli. Eliminazione in batteria per entrambe e addio ai sogni di gloria per la favorita Bernarda. Ma l'anno dopo ecco l'apoteosi per i rossoneri: Silvano Mulas, fantino esordiente e per giunta infortunato, vince un palio incredibile con un cavallo (Igor de Mores) non favorito davanti di pochi metri alla rivale, che quell'anno poteva contare su Lampante, barbero sempre super quotato ma che a Fucecchio non è mai andato oltre un terzo posto. Con l'ingaggio la Porta Raimonda era in vantaggio ma con la tratta è stato un monologo di Porta Bernarda, quattro a zero.
A caratterizzare invece le lotte tra Cappiano e Ferruzza è stato il calcio: il Fucecchio Calcio, in cui la Ferruzza si identificava, era il simbolo del pallone fucecchiese. Pian piano però la compagine calcistica di Cappiano riuscì ad emergere e a superare i rivali del Fucecchio, giungendo addirittura tra i professionisti. La frazione (Cappiano) si prese la rivincita sul centro cittadino, sulla squadra che fino ad allora aveva rappresentato Fucecchio. Infuocati derby cittadini poi accesero la rivalità che tuttora permane e che è veramente rovente. Episodio clou nel 2006 quando il fantino di Cappiano Massimo Columbu detto Veleno II disarcionò letteralmente Giovanni Atzeni detto Tittia che vestiva i colori di Ferruzza. Ne seguì un piccolo tafferuglio, ci furono attimi di tensione ma il peggio fu evitato. L'istantanea della lotta tra Columbu ed Atzeni spiega molto più di tante frasi cosa sia la rivalità e cosa possa spingere a fare. Due contrade economicamente importanti e molto popolose che però sono all'asciutto da tantissimi anni, la Ferruzza addirittura dal primo palio, quello vinto con Luca Sardelli e Vola Vola. La rivalità è nata relativamente tardi e, all'epoca dei trionfi delle due avversarie, non c'erano motivi d'astio. Un esempio di come questioni apparentemente fuori dal mondo palio tipo il calcio finiscano per ripercuotersi nei rapporti tra due realtà.
Ma veniamo all'ultima rivalità, quella tra Torre e Massarella. Una rivalità che affonda le radici nel tempo. Due frazioni distanti pochi chilometri, da sempre rivali. Una goliardia che poche volte ha superato le righe, nonostante che Massarella possa vantare 4 cenci vinti, mentre Torre è ancora a secco. Se a Massarella la Sagra della Zuppa è un'istituzione e ha portato mitici concerti (si ricorda anche Jerry Calà col foulard della Contrada), a Torre la nascita della Pro Loco ha riportato linfa. Anche se, in verità, a qualcuno non va ancora oggi giù la storica decisione che portò alla chiusura della scuola elementare di Massarella, salvando quella di Torre. Numericamente Massarella ha strapazzato Torre, portandosi sul 4-0. Fino al 1998 entrambe erano "vergini" ma dopo la vittoria di Massimo Coghe a Massarella per i massigiani sono iniziati anni di gioia incontenibile: bis nel 2000 con Mureddu, addirittura cappotto 2003-2004 con Claudio Bandini detto Batticuore, uno che il cuore l'ha fatto battere per davvero ai massigiani, nonostante qualche anno dopo abbia vestito i colori della rivale, danneggiandola con manovre ostruzionistiche in un palio che poteva essere trionfale. Per Torre, unica contrada ancora a zero, solo un ottimo secondo posto nel 2010.
Questa è la storia, in pillole, delle rivalità che contraddistinguono il Palio e che animano la vita di Contrada. È opinione diffusa, infatti, che sì la rivale rende molto più complicato vincere la carriera paliesca ma allo stesso tempo è molto più stimolante perché ti costringe a scendere in buca col brivido che scende lungo la schiena, con la paura che il vicino, il nemico ti possa battere e poi farsi beffe di te.
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