Certo, ora molti potrebbero dire che rispetto ai campionati A1 di domenica scorsa ad Ascoli, il Paliotto degli sbandieratori può sembrare una piccola gara di provincia. A supporto di questa tesi, potremmo dire che San Lazzaro, andato nelle Marche con l'obiettivo salvezza, ieri sera ha primeggiato senza rivali in tutte le categorie. (Per i maligni anti Fisb, tra l'altro, i ramarri hanno vinto anche la coreografica, giudicata non esclusivamente da giudici della federazione). Sia come sia, tutti sapevano che stasera non c'era storia, a partire dal rettore giallo verde a tutti gli altri.
Ma per chi ieri sera in piazza del Santo c'era, o per chi l'ha seguito da casa, il Paliotto non è una gara qualunque di bandiere, nè lo sarà mai. Non è una gara FISB come tutte le altre perché l'essenza stessa del Paliotto è quella di unirsi a doppio filo con la corsa del Palio, di cui è sarà sempre un corollario imprescindibile.
I commenti si sprecano su facebook, ma uno su tutti risalta: quello dedicato a chi i numeri, calcolatrice e regolamento FISB alla mano li studia e li programma. A chi tutti i giorni, silenziosamente, ripassa mentalmente scambi e coreografie. Lo stesso discorso vale per tutti gli altri gruppi che lavorano e a cui la ribalta dei vincitori lascia sempre troppo poco spazio: dai musici di San Marzanotto che conquistano l'argento, agli ottimi elementi di Viatosto, che hanno iniziato alcuni anni fa con un pugni di sbandieratori e musici e sono riusciti a creare un gruppo al vertice della classifica.
Il Palio ad Asti c'è, ed è vivo. E si vede anche nel Paliotto.