lunedì 16 settembre 2013

La tristezza e l'orgoglio

Signori, è inutile girarci intorno. Oggi ad Asti è morto un cavallo. Ed è morto nella peggior maniera possibile, scalciando a pochi metri dal canapo sotto gli occhi di diecimila persone. Questa è la verità. Nuda e semplice.
Da stasera i social network sono un florilegio di insulti contro il Palio, l'Amministrazione Comunale, il mossiere. "Assassini, bastardi, pervertiti". Bene. Ma le stesse persone che urlano alla perversione o alla necrofilia sono le stesse che da ore continuano a condividere sui social network le immagini dell'incidente al cavallo di Santa Maria Nuova. Le stesse persone che augurano domani la morte ai fantini e a chi va a vedere l'orrendo spettacolo.
Noi di foto ne abbiamo. E di raccapriccianti. Ma abbiamo deciso di non pubblicarle. Perché non ci diverte vedere la morte di un animale, non vogliamo strumentalizzare, né masturbarci mentalmente queste immagini.
Non odiamo nessuno, e non vogliamo la morte di nessuno, neanche di chi oggi ci odia. Ma chiediamo un minimo di coerenza: rispettiamo le opinioni (per altro legittime) di quelli a cui il Palio non piace ma chiediamo che vengano rispettate anche le nostre.
Ci sono tante persone che pensano che odiamo i cavalli: che guardino le lacrime di Bartoletti, e di tutta Santa Maria Nuova. C'è chi pensa che il Palio sia una corsa improvvisata, e pericolosa: accettiamo la loro opinione, ma prima si informino in maniera seria su tutto quello che viene fatto dentro e fuori la pista per il benessere degli animali. C'è chi pensa che il Palio sia una tradizione inutile da abolire, che non sia una Festa fatta di socialità, di passione, di persone comuni che lavorano gratuitamente per un ideale comune e totalmente disinteressato ( al saldo del costo della stoffa del drappo), prego si accomodino, ma prima pensino per un momento se la vera barbarie del "progresso" non possano essere il precariato, le difficoltà quotidiane, l'incertezza per il futuro. Ma se tutto questo non basta, e si pensa che davvero "chi corre in moto il suo destino se lo sceglie, il cavallo no", allora rispondiamo che tutto il progresso umano è basato sullo sviluppo umano. Nell'allevamento, nel testare i farmaci, e anche nel far correre gli animali. Rispettiamo chi per motivi filosofici, o di coscienza è vegano o vuole vedere solo cavalli vagare liberi per le praterie. Per quello che mi riguarda mangio la carne, uso le medicine e mi piace veder correre i cavalli. E penso che possa ancora essere una libera scelta.
Domani è un altro giorno, domani si ricomincia. Buon Palio.

Alessandro Franco