giovedì 6 febbraio 2014

Bircolotti: "Il Palio di Asti deve essere la serie A 365 giorni l'anno, non solo la terza domenica di settembre"


E' tornato in piena attività Renato Bircolotti, dopo i problemi di salute che quest'inverno lo hanno costretto a uno stop forzato di qualche mese e a dover rinunciare all'uso della voce.

Il mossiere del Palio di Asti, dall'alto della sua pluriennale esperienza sul verrocchio di piazza Alfieri, segue sempre con interesse le notizie del nostro Palio tramite il Canapo, ed è già pronto per la prossima stagione che lo aspetta.
"Per fortuna posso pensare di aver messo alle spalle i miei problemi di salute, che quest'inverno mi hanno costretto a subire un intervento chirurgico, al quale è seguito un periodo di silenzio forzato. Per fortuna è andato tutto per il meglio e ora posso tornare a concentrami sul mio lavoro".
La prima novità di questo 2014 è il ritorno di Bircolotti come magistrato del Palio dei Rioni, una carica per molti versi assimilabile a quella del nostro Capitano del Palio: "Per me è un po' come un ritorno alle origini - spiega - Castiglion Fiorentino è il mio paese, quello dove nel 1992 ho iniziato la mia carriera di mossiere con le corse di consolazione il lunedì dopo il Palio. Ho inventato io questa carica, e ora, su insistenza degli organizzatori, torno a ricoprirla. Mi fa molto piacere".
Molti gli appuntamenti per il 2014: "Per ora non c'è nulla di ufficiale, ma posso dire che, avendo riacquistato la voce, sono già in contatto con i palii principali e anche altri palii dove l'anno scorso non c'ero".
Per Asti, ovviamente sembra scontata anche una riconferma per il 2014 ma, dice lui  "fino all'ultimo momento mai dar nulla per scontato". 
Cosa pensa Bircolotti delle decisioni di una modifica del regolamento del Palio? "Ho già espresso le mie considerazioni in passato - spiega - e ho già detto che nel caso si parlasse di mossa, mi farebbe piacere essere presente per dare i miei suggerimenti. Il Palio visto dalla parte del mossiere e dei fantini che stanno al canapo è tutt'altro rispetto a quello che si vede all'esterno".
Il più grosso problema del Palio odierno? "Ora tutti vogliono vincere il Palio in partenza. C'è poco da fare, il problema di Asti è quello lì. Il tragitto conta poco ovvero, le caratteristiche  del tracciato ti permette difficilmente di passare : il più delle volte, se parti in testa vinci il Palio, una pista come quella di Asti lascia pochi margini di manovra. Discorso diverso per altre corse,tracciati differenti  come per esempio il Palio di Legnano, dove due anni fa Mulas ha vinto un Palio partendo ultimo, con un soggetto macchinoso ma potente in progressione recuperando e guadagnando posizioni giro su giro. Capite il peso specifico diverso delle mosse nelle due corse? Ora il fantino non attende più, va in fibrillazione come si avvicina al canapo il pensiero di partire prende il sopravvento sul controllo dei tempi e dei modi di mossa. Cucire addosso a un po' di questi ragazzi  il ruolo di partitore e' un arma a doppio taglio, e molti lo vivono quasi come una maledizione: devono mantenere fede al loro ruolo a tutti i costi. Poi succedono purtroppo anche i casi limite come. le cose che si sono viste a settembre".
Una accelerazione che è evidente sempre di più negli ultimi anni: "La tecnica è aumentata, così come il potenziale dei cavalli: mi ricordo che all'inizio degli anni 2000, tanto per tenere il paragone di quando ho iniziato ad Asti, i tempi di forzatura della mossa erano molto più lenti, prevedibili e vicini alla mossa matura. Ora è tutto più veloce, cavalli e fantini reagiscono  in maniera molto più veloce durante la mossa. Guardate una mossa degli anni '90 e confrontatela con quelle degli ultimi anni. La differenza è lampante".
"Tra l'altro - continua - il 2014 sarà per Asti un Palio molto più difficile che il 2013. Ci saranno addosso gli occhi di tutti, e una grandissima pressione. Una pressione che ci sarà  anche nei Palii maggiori, Legnano, Siena, Fucecchio. Ma Asti è particolare, perché Asti è il Palio più difficile in assoluto, e non lo dico tanto per dire".
La soluzione? "La soluzione è implicita. Come l'anno scorso nel 2013 la domenica si è vissuto il dramma, il lunedì si è vissuta la soluzione. Il Palio è in primis un grande spettacolo, poi un mosaico ,un puzzle dove ogni pezzo deve andare al suo posto. Ci vuole da parte di tutti grande professionalità, concentrazione, autocontrollo, ogni "attore" deve prendersi le proprie responsabilità e  rimanere sempre concentrato senza pensare che arrivi un risultato scontato perché il palio tanto ti può dare ma allo stesso modo tutto ti può togliere".
"Bisogna pensare che il Palio non è un gioco, dove ognuno fa quello che gli pare, ma una cosa seria. Dove serve professionalità, sia da parte dei fantini, sia da parte dei rettori. Se Asti vuole essere la serie A del Palio, deve esserlo 365 giorni l'anno, non solo quella domenica lì, altrimenti non si va da nessuna parte. Quest'anno sarò chiaro: voglio vedere cavalli e fantini preparati, i test di un certo tipo si fanno a casa non in pista  e non voglio nemmeno assistere alle tristi sceneggiate allo stadio che si sono ripetute gli anni passati. 
Lo stadio deve essere il collaudo.di un motore non l'assemblaggio: parlo per esperienza, da ex pilota di go kart.  Il miglior pilota e' il collaudatore , quindi a buon intenditor poche parole: impariamo a conoscere per tempo il cavallo che un professionista dovrà montare al Palio. Poi dopo non bisogna rimanere male perché il cavallo denota problematiche e non c'è più il tempo per trovarne un'altro.
Perché quello che conta è che i fantini devono essere responsabili sui loro cavalli, conoscerli, sapere con precisione fino a quanto rischiare oppure no, ed i rettori devono dare direttive corrette, tenendo a mente il ruolo di responsabilità che ricoprono".