domenica 2 giugno 2013

Ferrara, malumori dopo la mossa di domenica. Il sindaco: "Stop ai senesi, si pensi a una leva di fantini locale"





Lasciare Siena ai senesi, smarcarsi e puntare su un Palio che sia veramente di Ferrara. Non è una provocazione, ma una questione seria che lo stesso sindaco Tiziano Tagliani, che è anche presidente onorario dell’Ente Palio, ha intenzione di porre presto sul tavolo. Dopo il tweet lanciato al termine della corsa dei cavalli di domenica, con il quale il primo cittadino spazientito dalla lunga attesa della “mossa” (un’ora e 45 minuti circa) invocava nuove regole, ora Tagliani chiarisce che “la dimensione dello spettacolo non può essere lasciata solo ai fantini”.

“Ho assistito personalmente – aggiunge – all’abbandono della piazza Ariostea da parte di una ventina di turisti che erano lì per assistere al Palio. Tempi così lunghi per le strategie dei fantini non sono ammissibili. Per cui o cambiamo l’ordine delle gare, facendo iniziare la manifestazione con la corsa dei cavalli, o cambiamo le regole. Bisogna svincolarsi da regole che fanno associare il nostro Palio a quello di Siena. E la soluzione può essere quella di iniziare a formare ua leva di fantini locale o addirittura regionale. Penso sia il momento di porsi il problema in modo serio e infatti lo porrò subito al presidente dell’Ente Palio e ai presidenti delle contrade”.

Quella di Tagliani non è in realtà una proposta chock, in quanto proprio l’attuale presidente dell’Ente Palio, Giambaldo Perugini, propose anni fa di utilizzare fantini ferraresi, trovando l’ostilità della parte più “cavallara” del mondo delle contrade. “Siamo oggettivamente molto legati per la corsa dei cavalli a Siena – spiega Perugini – dove c’è una scuola di fantini professionisti che girano i palii d’Italia. Quando proposi il “sogno” di una scuola ferrarese, magari con cavalli ‘camargue’, si obiettò: vogliamo correre o passeggiare? E’ comunque lo stesso problema, e “sogno”, che hanno altri palii in Italia. Qui non si tratta di ingaggiare fantini ferraresi, ma di creare una scuola, e non possiamo pretendere che i fantini nascano qui”. “Anche i cavalli ‘camargue’ mi risulta che sappiano correre”, è la riflessione di Tagliani alle obiezioni che sicuramente muoveranno ancora le contrade. In realtà l’unica difficoltà sta nella volontà di iniziare un cambiamento, a cominciare dai primi passi, perché anche a Siena da qualche parte hanno cominciato fino ad arrivare a dominare l’intero panorama italiano, tant’è che ora non c’è palio che non si rivolga all’ambiente senese per ingaggiare i fantini.



Il fatto è che questo ha almeno una controindicazione. Inutile nascondere infatti che per poter aspirare alla vittoria in una edizione del Palio, salvo casi davvero rari e particolari, una contrada debba alzare il più possibile l’ingaggio del fantino. Si parla di denaro, ovviamente. Più ce n’è, più lo stesso afantino avrà risorse disponibili per fare “promesse” o “patteggiamenti” con i colleghi in gara. Favori che poi – e anche questo è noto – prima o poi verranno restituiti, nello stesso o in altri palii italiani. Perché quegli stessi fantini prima o poi si ritroveranno. E’ da lì, dai fantini senesi (sardi, toscani o persino stranieri, ma sempre gravitanti in quella scuola senese) che infatti tutti ‘pescano’. E’ anche questo il probabile motivo per cui il fantino di San Paolo di rincorsa, Adrian Topalli di San Paolo, ha atteso a lungo prima di entrare fra i canapi, aspettando probabilmente un cenno da qualcuno o pensando di poter stancare alcuni avversari temibili (ad esempio San Luca e San Benedetto) o temuti da qualcuno. Insomma, niente di etico o di sportivo, nonostante la corsa a cui si è assistito domenica sia stata una delle più avvincenti e belle mai viste a Ferrara.

L’altro nodo da risolvere riguarda invece la questione traguardo, dopo l’arrivo da fotofinish di due cavalli quasi perfettamente appaiati. Per Perugini ci sono cose da migliorare e “ne parlerò presto con il comitato organizzatore, senza attendere troppo”. “C’è da migliorare il regolamento in questo senso – dice il presidente dell’Ente Palio – con meccanismo che rendano certo il vincitore in casi limite come questo, ma anche che diano più poteri al mossiere per evitare che i fantini facciano ciò che vogliono, soprattutto quello di rincorsa”. Proprio Perugini, intanto, lascia ancora aperta la questione relativa alle sue dimissioni, presentate dopo gli attacchi personali ricevuti dopo la sua recente nomina. “Mi avevano chiesto di restare fino al termine di questa edizione del Palio – spiega – e avevo chiesto due cose: nuove idee e una soluzione duratura per la sede dell’Ente Palio. Al momento non so ancora se renderò effettive le dimissioni. Devo ancora sistemare alcune questioni e nello stesso tempo ho alcuni grandi progetti da portare avanti, sebbene possano essere portati avanti anche senza il sottoscritto come presidente. Vedremo nel giro di qualche giorno cosa succederà”.



L’appello per nuove regole arriva anche dallo stesso mossiere, Gennaro Milone, per la prima volta a Ferrara. “Chiederò ai responsabili dell’Ente Palio di Ferrara – dichiara – di modificare il regolamento e assegnare più poteri al mossiere nei confronti del fantino di rincorsa, come avviene in altri palii. Per il resto credo di avere fatto un buon lavoro e sono soddisfatto. Ho mantenuto la calma fino alla partenza e la mossa è stata buona. Volevo fare bene per poter essere richiamato a Ferrara anche l’anno prossimo e penso proprio di esserci riuscito. Per quanto riguarda il comportamento dei fantini, beh, devo dire che a Ferrara è andata fin troppo bene, se penso al “macello” che è accaduto tempo fa a Legnano, dove sono volati calci e botte da orbi”. “Corsa stupenda al di là del risultato – è l’opinione del responsabile della corsa dei cavalli dei vincitori di San Giacomo, Stefano Negrini – però il Palio se vuole crescere deve darsi regole più certe. Capisco infatti la delusione di San Benedetto. Stare così, col fiato sospeso senza sapere se hai vinto o perso non è bello. Sui tempi di attesa: critiche alla ricorsa non mi sento di farle, perché nel palio ognuno cerca di fare il suo gioco per vincere”. I grandi sconfitti di San Benedetto hanno alla fine accettato, anche se con amarezza, il verdetto a loro sfavorevole. “Si è dovuto ricorrere a un video – dice il presidente della contrada, Lorenzo Linoso – e questo non può rendere contenti né vincitori né vinti. Onore comunque ai vincitori. Noi faremo comunque ricorso, sapendo che sarà ininfluente essendo fuori tempo massimo, con il solo intento di far crescere la manifestazione e sottolinearne le carenze. La lunga attesa della mossa ha svantaggiato il cavallo nostro e quello di San Luca. Noi abbiamo comunque festeggiato in contrada una splendida vittoria, quella della nostra Putta, grandissima a soli dodici anni”. “Un’attesa lunga ci sta e non mi stupisce, anche perché altrove in Italia ho visto di peggio – dichiara infine l’assessore con delega al Palio, Aldo Modonesi – così come non mi stupiscono le critiche al maestrato dei savi che non si trovava sulla linea del traguardo, bensì nella zona della mossa. E’ vero però che dai fatti tragici del 2006 tutta la concentrazione è sulla mossa: un problema di fotofinish non si era mai verificato né si pensava potesse verificarsi. La cosa che mi ha fatto grande piacere e vorrei sottolineare è invece il grande senso di responsabilità delle dirigenze delle due contrade che attendevano il verdetto. Nonostante la rabbia che sale in questi momenti hanno saputo contenere i propri contradaioli e per questo devo fare i complimenti. In altri tempi, in passato, sarebbe accaduto qualcosa di diverso”.

www.collegiodeicapitani.it