Il Rione San Paolo, situato al limite meridionale del centro
storico medievale, è sicuramente uno dei più estesi ed uno dei più antichi. Già
nel 1292 si trova traccia della chiesa di San Paolo che, secondo gli
studiosi, era stata eretta presso il muro di cinta della città.
L’attuale chiesa di San Paolo, da cui prende il nome il
rione, è stata costruita intorno al 1790 in stile corinzio e custodisce, tra
l’altro, il Palio che il Rione ha vinto nel 1975, settecentesimo anniversario
della corsa.
COLORI: oro e rosso
RETTORE: Giovanni Schillaci
1975
Renato Magari "Il Biondo" su Capriccio
Rettore: Giuseppe Cavanna
1978
Sergio Ruiu "Il Professore" su Napo "Nobel"
Rettore: Secondo Magnone
1979
Sergio Ruiu "Il Professore" su Mec "Nobel II"
Rettore: Silvano Ghia
Pestilenze, guerre e carestie ponevano quotidianamente l'uomo medievale a confronto con la morte. Canti, composizioni poetiche, affreschi ed opere moraleggianti avevano per tema la brevità della vita e l'ineluttabilità del destino: uno dei motivi più celebri è la “Danse de Macabre”, la danza macabra, illustrata in innumerevoli affreschi dal XII al XV secolo in Italia ed Europa, presente anche nell'Astigiano con una testimonianza presso la Canonica di Vezzolano.
In questo genere di ciclo pittorico, uomini e donne di diversa estrazione sociale danzano metaforicamente con la Morte e talvolta scambiano con essa un dialogo amaro e rassegnato.
La stessa Chiesa, a più riprese, ha usato questa iconografia per ricordare ai fedeli la caducità della vita e la vanità delle cose terrene dinnanzi alla Morte.
I personaggi della “Danse macabre” si riconoscono dagli abiti: monaco, papa, imperatore, soldato, mercante, contadino o nullatenente, vengono presi per mano da morti avvolti in sudari e fatti ballare in una processione. Poco a poco, i membri della danza lasciano la fila e sono condotti via dalle nere figure, a simboleggiare la dipartita costante e progressiva di tutti gli uomini.
Il Rione San Paolo vuole rappresentare questa allegoria in bilico tra la vita e la morte. Il corteo si apre con i potenti, imperatori, papi, cardinali e nobili per poi procedere via via con dame e cavalieri, fino ad artigiani, contadine, poveri, ragazzi e bambini.
Le varie raffigurazioni della Morte, avvolte dai loro sudari, si aggirano invitando gli uomini a ballare mentre alcuni musicanti scheletrici accompagnano la Danza con i loro strumenti.
Alcune di queste raffigurazioni sono il perfetto contraltare del vivente di cui hanno preso il posto e ne indossano gli attributi mondani: corone per i re oppure strumenti di lavoro per gli artigiani.
Fanno da cornice alcune dame recanti un motto, che riassume così il senso della scena: “O tu che serve a Dio del bon core, non havire paura a questo ballo venire. Ma alegramente vene e non temire, poi chi nasce elli convien morire”.
CENA PROPIZIATORIA: Sabato 16 settembre: Cortile della sede, Via Bonzanigo - ore 20.30
FANTINO: Dopo la vittoria del 2015 e il poco fortunato Palio del 2016, il Rione San Paolo ha scelto di affidare le proprie sorti a un nuovo fantino, Andrea Coghe, pronto a indossare per la prima volta quella giubba oro-rossa già vestita da suo papà Massimo negli anni 2002 e 2003. Il Palio del prossimo settembre sarà il settimo corso ad Asti da Coghe, chiamato al riscatto dopo due anni negativi, arrivati dopo brillanti prestazioni messe in pista nei primi anni di carriera. Dopo il debutto in Piazza Alfieri nel 2011 con Don Bosco conclusosi in batteria, infatti, Coghe aveva saputo centrare tre finali di fila, piazzandosi due volte quarto (2012 con Moncalvo e 2014 con Santa Maria Nuova) e una volta sesto (2013 con Moncalvo). Al contrario, negli ultimi due anni, vestendo i colori di Moncalvo e San Martino San Rocco, non è riuscito a superare la batteria. Se si guarda al 2017 l'annata di Coghe è stata a due facce. Dopo un avvio di stagione nell'ombra, con la sola presenza al Palio di Mordano, per il fantino senese è arrivato il momento del debutto in Piazza del Campo, con due positive Carriere corse con i colori della Selva. In occasione del debutto Coghe è stato soprannominato "Tempesta".