mercoledì 25 settembre 2013

Bircolotti: "L'incidente a Mamuthones non è una scusa per affondare il Palio"


Riceviamo e pubblichiamo:

Lontano ormai una settimana dalla manifestazione , una manifestazione che quest'anno ha messo dura prova l'organizzazione, i rioni,  i borghi e i comuni voglio fare alcune considerazioni . Chiedo però che non vengano prese per critiche da chi verrà toccato dalle mie parole ma che vengano intese come parole costruttive da chi lavora, da chi si da da fare un anno o una vita per vedere il palio crescere, quindi da tutti gli addetti ai lavori. Continuo a vedere e sentire uno strascico di critiche, notizie, e forse anche cattiverie gratuite verso una manifestazione che non ha altro che ricevere applausi per come costruita e diretta da chi sta dietro a lavorarci. Ho visto negli anni cambiare amministrazioni , capitani, rettori, ma ho sempre visto gente svolgere un lavoro con passione e sacrificio, costantemente per arrivare al fatidico giorno del Palio che decreterà poi un vincitore e venti perdenti che in un attimo vedranno sfumare tutto il lavoro di un anno. 
Il Palio sì, ha avuto una nota negativa, forse la peggiore di tutto ciò che può accadere in una corsa di cavalli, ma non si deve portare fuori il palio per questa nota come e' accaduto in un attimo dopo l'incidente. I media vivono di notizie negative ,perché l'audience si crea con il fattaccio non con l'immagine bella del palio che finisce con una vittoria e con un lavoro di un anno.

Il lunedì il palio e' rimasto chiuso in Asti e nessuno di coloro che si sono fatti la bocca piena la domenica divulgando in tutta fretta la notizia di un brutto incidente ne ha fatto una notizia positiva, ma sono andati a cercare il pelo nell'uovo forse ancor più brutto dirlo ,sperando che qualche altro incidente venisse a galla...

Non è così , per mio modesto parere, da ignorante dallo scrivere sulla carta stampata , e' un po' quello che sta accadendo adesso nella società attuale ,prima si spara a zero si terrorizza la gente e quando la gente non sa più dove sbattere la testa allora si cerca di dare notizie che tranquillizzino ma forse era bene pensarci prima ........... Ribadisco il mio concetto sul fatto accaduto io sono un mossiere....anzi un uomo che prima di puntare il dito su chi può essere il colpevole ci pensa mille volte. 
Forse come detto in sede di riunione non pretendiamo troppo da questi ragazzi, non chiediamogli l'impossibile, facciamoli arrivare a correre con la concentrazione di far bene non di strafare, cuciamogli un vestito adeguato addosso, non un abito troppo grande o troppo stretto.
Reputo i fantini i miei ragazzi e continuerò a dirlo fino al giorno che salirò li sopra. 
Il canapo più basso, il nervosismo del cavallo, la tensione del fantino, il canapo che non sgancia, il mossiere che ritarda sono tutte teorie che calzano a pennello dopo un incidente come questo, ma non colpevolizziamo, non dobbiamo cercare un colpevole per forza per poter dire ecco abbiamo la testa di colui che ha distrutto la manifestazione. Continuate a lavorare così per il Palio di Asti che non avete sbagliato nulla. L'incidente come altri mille incidenti alla mossa con un epilogo così non era mai accaduto nella storia dei palii e se fosse caduto in maniera diversa si sarebbe rialzato, il Palio avrebbe avuto il suo corso, saremmo arrivati alla finale e chissà se fosse stato tutto lineare se nessuno dopo il martedì ne avrebbe più parlato. Concludo rivolgendomi a tutti coloro che non godono di certi aspetti del palio ma che soffrono per questi accaduti perché con i cavalli vivono costantemente ma l'incidente se pur a volte potrebbe essere risparmiato per un imprecisione, una fretta , una manovra sbagliata non deve essere il mezzo per affondare il Palio. 
Ringrazio tutti i rettori che in sede di riunione dopo l'accaduto mi hanno dato piena fiducia ,sinceramente emozionandomi e penso che non si sia esitato a vederlo ma sono fatto così . 
Un grazie a tutta la macchina organizzativa del Palio dal l'assessore Pasta al Capitano Clerico a Berlinghieri e a tutti i Rettori a Matteo e Fabrizio della Digos che non mi hanno mollato un attimo e un abbraccio particolare al Rione Santa Maria Nuova.

Renato Bircolotti