venerdì 9 maggio 2014

Enrico Bruschelli: "A mio padre devo molto, ma tra i canapi onoreremo le rispettive giubbe fino in fondo"



Per la prima volta quest'anno, a contendersi un Palio ci saranno padre e figlio. Con la conferma di Enrico Bruschelli a Castell'Alfero ( il fantino sarà presentato domani in Comune, alle 19) vengono scombinati molti dei piani che davano una griglia già definita in vista del Palio di settembre.

"Sono molto contento di poter correre ad Asti - racconta Enrico, che a dispetto della giovane età ha già fatto molta strada nel mondo del Palio - un Palio importante e un comune che mi ha cercato per un ingaggio che mi ha fatto molto felice. Sono contento di come si sono svolte le cose, con il Comune che mi ha cercato e anche con il rettore i rapporti sono stati dal primo momento subito ottimi".

Enrico Bruschelli, per la prima volta in piazza Alfieri, porta con sé il retaggio di un cognome "pesante" che sicuramente non potrà lasciare indifferenti coloro che pensavano a Castell'Alfero come una monta di secondo piano: "Sicuramente a mio padre devo tantissimo: è lui che mi ha insegnato praticamente tutto quello che so sui cavalli e su come si fa il Palio, ma è un mestiere il mio in cui non si finisce mai di imparare, e quindi c'è ancora tanto da fare".

Per la prima volta Enrico correrà un Palio assieme a suo padre, anzi, contro suo padre perché nel Palio ognuno corre per sé: "Sarà una situazione strana, ma neanche tanto. Sia io che mio padre ci riteniamo dei professionisti e onoreremo entrambi fino alla fine la giubba che indosseremo. Se le nostre strade si incroceranno bene, se invece il destino del Palio vuole in un altro modo, ognuno farà la sua strada e farà la propria corsa fino in fondo. Tra i canapi siamo rivali, fuori ovviamente è il mio babbo".

L'ultima domanda che riserviamo ad Enrico è su come vorrà diventare da grande: tanti fantini dicono "voglio diventare come Bruschelli". Lui Bruschelli lo è già: "Su questo la penso in maniera diversa - conclude - io sono io e mio padre è mio padre. Ognuno ha la propria storia e ognuno fa le proprie scelte, commettendo anche alcuni sbagli. Io non voglio essere il figlio di mio padre, ma voglio cercare la mia strada e fare le mie scelte. Poi ovviamente, il grande sogno di ogni fantino è vincere il Palio di Siena".