lunedì 8 agosto 2011

La "nonna" di diritto tra le favorite

E' "la nonna" del Palio, ovvero il rione che non vince il drappo da più tempo. Anche se non è esattamente vero ( molti comuni e il borgo di San Marzanotto infatti sono ancora illibati di vittorie in quel di Asti) sicuramente la Cattedrale è una di quelle compagini storiche del Palio che manca la vittoria dal lontano 1977. Data negli ultimi anni sempre per favorita, raramente è riuscita a mantenere le attese. Certo, il rione bianco e azzurro corre con tutti gli occhi puntati addosso, e questo forse non contribuisce a quel clima che serve per costruire una vittoria. Il rione quest'anno non ha ancora sciolto le riserve, cosa che farà, per ammissione dello stesso rettore Ciccio Peraino, solo ai primi di settembre. Tra i candidati più probabili però ci sono Alberto Ricceri oppure Sebastiano Murtas.

Il Rione cittadino della Cattedrale prende il nome dalla monumentale fabbrica gotica che si erge in tutto il suo magico splendore nell’antico centro storico. Il Duomo che risale al XIV secolo, rappresentava nel medioevo il fulcro della vita astese: nella attigua piazza si svolgeva il mercato più importante della città e da quella stessa piazza, ancora oggi, prende avvio il corteo storico del Palio. Sono in corso alle spalle della Cattedrale importanti scavi archeologici che hanno messo in evidenza pavimenti di origine romana, sepolture altomedievali e i resti dell’antico Battistero di Santo Stefano. La Cattedrale ha vinto il Palio nel 1977.

Scheda del rione e tema del corteo storico

Colori: Bianco e Azzurro

Motto : Nec Potest Nobilior

Rettore: Francesco "Ciccio" Peraino

Tema del Corteo storico:La cattedrale, luogo di incontro fra civiltà ed epoche


Nel primo quarto del XIV secolo, mentre in tutta Europa le chiese fiorivano di guglie e marmi cesellati, ad Asti ebbe inizio la ricostruzione in forme rinnovate della Cattedrale, per volontà e sotto il controllo del vescovo Arnaldo di Rosette.
Per la nuova chiesa matrice si scelsero materiali locali, tufo e arenaria provenienti dalle cave del Monferrato, non per una volontà di parsimonia ma per una precisa coerenza con la facies urbana, per uniformità cromatica con i palazzi, le caseforti e le torri.
Bianco e rosso sono peraltro i colori del Comune: se, come si ritiene, il primo rappresenta il popolo, il secondo l’aristocrazia, il loro uso congiunto è espressione simbolica e benaugurante dell’accordo tra i ceti sociali cittadini.
Il lavoro di umili maestranze, sapienti lapicidi, artisti, scultori, decoratori estrosi, pittori raffinati fu reso possibile dal sostegno economico delle più ricche famiglie astigiane, munifiche committenti della nuova Cattedrale gotica di Asti: se la città aveva ormai perduto la propria indipendenza politica e nel corso del secolo si trovò a dipendere da Angioni, Visconti, Monferrato e Orléans, la nuova chiesa ne ribadiva la potenza economica e l’importanza nel quadro politico regionale.
Il Corteo Storico mette in scena i mecenati che sostennero con cospicui donativi l’edificazione della Cattedrale: sono rappresentati esponenti delle nobili famiglie Alfieri, Solaro, Malabayla, al patronato delle quali si devono le cappelle all’interno del Duomo.
Alla famiglia Pelletta è intitolato invece il portico sulla fiancata meridionale della Chiesa: secondo una leggenda questo capolavoro doveva celebrare la potenza della famiglia e l’amore di un giovane Pelletta per una fanciulla della casata dei Troya: di costei sarebbe l’effigie femminile che si affaccia al colmo del portico da un rosone traforato, che gli Astigiani da sempre conoscono come ‘Madama Troiana’.