giovedì 24 agosto 2017

Verso il Palio 2017: il Rione San Martino San Rocco


Nella parte sud occidentale della città si estende il Rione San Martino San Rocco che occupa, per tre quarti, quello che fu il centro antico di Asti dove si possono ammirare le torri e le dimore di nobili famiglie astigiane quali i Pelletta, i Malabayla e i Roero. Questi ultimi, importanti mercanti e banchieri, ebbero torri, palazzi e caseforti nella via omonima che ancora oggi congiunge corso Alfieri con piazza San Giuseppe e piazzetta San Rocco, cuore del Rione. A testimonianza dell’importanza del casato dei Roero, in epoca medievale in quella via non era consentito il passo ai funerali ed era interdetto il passaggio di condannati.

COLORI: bianco e verde

RETTORE: Daniele Bruzzone

VITTORIE: 








1984
Andrea Degortes "Aceto" su Stachys "Sotto"
Rettore: Elio Ruffa









1985
Mario Cottone "Truciolo" su Prairie Speedy "Olivoli Olivolà"
Rettore: Italo Melotti









2012
Maurizio Farnetani "Bucefalo" su Ventuno
Rettore: Franca Sattanino


TEMA DELLA SFILATAGiochi e passatempi nell'Asti medievale
Giovan Giorgio Alione definiva Asti, sua città, come una "terra de solacz", ossia di divertimenti: infatti, oltre alle feste annuali della corsa del Palio e della processione del Corpus Domini, gli Astigiani coglievano ogni occasione di svago.

Tra i tanti passatempi praticati, con dadi, pedine o carte, un ruolo importante aveva il gioco d’azzardo, più o meno tollerato nel corso dei secoli, ma sempre approvato se svolto nella "baratteria" (casa da gioco), i cui proventi affluivano nelle casse del Comune: ad Asti, infatti, la reva ludi taxillorum (gabella sul gioco dei dadi) nel 1462-1463 fruttava al Duca d’Orleans una delle entrate maggiori. Vista l'impossibilità di controllare o reprimere la tendenza al gioco, esso veniva in genere considerato lecito se praticato in un contesto morigerato e controllato: non si condannava dunque l'azzardo in sé, ma le modalità con cui esso si svolgeva. Il gioco si praticava ovunque: sotto le logge e i portici, ai crocevia delle strade e soprattutto sulle piazze dei mercati, essendo proibito nelle case private, nelle botteghe e nei luoghi semichiusi. Si faceva eccezione per la casa del podestà, in cui, solo in occasione delle festività natalizie, dipendenti e amici potevano giocare ai dadi, alle tavole e agli scacchi, così come riportano gli Statuti astigiani. Secondo il giuramento dei tavernieri, non era permesso giocare nelle locande: i trasgressori venivano puniti con una sanzione di 3 lire astesi e il giocatore doveva pagare un supplemento di 20 soldi. Uno dei giochi più amati, seppur pericoloso per la quiete e la morale pubblica, era quello dei dadi, spesso fonte di liti e disordini. Molto diffusa era la "Zara" (o "Azar"), che consisteva nell'indovinare il punteggio dei tre dadi prima del lancio. I giochi con le tavole venivano considerati, insieme agli scacchi, il tipico divertimento della nobiltà: l'arithmomachia, o ludus philosophorum, consisteva nel creare proporzioni matematiche tra pedine numerate ed era il passatempo privilegiato dalle persone colte. Dadi e tavole non erano gli unici giochi: i bambini e le fanciulle si dilettavano all'aperto con il cerchio e rincorrendosi a "mosca cieca", mentre era riservato agli uomini l'utile e nobile esercizio del tiro alla balestra, di cui si organizzavano frequenti tornei. Vivamente osteggiato era invece il ludus pugillorum (il pugilato dell’epoca), praticato prevalentemente tra le classi popolari.

CENA PROPIZIATORIA: Sabato 16 settembre: Piazza Roma - ore 20.30

FANTINO: Uno dei primi Rioni, ormai alcuni mesi, a svelare il nome del nuovo fantino, San Martino San Rocco ha scelto di ripartire da Francesco Caria, in arte Tremendo. Al fantino sardo spetterà quindi il compito di provare, quantomeno, a riportare i biancoverdi in finale, risultato mai più raggiunto da SMSR dopo la vittoria del 2012. Per Caria quella del prossimo settembre sarà la sesta presenza in Piazza Alfieri, la prima in biancoverde dopo le esperienze con Montechiaro (2009), Castell'Alfero (2011), San Damiano (2012, 2013, 2014) e San Pietro (2016). Nei sei Palii disputati ad Asti, Tremendo ha saputo raggiungere la finale in due occasioni, ottenendo come miglior piazzamento un terzo posto nel 2011. In questo 2017 Caria ha disputato i Palii di Ferrara, Casole d'Elsa e Bientina, prima di correre e vincere, pochi giorni fa, il Palio di Piancastagnaio.