lunedì 3 ottobre 2011

Le foto del Giro della Vittoria di San Damiano


















Ecco le foto del Giro della Vittoria del Comune di San Damiano, vincitore del Palio di Asti 2011. Giro che si è svolto sabato 24 settembre durante la manifestazione Arte e Mercanti e la notte Viola. Una sfilata partecipata, quella di San Damiano, che ha portato finalmente il Palio nel capoluogo delle Colline Alfieri (anche se in realtà quello vinto da San Damiano è il secondo drappo della plurisecolare storia del Palio: San Damiano vinse il Palio nel 1749 con il fantino Antonio Ranco detto Tognino ed il cavallo Maltese).

Ma da dove arriva la consuetudine di tornare in strada e in piazza, a pochi giorni della corsa, con il Palio appena vinto.  Leggiamo insieme la spiegazione data dallo storico del Palio Gianluigi Bera:


"I momenti successivi alla vincita del Palio si potevano paragonare ad una sbornia collettiva in cui i “partitanti” davano sfogo in modo scomposto ed esaltato alla passione ed all’entusiasmo. Smaltita nella notte questa specie di ubriacatura orgiastica, nel giorno seguente la Festa tornava nei suoi ranghi istituzionali e formali. Come si è detto altrove, il Palio era ed è sostanzialmente un “gioco di guerra”, la cui posta era ed è l’effimero, virtuale ma riconosciuto “dominio” sulla Città. Come un nuovo dominatore si comportava dunque il Sodalizio trionfante, celebrando la sua gloria secondo la prassi ed i cerimoniali delle solenni "Intrate" che i sovrani usavano compiere nelle località a loro sottomesse. La cerimonia di ringraziamento alla Collegiata del Santo svoltosi la sera stessa della Corsa era l’ultimo atto che in qualche modo rendeva omaggio alle ordinarie gerarchie sotto la cui egida si svolge il Palio: Secondo in Cielo ed il Comune in Terra. Dopo quest’episodio si capovolgevano le consuete gerarchie del potere, e la Parte si affermava sul Tutto, il Microcosmo vinceva sul Macrocosmo. L’ufficiale “presa di possesso” della Città avveniva qualche giorno dopo la Festa, e generalmente la prima Domenica che la seguiva. Preceduto dal suono delle campane, lo “stroppo” dei vincitori, parte a piedi, parte a cavallo, andava alla casa del Priore dove il palio era custodito, e, prelevatolo, iniziava il solennissimo “Giro di Città”. Ad insegne spiegate, orgogliosamente paludati nelle proprie Livree sgargianti, scortati da fanfare di diverso genere e da tamburi battenti, i Confratelli schierati in impeccabile assetto formale ed in ordine rigoroso cessavano di essere lo “stroppo” vociferante e scomposto della Vigilia e diventavano un piccolo esercito vincitore che passava in rassegna i luoghi del Potere cittadino per essere acclamato e riverito. Ad uno ad uno si visitavano tutti i conventi, poi il Capitolo del Duomo, il Governatore, le maggiori autorità militari, le più cospicue famiglie nobili: ad ogni tappa si “mostrava” il palio vinto, si distribuivano i sonetti celebrativi dell’Evento e le coccarde per ricordo; e ad ogni tappa erano bicchierate, rinfreschi, gran guantiere di pasticcini, caffè e Bavareise (bevanda di latte e cioccolato), innumerevoli bottiglie di Malvasia “..propi Astesan-a”, Nebbiolo amabile, Moscato. A titolo di esempio ricordiamo lo schieramento della Confraternita della Misericordia nel “Giro” per la vittoria del 1790 : apriva un vessillifero a cavallo con le insegne rosso-nere del Sodalizio; seguiva la banda dei corni da caccia e timpani; poi il Cavallo vincitore in tenuta di gala, portato da due palafrenieri; dietro di lui il Fantino in tenuta da corsa, montato su un soprallasso da parata. Il palio era portato dal Sottopriore e scortato da un folto gruppo di confratelli a cavallo. Su una carrozza aperta viaggiavano il Priore ed alcuni dei membri più anziani e ragguardevoli; la vettura era circondata e come scortata da una fitta schiera di confratelli appiedati, in Livrea; chiudeva infine la turba indistinta dei simpatizzanti e del popolo. Alcuni giorni dopo il “Giro”, che poteva essere ripetuto anche più volte se le circostanze lo richiedevano, aveva luogo la trionfale cerimonia della “Presentazione” del Palio, equiparabile per solennità e valore simbolico all’incoronazione di un sovrano. Valga la descrizione della cerimonia organizzata dagli Azzurri dell’Annunziata per celebrare la Vittoria del 1754, svoltasi il 4 di Maggio, nove giorni dopo la Corsa. L’esterno della chiesa dell’Annunziata, che com’è noto sorgeva in piazza Medici, venne completamente coperto da luminarie, fanali e lanternoni fino alla punta del campanile. L’interno fu trasformato in una vera e propria reggia “..con sontuosissimo apparato, e grande magnificenza..”. Il tempio fu paludato con sessanta “toghe” (cioè drappi di tessuto dorato e argentato) elegantemente drappeggiate su sessanta pezze di “sandalina” azzurra : i tessuti preziosi furono mandati a prendere in Alessandria perché in tutta la Città non ne era disponibile una simile quantità ; il Coro fu invece rivestito con la tappezzeria della monache Cistercensi di Sant’Anna “…e con questo si è fatto un nobilissimo apparato mai per l’addietro veduto altro simile..”. Sul rivestimento di stoffa furono poi appesi 14 specchi grandi con cornici dorate, e 10 di piccole dimensioni, nonché numerosissimi quadri prestati per l’occasione dalle più ricche famiglie del sodalizio. Trecento candele, più sei candelieri da sei fiamme ciascuno, più altri dodici da tre fiamme, si riflettevano nel sapiente gioco di specchi , suscitando infiniti barbaglii dorati dalle cornici e dalle stoffe preziose. La mattina del 5 Maggio si svolse la Presentazione. Fuori dalla chiesa era schierato, a mò di picchetto d’onore, un battaglione del Reggimento Provinciale d’Asti in alta uniforme. L’intero Capitolo della Cattedrale concelebrò la messa solenne con musica, sfoggiando il Pontificale, cioè i paramenti più fastosi e magnifici. I dirigenti della Confraternita prendevano posto nelle prime file con il fantino vincitore (Antonio Ranco detto Tognino) vestito in perfetta tenuta da Corsa. Indietro si assiepavano le massime autorità cittadine, relegate per una volta al ruolo di comparse. Al momento dell’Offertorio, con gran rullo di tamburi e frastuono di trombe, timpani e corni da caccia, il palio fu affidato al celebrante canonico Vandero, e issato sull’altar maggiore per mano del fantino. Lo stesso fantino ricevette dal Priore il premio per la vittoria, consistente nella notevole somma di 120 Lire offerta dai Confratelli presenti al rito. Alla fine della messa Tognino scortato dal Priore e da altri maggiorenti, inziò la visita delle maggiori famiglie aderenti al sodalizio, da cui, oltre agli immancabili rinfreschi, ottenne un ulteriore guiderdone di ottanta lire. Le funzioni religiose si susseguirono ininterrottamente per sette giorni, al mattino ed ai Vespri, sempre con gran concorso di partitanti e di popolo, concludendosi poi con un solenne Te Deum di ringraziamento, con uno spettacolo pirotecnico in piazza Medici e con un gran ballo in casa dei conti Quaglino (oggi palazzo Taricco, in piazza Medici.)  

Intanto, il Comitato Palio San Damiano fa sapere che da oggi le iscrizioni alla Cena della Vittoria. 
Le iscrizioni sono presso Edicola Marchiaro di via san vincenzo ed Articoli regalo Migliasso di via bottallo. la cena è aperta a tutti! info:333/3120116, ci sarà tanta musica e balli e divertimenti per tutti.

A San Damiano iniziano anche i corsi per sbandieratori e tamburini sia per bambini da 5 a 11 anni che per ragazzi da 12 anni e adulti. Chi è interessato può presentarsi nella sede del Comitato Palio in via Lamarmora lunedì 10 ottobre alle 21 per la presentazione dei corsi.

Per info 3333685398 (Flavio) oppure 3386116243 (Davide)