BORSINO:
TEMA DI SFILATA
Il culto dei santi protettori nella devozione medievale
Il corteo rosso blu intende rievocare l’importanza che assunse nel basso medioevo la devozione per i santi e per i martiri della cristianità, tramandata nei secoli per mezzo delle agiografie, delle leggende auree e dei martirologi, che narravano le vite, le vicende e i miracoli dei primi cristiani. La tomba o le reliquie del santo costituivano i principali oggetti del culto e il giorno della sua morte era ricordato dal calendario liturgico; ai santi patroni venivano dedicate cappelle, chiese, ed altari, le raffigurazioni dei santi ritratti singolarmente o entro più ampi cicli di leggende ornavano i luoghi sacri. Una venerazione particolare era riservata a Maria, madre di Gesù e di tutti i santi: il culto della Madonna, detto iperdulìa, era considerato di livello superiore alla venerazione (dulìa) riservata agli altri santi. Il patronato di un santo veniva scelto dalle corporazioni, dalle associazioni dei mestieri e da alcune categorie sociali: San Giorgio proteggeva i cavalieri, San Francesco i mercanti, Sant’Agostino i teologi, San Luca i giudici e i notai, San Biagio i lanaioli, Sant’Elisabetta le partorienti, Sant’Agnese le vergini, Santa Cecilia i musicanti, San Benedetto gli agricoltori, San Martino i viandanti, i Santi Cosma e Damiano i medici e gli speziali. I santi venivano invocati per guarire o per conservare la parte del corpo in cui avevano sofferto il martirio: Santa Lucia, cui vennero tolti gli occhi, diventò la protettrice della vista; Santa Apollonia veniva invocata contro il mal di denti, che le erano stati strappati durante il supplizio; a Sant’Agata ci si rivolgeva contro le malattie del seno; contro la peste bubbonica venivano invocati San Rocco, San Sebastiano e Sant’Antonio. Si credeva che i frammenti dei resti mortali dei corpi dei santi, contenuti nei reliquiari, potessero compiere guarigioni miracolose, far scomparire le epidemie, propiziare piogge che mettessero fine alla siccità o compiere interventi che allontanassero guerre e saccheggi. Per questo motivo grande era la richiesta di reliquie: per rispondere alle esigenze dei fedeli, la Chiesa considerò reliquie dei santi anche la stoppa o l’olio bruciati sulla loro tomba, brandelli degli abiti e perfino la limatura ricavata dai supposti strumenti di martirio. Il corteo rappresenta le raffigurazioni dei santi con alcune delle preziose reliquie custodite nelle teche e negli ostensori, tra cui quelle della Vergine e dei santi patroni Cosma e Damiano, a cui è dedicata una delle principali chiese del paese, costruita per volere degli abitanti nel XV secolo a testimonianza dell’antica devozione.