Il Palio si sa ultimamente non è nelle grazie dei mezzi di informazione. Complice anche i fatti della scorsa settimana, dove oltre all'incidente ci sono stati sicuramente degli errori nella comunicazione di quanto accaduto, i giornali non hanno mancato occasione di sparare ad alzo zero contro il Palio, battendo il tasto sempre sugli argomenti che da anni perseguitano la Festa.
Questa volta, però il mondo del Palio non ci sta: dagli appassionati di Palio è nato su Facebook un gruppo che chiede a gran voce la costituzione di un Consorzio di Tutela del Palio in grado di rispondere in maniera autorevole ed equilibrata a quanto viene detto (purtroppo il più delle volte a sproposito) riguardo alla corsa del Palio.
L'idea sembra funzionare: in pochi giorni il gruppo ha raccolto 700 persone, e ora c'è la voglia di fare sul serio. Costituire un'associazione e dotarsi di uno Statuto, in grado di elencare i compiti e le priorità di tale organismo.
L'idea di un Consorzio non è nuova: già il precedente Assessore al Palio, Alberto Pasta, aveva intrapreso la strada di un organismo che potesse comunicare correttamente i valori della Festa. La bozza dello Statuto, costruita sullo studio dell'omonimo organismo presente a Siena, aveva già raggiunto un livello avanzato di messa a punto.
Il materiale, insomma, c'è. Ora resta da vedere, in quale forma e modo l'idea può essere attuata, magari coinvolgendo i massimi esponenti sia del mondo paliesco (rettori in primis) sia le istituzioni cittadine, sulla quale, non dimentichiamolo, gravano tutti gli oneri sia economici che amministrativi dell'organizzazione del Palio e che sarebbero i primi ad avere un interesse diretto nella tutela della manifestazione.
Il Palio ha molte frecce da sparare al proprio arco. Se da una parte esistono attacchi indiscriminati alla Festa anche con l'uso di minacce e parole pesanti ( contro cui basterebbe agire nelle opportune sedi, trattandosi di diffamazione punibile ai sensi del codice penale), esiste un'idea contorta di Palio, sviluppata dai mass media, che punta il dito contro i cosiddetti "rituali barbari e tribali". Se certo non si può far cambiare idea ad un'antispecista, è altrettanto vero che il Palio deve uscire dal suo recinto ed inziare a comunicare. Per far conoscere al mondo quello che va oltre il minuto di corsa. Di quello che succede durante l'inverno e i legami sociali che nascono all'interno dei comitati.
Di questi tempi, la "web reputation" anche sui Social è importantissima, così come la sensibilità verso gli animali. Ma non si può aspettare di ribattere ogni volta che si viene attaccati, altrimenti il Palio sarà sempre un passo indietro rispetto a chi lo accusa.