venerdì 27 marzo 2015

Cotto, neo assessore al Palio: "Bisogna scegliere, o cadere nel baratro o diventare grandi"


"Troppo spesso nel Palio c'è stata l'abitudine di nascondere la polvere sotto il tappeto, e dire che le cose vanno sempre bene, il Palio è amato da tutti e non c'è nulla da cambiare.
Io credo che non sia proprio così, e la mia opera di assessore al Palio sarà quella di ascoltare tutti ma far emergere i problemi veri della Festa, per cercare di farla diventare davvero una opportunità per la città e il territorio".
Vuole lanciare subito una sorta di provocazione Massimo Cotto nella sua veste di Assessore al Palio di Asti, delega che gli è stata affidata la scorsa settimana dal sindaco Brignolo e che arriva in un periodo storico in cui i problemi da risolvere da parte della corsa astigiana sono molti, ed in cui una guida da parte del Comune sembra essere più che mai opportuna.
Massimo, quindi incominci il tuo mandato mettendo in discussione il Palio?
No, non metto in discussione il Palio. Chiunque, al mio posto, sarebbe un pazzo ad intraprendere una serie di riforme senza la collaborazione delle varie figure del mondo del Palio,  in primis il Capitano del Palio, i comitati e il Collegio dei Rettori. Ma voglio essere ben chiaro su una cosa: tutti insieme dobbiamo fare un ragionamento e capire su quale strada vogliamo incamminarci. Se intraprendere quella che ci porterà ad un inesorabile declino oppure quella che può portare il Palio ad essere davvero l'evento che merita. Ma questa strada passa da alcune scelte che bisogna fare insieme, scelte che possono anche sembrare deflagranti all'inizio, ma che invece potrebbero diventare lungimiranti in futuro. Non ancoriamoci ad un concetto dogmatico di tradizione: la tradizione continua quando la si protegge e la si rilancia. Questo soprattutto nei grandi fenomeni culturali, ed il Palio è uno di questi.
In sostanza, quali sono le problematiche su cui discutere?
Io penso che il mio ruolo sia quello di agevolare la discussione e porre delle domande, che tutti insieme, tutto il mondo del Palio, deve affrontare. Alcune questioni non sono più rimandabili. Affronto le tematiche per macro - argomenti, Incominciamo dallo scarso impatto turistico che ha sulla città: un Palio formulato in maniera diversa può sicuramente avere un impatto diverso sull'economia della città. C'è un problema di tempi? Il Palio finisce tardi e ogni anno c'è la polemica sulla diretta Rai? Lancio una provocazione: rinunciamo alla diretta di Rai 3, e pensiamo insieme ad altre forme di comunicazione. Il Palio costa troppo al bilancio comunale che è sempre più magro? Investiamo sul Palio come vera risorsa della città, non solo a parole, perché diventi un vero volano di sviluppo economico....  Ecco questi sono alcuni argomenti che credo possano essere sviluppati nel mio mandato. Poi sicuramente due anni non bastano, e verrà qualcuno più illuminato di me a continuare il mio lavoro. Ma io vorrei segnare una traccia e dare una scossa al mondo del Palio.
Facciamo un passo indietro: il tuo rapporto con il Palio e il perché di questa nomina.
Il mio rapporto con il Palio esiste fin da bambino, nel 1967, quando è iniziata la ripresa: mi ricordo durante le prime edizioni, a 14 anni, che andavo a rubare le bandiere appese in strada. Allora c'era una rivalità sentita, che ora sopravvive solo tra alcuni rioni: da quegli anni è iniziata, se non una decadenza, sicuramente una mancata evoluzione della Festa in qualcosa di meglio e più maturo.
Come ti comporterai sui biglietti?
Non avrò sicuramente un piglio rigorista, ma nemmeno senza freni. Di sicuro, fin da subito, tutte le decisioni in merito al Palio devono passare da me. Credo che gli assessori non abbiano il diritto, ma il dovere di assistere alla più importante Festa astigiana, e per questo possano usufruire del biglietto omaggio, Così come c'è bisogno di fotografi, giornalisti, uomini messi in grado di lavorare e che possano fare da portavoce al Palio in Italia e all'estero, Abbiamo bisogno tantissimo di una comunicazione buona sulla manifestazione: il Palio non è solo una corsa. Penso infatti che non corrano solo dei cavalli, ma che sia la nostra storia e il nostro modo di essere e pensare da astigiani che corra. E basta a tutti quelli che si improvvisano tuttologi del Palio in quella settimana: io credo che si debba mettere dei limiti anche alla decenza.
Quali saranno i primi tuoi passi da assessore?
Prima di tutto incontrerà il gruppo del Capitano e poi i rettori. Insieme parleremo di queste e altre tematiche. E poi, appunto, discuteremo insieme a loro di cosa il Palio vuole fare da grande.