lunedì 10 ottobre 2011

Pasta: "Servono gli Stati Generali del Palio"


Alberto Pasta alle corse del Censin Bosia per seguire i cavalli della Cattedrale
Come le è sembrato il Palio appena trascorso? E se dovesse fare un bilancio della manifestazione sotto questi anni di amministrazione Galvagno, come sarebbe? Positivo o negativo?

Sotto il profilo della partecipazione penso che si stato un buon Palio. Io sostengo “nonostante” l'amministrazione comunale.
Da un altro punto di vista è sotto gli occhi di tutti. Il disastro combinato dal mossiere Enrico Corbelli. Un mossiere che non è mai stato all'altezza della situazione è che è stato nominato evidentemente con il voto determinate da parte dell'amministrazione.
E' stato chiesto al consigliere delegato al Palio di non partecipare al voto. Non ha voluto ascoltare nessun suggerimento. Il risultato c'è stato e si è visto in piazza Alfieri:quando si mettono due personaggi sullo stesso piano, e si va alla conta sul nome di Masala e sul nome di Corbelli, nessuno aveva modo di pensare che per Asti la scelta andava fatta in direzione di Masala, già mossiere a Siena, per motivi di prestigio e di tranquillità.
Dico che è stato un bel Palio “nonostante” perché secondo me alla fine il dato che emerge è che il Palio va avanti nonostante questo sindaco. Nel corso di questi 5 anni non c'è stata la minima cultura di Palio da parte di questa amministrazione.
Ricordo che la massima ambizione di questo sindaco era correre il Palio in un valletta di Viatosto. Questo evidenzia la mancanza totale della sua cultura paliesca. L'unica preoccupazione di Galvagno era rispettare i tempi della tv.
Ripeto, secondo me questa amministrazione per il Palio non ha fatto niente.

Come si può migliorare l'impatto del Palio sulla città e quindi sulla sua economia? 

Sono convinto che il Palio abbia una potenzialità pazzesca e inespressa. Bisogna trovare tutti gli accorgimenti necessari per farla venire fuori il più possibile. Per esempio non bisogna intasare il settembre astigiano con Sagre, Douja e Palio, e bisogna creare le condizioni che la manifestazione vada avanti tutto l'anno. Per questo biosgna mettere in campo una serie di interventi: interventi non semplici ma che vanno adottati. Spalmare su altri periodi dell'anno alcune iniziative del Palio. Spostare la corsa stessa più vicina alle feste patronali di San Secondo, senza per questo andare a sovrapporsi a Legnano e a Ferrara.

Si parla di rilanciare il Palio in una più ampia strategia culturale e sociale. Qual'è la sua ricetta?

Una delle pecche della Giunta Galvagno è stata la totale mancanza di sensibilità sul discorso delle sedi da parte dei comitati. Io penso che nell'eventualità, molto probabile, che il centrosinistra vinca le elezioni, bisogna trovare una soluzione. Il Museo del Palio, dal canto suo, deve essere una struttura che porti il Palio come attrattiva turistica nella nostra città per 365 giorni all'anno. Un Museo, ovviamente non può che sorgere per un intervento pubblico. Il supporto da parte dei comitati può avvenire con il prestito al Museo stesso di costumi e manoscritti.
Da parte dell'Amministrazione, su questi temi non c'è stata la dovuta attenzione: il Palio viene visto solo come una corsa che per questo sindaco deve durare meno tempo possibile così da levarsi il fastidio. Invece il nostro Palio è un mix di cultura e tradizione. Un altro errore storico è stato quello di non portare avanti un progetto educativo al Palio nei confronti dei più giovani, un progetto che ci aveva già visto impegnati nella scorsa legislatura e che è stato brutalmente interrotto.

Il Palio può meritare un assessorato apposito? 

E' un falso discorso quello sollevato da qualcuno di aggingere un assessorato al Palio. La nostra Festa deve tornare ad avere una dignità di assessorato, come si è sempre fatto, aggiungendo il Palio alla Cultura e alle Manifestazioni.
In 5 anni il Palio non è mai esistito. Questo procedimento, invece, non comporta un centesimo di spesa n più. E' stata sempre questa amministrazione, per beghe intorne, a creare una delega ad hoc per un consigliere, che non siede in giunta, non può far valere le proprie ragioni in quella sede, anzi le decisioni di Giunta le subisce.

In conclusione, il Palio come può entrare nella prossima campagna elettorale?


Io penso sia il caso di riproporre il progetto Bera- Bagnadentro. Noi lo metteremo all'interno del programma di Italia dei Valori. Non so se si potrà prenderlo pari pari e trasformarlo al 100 % , ma di sicuro è una piattaforma da cui partire. Bisogna riprendere in mano il Palio contattando tutte le varie realtà: io proporrò gli “Stati generali del Palio”: bisogna unire tutti coloro che vogliono bene al Palio e sono soggetti e attori del Palio stesso. Una sorta di “full immersion” per rinnovare nella tradizione la nostra Festa. Il nostro impegno deve essere chiaro, vedere la Festa come momento di crescita della città e non solo come un enorme spot personale. La nuova amministrazione deve smetterla di invitare 500 persone sulla tribuna Alfieri a spese della collettività il giorno del palio. Basta strumentalizzare il Palio come momento di omaggio di biglietti. Le mie non vogliono essere chiacchere pre - elettorali, ma una vera spinta di crescita per la manifestazione. Con Brignolo condividiamo molte cose in merito, ma soprattutto il fatto che bisogna rintrecciare un dialogo serio e condiviso con tutti gli attori del Palio.