giovedì 6 settembre 2018

Il Palio 2018 va in archivio. Questa la nostra analisi a 360°!

Foto di Efrem Zanchettin
Con la vittoria del Comune di Moncalvo è andato in archivio il Palio di Asti 2018. Un Palio destinato ad essere ricordato per tantissimi motivi, dalla vittoria di un fantino astigiano alla stupore per il vincitore a sorpresa, dalla nuova data alla diversa impostazione della settimana, dal ritorno di Bircolotti sul verrocchio alle "nuove" polemiche sui tempi della manifestazione, dalle parole su quanto è stato a quelle su cosa potrà succedere in futuro. Proprio su quest'ultimo punto è quantomeno curioso come, non appena l'argomento "Comuni sì, Comuni no" si stava facendo caldo, proprio un Comune abbia portato a casa il Drappo dipinto da Guarene (da notare come anche quello dipinto dal Maestro nel 2011 andò fuori Asti, a San Damiano). La vittoria del Comune aleramico, però, non sembra aver placato le voci sulle possibili novità a proposito della partecipazione dei sette Comuni al Palio di Asti, con il Sindaco Maurizio Rasero che al quotidiano "La Stampa" ha dichiarato di aver già chiesto ufficialmente al Sindaco di Canelli di valutare se sia il caso o meno che la sua città partecipi ancora al Palio. L'argomento, quindi, si conferma caldo, con novità, su questo e su altri temi, che potrebbero arrivare nel corso delle prossime settimane. E di novità, già in questa edizione del Palio, ne abbiamo viste e vissute parecchie.

LA NUOVA DATA, LE NOVITA' DELLA SETTIMANA E I NUOVI BOX

Il Palio di Asti si è corso, come deciso circa un anno fa, nella nuova data della prima domenica di settembre. Una scelta fortemente voluta dall'Amministrazione Comunale e che, almeno in parte, pare aver dato i suoi frutti. Lo spostamento del Palio ha sì creato qualche iniziale difficoltà ai vari Comitati Palio che però, dando fondo alla passione, hanno immediatamente risposto alla novità, lavorando per organizzare al meglio la settimana, sfruttando quelle che, almeno in linea teorica, avrebbero dovuto essere le serate di fine estate. Tantissime, infatti, sono state le cene e gli eventi proposti dai Comitati Palio, in una settimana che ha visto in programma moltissime iniziative sia nel corso del giorno sia alla sera. Quasi tutti i Comitati, infatti, hanno organizzato serate coinvolgenti per i propri popoli e la poca gente incontrata in giro per la città nelle serate della settimana, inizialmente sorprendente alla luce di quanto visto in passato, non è altro che la chiara dimostrazione di come tutti i paliofili astigiani fossero impegnati a vivere la Settimana all'interno delle proprie sedi. E proprio dalle sedi tutti, ma proprio tutti, sono usciti nella tarda serata di giovedì per accorrere in Piazza San Secondo dove, in uno dei momenti più belli del Palio 2018, ha avuto luogo la presentazione dei fantini dal Palazzo Comunale. Una serata bellissima, che è riuscita a trasformare un momento della settimana finora poco sentito e vissuto, in uno coinvolgente ed emozionante per tutti i presenti. A giudizio di chi scrive il cambiamento più indovinato tra quelli proposti. Buone idee sono state anche quelle sulla nuova collocazione dei box e sul nuovo format delle prove. I box cavalli, collocati quest'anno all'interno dei giardini adiacenti alla Piazza, hanno stupito favorevolmente sia gli addetti ai lavori dei Comitati sia quelli venuti ad Asti per correre il Palio. Le nuove strutture dei box, l'ombra, il fondo, la maggior tranquillità per i cavalli ed il maggior spazio a disposizione sono elementi che hanno convinto tutti, confermando la bontà della scelta fatta dall'Amministrazione. Le prove del venerdì, strutturate in batterie sia al mattino sia al pomeriggio, sono state invece la giusta occasione per testare i cavalli dapprima in alcuni giri "liberi" e poi con la partenza dal canapo e la corsa di tre giri. Il nuovo format ha reso più snello il programma, coinvolgendo un buon numero di pubblico e permettendo agli addetti ai lavori di valutare i cavalli in una situazione quanto più possibile simile a quella della domenica. La pioggia caduta venerdì sera e a tratti sabato, però, ha decisamente modificato il fondo della pista, rendendolo sicuramente migliore di quello visto venerdì ma, allo stesso tempo, decisamente diverso da quello delle prove. I cavalli, quindi, non essendosi poi disputata la Prova della Vigilia nel pomeriggio di sabato, hanno corso il Palio su un fondo ancora una volta molto diverso da quello testato il venerdì. Una situazione questa non nuova, con molti addetti ai lavori che lamentano la poca utilità di prove disputate su un fondo così diverso da quello del Palio.
E proprio la pioggia, che bene ha fatto alla pista, è stata protagonista del weekend. La nuova data non è infatti stata appieno baciata dalla fortuna del meteo, con la pioggia che venerdì sera ha scombinato i piani di tanti Borghi, Rioni e Comuni pronti a mettere in scena le proprie cene propiziatorie all'esterno e costretti a rifugiarsi all'interno di strutture coperte. Sempre la pioggia, poi, ha costretto al rinvio della Prova del sabato ma, per fortuna, non ha costretto all'annullamento della Sfilata dei bambini, né tanto meno ha creato problemi il giorno de Palio, cadendo sulla nostra città solo a manifestazione conclusa.
Il giudizio sulle novità della data, delle prove, dei box e della settimana, fatta anche della buona idea delle bancarelle aperte in Piazza San Secondo già dalla mattinata di giovedì, è quindi, nel complesso, positivo anche se, e non potrebbe essere altrimenti dopo un solo anno di esperienza, alcune cose paiono poter ancora essere modificate e migliorate.

IL PUBBLICO, LA RAI E LA STORIA CHE SI RIPETE

Tra gli aspetti che, almeno visivamente, in attesa dei numeri ufficiali, hanno un po' deluso c'è certamente la presenza del pubblico. Se il parterre è stato popolato di gente tanto quanto avvenuto negli scorsi anni, le tribune hanno mostrato qualche vuoto di troppo. Le voci parlano di circa 5mila tagliandi venduti ma il colpo d'occhio offerto dai tanti posti vuoti soprattutto in Tribuna Alfieri e in quella Solaro non è stato all'altezza delle attese. A giustificare i vuoti, però, più che la nuova data potrebbero essere due aspetti di non poco conto: il meteo e il taglio dei biglietti omaggio. Come evidenziato dai dati degli scorsi anni, infatti, molti biglietti delle tribune venivano acquistati, in passato, nei giorni immediatamente precedenti al Palio. Possibile quindi che la pioggia di venerdì e sabato abbia scoraggiato qualche possibile acquirente. Da non trascurare, inoltre, l'importante taglio ai biglietti omaggio, ridotti quest'anno a un numero vicino alla dozzina. I tanti vuoti in Tribuna Alfieri potrebbero essere la foto di come tanti, in passato presenti al Palio in quanto omaggiati del biglietto, abbiano preferito rimanere a casa piuttosto che acquistare un tagliando. E proprio da casa, chissà, avranno seguito la Festa in televisione, su GRP, in streaming grazie anche alle riprese degli amici di Brontolo dice la Sua o, a partire dalle ore 18.00, sui Rai3. Chi ha scelto quest'ultima soluzione, però, non ha avuto modo di seguire in diretta la finale, con le trasmissioni che, una volta scattate le 18.55, sono state interrotte per lasciare spazio al telegiornale. Una vecchia storia che troppo spesso si ripete, dando il via a polemiche sempre uguali e sempre, almeno fino ad oggi, poco costruttive. Non sta a noi giudicare le scelte della Rai che però, e questo è bene ricordarlo, sono state chiare sin dalla conferenza stampa di presentazione del Palio con l'annuncio di come lo spazio dedicato al Palio sarebbe stato quello che andava dalle ore 18.00 alle ore 18.55. Inutile, a giudizio di chi scrive, perdersi in paragoni con quanto avviene a Siena. Parliamo di due realtà che, inutile nascondersi dietro ad un dito, hanno oggi un peso ben diverso. Vero che il nostro Palio ha elementi ed aspetti unici che ognuno di noi ama, vero anche che per tutti noi anche il nostro Palio meriterebbe lo stesso occhio di riguardo che la Rai ha per Siena. Vero però, allo stesso tempo, che se la stessa storia si ripete puntualmente ogni qualvolta il Palio di Asti esce dai tempi della diretta, forse qualcosa andrebbe rivisto. Il Palio, inutile forse anche solo ricordarlo, ha le sue dinamiche, i suoi accadimenti, le sue sorprese. Può scorrere via liscio, come può presentare imprevisti che lo portano a sforare i tempi previsti. Il Palio 2018 ha avuto regolarmente inizio intorno alle ore 16, con soli pochi munti di ritardo rispetto a quanto previsto. Ad allungare i tempi, però, sono stati gli accadimenti della seconda batteria ed il ritardo dell'ingresso in pista della finale. Fatti che hanno i loro perché, fatti che possono essere attribuiti a colpe di uno o di un altro attore della manifestazione. Fatti che, però, fanno parte del Palio. La diretta Rai avrebbe tutte le potenzialità per fare del bene al nostro Palio ma, forse, almeno strutturata ed organizzata in questo modo, diventa più che altro nociva. Al Palio di Asti, infatti, non servono le invasioni di un cronista nel bel mezzo del Corteo Storico, come non servono i paragoni, che ogni anno si ripetono, tra i colori dei nostri Borghi, Rioni e Comuni e quelli delle squadre del campionato di calcio. Al Palio di Asti, soprattutto, non serve che un qualunque telespettatore si metta davanti alla tv, veda un'ora di Palio di Asti, veda i cavalli della finale al canapo ma non veda poi la corsa finale. Non sta a noi trovare la soluzione, ipotizzare un eventuale cambiamento di rete televisiva a cui vendere i diritti o immaginare soluzioni che possano "velocizzare" l'andamento del Palio. Sta a noi, al contrario, ricordare che il Palio ha i suoi tempi e le sue dinamiche e che queste, volente o nolente, giusto o sbagliato che sia, potranno essere migliorate ma mai incanalate in tempistiche preconfezionate e pronte ad essere rispettate alla perfezione.

IL MOSSIERE. IL RITORNO DI BIRCOLOTTI NON DELUDE LE ASPETTATIVE. 

Tra i tanti accusati per la mancata diretta Rai della finale c'è anche, come consuetudine, il Mossiere. E, come in ogni Palio che si rispetti, il commento sul suo operato non può mancare. Il Palio di Asti del 2018 ha visto il ritorno, da tutti desiderato e accolto di buon occhio, di Renato Bircolotti sul verrocchio di Piazza Alfieri. Andiamo subito al punto. Il ritorno di Bircolotti, sempre stando al giudizio di chi scrive, merita una larga sufficienza. Che poi è proprio quella che lo stesso Bircolotti auspicava di raggiungere già poco meno di un anno fa quando, intervistato sulle nostre pagine dichiarò: "Posso dire che mi accontenterei di uscire con un 6". E a quel 6, e forse anche a qualcosa in più, Bircolotti è arrivato, mostrandosi freddo, determinato ma anche un po' diverso dal Bircolotti del passato. Perfetta la sua gestione della mossa della prima batteria, con il Regolamento applicato alla lettera sia per Santa Caterina sia per Viatosto ed una partenza in linea con quanto annunciato nei minuti precedenti. Nulla da dire neanche sulla partenza della terza batteria, con un primo giusto annullamento ed una seconda partenza che ha dato modo a tutti e sette di partecipanti di giocarsi le proprie chance. Da analizzare con maggiore attenzione sono, invece, le mosse della seconda batterie e della finale. Nel secondo atto del Palio, Bircolotti decide di invalidare la prima mossa onde evitare di lasciare indietro Moncalvo, lesto a girare il proprio cavallo per rifiutare una mossa che lo avrebbe penalizzato. Poco da eccepire sulla scelta di Bircolotti che farà poi lo stesso nella successiva batteria e nella finale e che, una volta tornati i cavalli ai canapi, ricorda subito a Moncalvo come lo stesso comportamento non sarebbe poi stato tutelato in caso di recidiva. La seconda batteria, però, è caratterizzata soprattutto dalla tanta confusione tra i canapi e dalle tante cadute a seguito delle forzature. Se le prime non hanno creato grossi problemi, decisamente più pericolosa è stata invece quella finale, con ben tre fantini finiti a terra. Tra questi anche Bruschelli, protagonista di un brutto ribaltone che, inevitabilmente, ha riportato alla mente i tragici fatti del 2013. Nulla di grave, per fortuna, è accaduto, ma l'episodio merita comunque un'attenta analisi. Poco prima del fatto Bircolotti aveva avvisato tutti di come "se forza uno nessun problema, se forzate in cinque rischiate di farvi male". Nulla di più vero. Sbaglia, secondo noi, chi incolpa Bircolotti della caduta. Il Mossiere, infatti, come ben si vede dai video fatti da dietro il canapo, schiaccia chiaramente per sganciare il canapo ma lo stesso, pressato da almeno quattro cavalli, non si sgancia, causando così la maxi caduta. Un aspetto sul quale urge lavorare in quanto, in situazioni simili, con una batteria tirata sin dalla mossa, con tanti favoriti al canapo ed il rischio di eccellenti eliminazioni, è ovviamente scontato che in tanti cerchino di forzare il più possibile la partenza per partire davanti. Allo stesso modo, però, pare poco plausibile poter immaginare un Mossiere che sganci il canapo con qualche secondo d'anticipo rispetto ai tempi classici. Necessario, dunque, che venga migliorato il sistema di sgancio, così da evitare il ripetersi di situazioni viste troppe volte negli ultimi anni. Una volta tornati tutti tra i canapi, poi, la mossa data buona da Bircolotti pare corretta, con la sola Torretta che resta dietro per cause non certamente attribuibili al Mossiere. Da analizzare, sempre sulla seconda batteria, anche la mancata ammonizione a Castell'Alfero, indicata dal Sindaco nella sua intervista a "La Stampa" come errore del Mossiere che ha portato al ritardo decisivo poi per la perdita della diretta Rai. Vero, forse, che dopo una serie di richiami Bircolotti avrebbe potuto procedere in maniera ufficiale verso Castell'Alfero. Difficile, però, dire con certezza che questo avrebbe cambiato definitivamente le dinamiche della batteria, permettendo poi una veloce partenza. La mancanza della controprova giustifica almeno in parte il Mossiere aretino.
Sempre a proposito di diretta Rai, invece, merita attenzione la mossa della finale. Nessun dubbio sulla correttezza della decisione nell'annullare la seconda partenza, qualcuno invece su quella del primo tentativo. Se la volontà era quella di partire in tempi rapidi, infatti, la prima mossa sarebbe anche potuta essere giudicata buona, con sette cavalli allineati e due più indietro (San Silvestro e Nizza). Una situazione pressoché analoga a quella vista poi nella terza partenza, quella valida, con l'unica differenza di Nizza sempre arretrato ma forse leggermente più dritto. Facile immaginare come l'idea di Bircolotti fosse quella di tentare dapprima di dare una mossa che facesse partire tutti sulla stessa linea, salvo poi accontentarsi di una che permettesse a tutti e nove i finalisti di partire "dritti". Facile anche, a posteriori, affermare che sarebbe bastato dar buona la prima mossa per non perdere la diretta Rai. Altrettanto facile, però, immaginare che qualcuno avrebbe poi potuto affermare che un partecipante al Palio non può vedere minato un anno di lavoro per la scelta di stare dentro ai tempi della Rai. Una questione, come già detto sopra, non nuova e sicuramente da chiarire in un senso o nell'altro per l'immediato futuro.
Alla luce di ciò l'operato del Mossiere pare meritevole della sufficienza con nessuno dei 21 partecipanti al Palio sfavorito in maniera clamorosa e la possibilità di partire in buone condizioni data a tutti, in tutte e quattro le corse. Alcune situazioni, come visto, potevano forse essere gestite diversamente ma l'operato di Bircolotti pare più che buono e il suo ritorno non ha certamente deluso le aspettative. 

LE ACCOPPIATE 

Prima di analizzare le accoppiate e i rispettivi risultati è bene rimarcare un aspetto. Ad Asti, in Piazza Alfieri, abbiamo visto correre quasi tutti i più grandi mezzosangue del circuito. Tanti i Comitati che hanno compiuto scelte di qualità, alcuni dei quali ripagati appieno dal risultato finali, alcuni ripagati solo a metà ed altri per nulla.

Moncalvo - Federico Arri - Calliope da Clodia: Eccezionali. Nulla di meno. Un Palio, quello di Moncalvo, cambiato strada facendo, dapprima con l'azzeccata scelta del cavallo, poi con una batteria corsa a difendere il terzo posto e, infine, con una finale straordinaria. Perfetto Arri, in batteria caparbio nel difendersi dagli attacchi della Torretta ed in finale lucido prima a capire l'attacco di Tanaro, attento poi a chiudere i varchi a San Secondo e perfetto nella retta d'arrivo a non farsi beffare dalla Cattedrale. Per lui il Palio della consacrazione, quello che, speriamo, segnerà la svolta della sua carriera. Stupenda anche Calliope da Clodia, cavalla di 4 anni, che debutta così ad Asti ed in un Palio importante, bissa il successo ottenuto a Fermo mostrando spunto, reattività, precisione, tenuta e spirito. Solo applausi, infine, per Moncalvo che dopo tre finali consecutive arriva al successo, dimostrandosi ancora una volta un Comitato serio e vincente.

Cattedrale - Dino Pes - Ribelle da Clodia: Ancora una volta beffati. Batteria superata in scioltezza, carte in regola per vincere il Palio. Poi, però, la partenza infelice, la rimonta tardiva ed il carattere di Arri interrompono il sogno, condannando la Cattedrale ad un'altra delusione. Bravo, ancora una volta, Pes caparbio, desideroso di vittoria ma, seppur con il suo miglior piazzamento astigiano, ancora una volta battuto. Destino parallelo a quello della Cattedrale che, anche questa volta, va in finale ma manca il bersaglio grosso. E quando a vincere è una sorpresa e tu sei il secondo, forse, fa ancora più male. Promossa, infine, Ribelle da Clodia che mostra nuovamente motore e si adatta sempre meglio al giochino del Palio.

San Secondo - Andrea Mari - Bomario da Clodia: Era l'accoppiata favorita e, non avendo vinto, rientra tra le delusioni. Benissimo la batteria, dove l'accoppiata Mari-Bomario impressiona e pare inavvicinabile per tutti. In finale, però, Mari subisce sia all'abbassamento del canapo sia in corsa le manovre di disturbo di Tanaro. Forse, da una fantino della classe e dell'esperienza di Mari era lecito attendersi qualcosa di più. Bomario, invece, mostra tutto se stesso. Quando prende la testa è irraggiungibile, vola. Quando è costretto a risalire fa più fatica. San Secondo ha portato al Palio un'accoppiata fortissima ma non ha vinto. Sbagliato, a nostro avviso, condannare il Santo. Giusto, al contrario, complimentarsi con chi è riuscito nell'intento non farlo trionfare.

Don Bosco - Giovanni Atzeni - Umatilla: La terza batteria, anche quest'anno. Ma anche una cavalla che un anno dopo mostra ancora qualche piccola imprecisione nelle traiettorie. Don Bosco puntava alla vittoria ma, un po' per sfortuna e un po' per il valore dell'accoppiata forse inferiore rispetto alle aspettative, non la ottiene. Atzeni corre bene la batteria, cerca di risparmiare il cavallo e, nonostante la posizione esterna al canapo della finale, parte bene. Il Palio di Tittia, però, finisce di fatto alla prima curva e il sardo-tedesco chiude il Palio nell'anonimato, senza mai lottare davvero per il primo posto. Era lecito attendersi di più.

Nizza Monferrato - Alessandro Cersosimo - La Via da Clodia: Ancora una finale, la sesta di fila, con nel mezzo la vittoria del 2016. Secondo anno con la stessa accoppiata e secondo Palio da applausi sia per Cersosimo sia per La Via da Clodia. Il giovane fantino in batteria vince la sfida con l'altro giovane Chiavassa e difende il terzo posto, mentre in finale, partito in seconda fila, rimonta bene e chiude con un onorevole quinto posto. La Via da Clodia si conferma cavallo adattissimo a Piazza Alfieri. Nizza conferma, invece, la bontà del lavoro portato avanti negli anni.

Montechiaro - Andrea Chessa - Uan King: Finalista a sorpresa, con una qualificazione arrivata da una batteria che pareva proibitiva. Una finale corsa bene, con qualche metro al secondo posto a far sognare il popolo bianco-azzurro. Bravissimo Chessa, per la prima volta finalista in carriera ad Asti. Ottimo Uan King, che già nelle prove aveva impressionato. Un plauso anche a Montechiaro che, nonostante il brutto Palio 2017, ha riconfermato Chessa, venendo poi ripagato da lui con un buonissimo risultato.

San Silvestro - Bastiano Sini - Talete Sardo: Altra sorpresa del Palio 2018. Sini, debuttante ad Asti e scelto da San Silvestro solo alcune settimane fa, impara subito i segreti della Piazza e, grazie anche all'ottimo Talete Sardo, cavallo sempre più brillante, va in finale senza grossi problemi. Nell'ultimo atto della corsa gioca tra i canapi, prende un richiamo ufficiale e finisce per partire dalla seconda fila, chiudendo di fatto lì il suo Palio. Non male come prima volta, con un futuro nel Palio di Asti probabilmente guadagnato sul campo. Molto bene anche San Silvestro che, chiamato a cambiare fantino, ha optato per una scelta coraggiosa ma rivelatasi corretta. Bisognava c'entrare la finale, che mancava dal 2009, e l'obiettivo è stato raggiunto.

San Damiano - Antonio Siri - Briccona da Clodia: Una batteria di cuore e grinta, con il forte desiderio di raggiungere il terzo posto e l'obiettivo raggiunto proprio sulla linea dell'arrivo. Poi, dopo la corsa in rimonta nella terza batteria, in finale mancano le energie e il Palio di San Damiano scivola via anonimo. Siri, però, si dimostra ancora una volta fantino di carattere e classe, qualificandosi per la sua sesta finale astigiana. Bene anche Briccona, ancora una volta in finale in Piazza Alfieri. Molto bene anche San Damiano che, viste le circostanze, ottiene quello che probabilmente era il miglior risultato possibile.

Tanaro - Sandro Gessa - Portorose: Batteria, difficile, vinta in scioltezza. Posto al canapo della finale favorevole per non far scappare via San Secondo. Facile da dire ma difficile da fare. Gessa, invece, riesce nell'intento, dapprima all'abbassamento del canapo e poi in corsa. Il Palio di Tanaro, però, non è solo difesa ma, almeno per qualche metro, è sogno di vittoria, cullato per qualche secondo in prima posizione. Gessa fa tutto come deve, parte bene, rallenta Mari e si mette all'inseguimento di Moncalvo. Lo prende, lo supera ma, arrendendosi al calo del cavallo, deve presto lasciare la prima posizione. Prima di scivolare in fondo, però, ancora un'azione di disturbo su San Secondo, utile forse a stroncare le speranze di vittorie bianco-rosse. Più che positivo, dunque, il Palio del fantino sardo, di Portorose (alla seconda finale in due anni) e di Tanaro. Un unico dubbio, però, rimane. Portorose è cavallo scattante, veloce ma, come mostrato, non di fondo. Quel fondo che avrebbe invece avuto Ultimo Baio. Rimpianto o semplice ed inutile suggestione del "cosa sarebbe successo se..."?

Baldichieri - Mattia Chiavassa - Unico de Aighenta: Un quarto posto in batteria, una finale distante solo qualche metro ma non raggiunta. Finisce presto il Palio di Baldichieri, con Chiavassa che non riesce a trovare il varco giusto per infilare Nizza, e Unico che, ancora una volta, delude in un Palio. Il motore c'è e lo si vede anche nelle prove. Nel Palio poi, però, quando serve lo spunto buono per rimontare questo non arriva. Una trama già vista a Buti, San Vincenzo e Fucecchio e ripetuta in Piazza Alfieri. Chiavassa fa quel che può, parte leggermente dietro, poi tocca lo steccato e perde forse un po' di coraggio. Difficile, però, fargliene una colpa nel Palio che segnava il suo ritorno ad Asti post fatti del 2014. Difficile allo stesso modo anche muovere critiche a Baldichieri che, pur presentandosi al canapo con un'accoppiata di livello, non trova la finale per il secondo anno consecutivo.

San Pietro - Carlo Sanna - Spartaco da Clodia: Una delle note dolenti di questo Palio. Male, molto male, Sanna che ancora una volta termina il suo Palio di Asti in batteria. Non bene neanche Spartaco sul quale erano alte le aspettative. Male, sperando non ce ne vogliano al Battistero, San Pietro che per il 4° anno consecutivo manca quella finale, raggiunta solamente due volte negli ultimi dodici anni. Sanna parte male, tenta la rimonta ma non trova i varchi giusti. Spartaco non cambia mai passo e non mostra il suo sicuro potenziale. Un peccato per San Pietro che, costretto a rinunciare a Quan King, si è presentato al canapo con un'accoppiata di livello ma ha deluso le attese. Vista anche la crescita del Borgo, però, siamo certi che le soddisfazioni non tarderanno ad arrivare. 

Viatosto - Alessio Migheli - Audace da Clodia: Un cavallo, quello di riserva, scartato alle visite. L'altro che, una volta arrivato al canapo, sembra non volerne sapere di andare sotto. Il Palio di Viatosto, in pratica, finisce qui, con una partenza da lontano ed una rimonta mai nemmeno imbastita. Audace non conferma in corsa quanto di buono fatto vedere durante l'anno e Migheli manca l'occasione del riscatto in Piazza Alfieri dopo due anni di assenza. Niente da fare quindi per Viatosto, ancora una volta eliminato in batteria. Anche qui il Borgo cresce e i risultati ottenuti dai giovani (vedasi anche la vittoria del Premio per la miglior sfilata dei bambini) ne sono la conferma. In corsa, però, serve una svolta, per ritrovare quantomeno una finale che manca dal 2014.

Santa Caterina - Simone Mereu - La Gioconda: Un calcio dato a San Pietro nelle prime fasi della mossa costringe Mereu, per il secondo anno consecutivo, a partire dalla seconda fila. La partenza, nonostante questo, non è del tutto negativa e nel corso del primo giro Santa Caterina sembra poter provare a lottare per il terzo posto. L'illusione, però, finisce presto, con i rosso-celesti che scivolano sempre più giù. La Gioconda non è sembrata all'altezza degli avversari, girando anche molto larga nelle curve, e i problemi nel percorso di avvicinamento al Palio dichiarati già alla vigilia dalla Rettrice Sozio, sono emersi chiaramente in corsa. Da Mereu era lecito attendersi di più, sia per il suo livello sia per i cavalli solitamente a sua disposizione. Per Santa Caterina, invece, proseguo il digiuno da finali iniziato nel 2015, l'anno post vittoria.

Torretta - Valter Pusceddu - Tiepolo: Una delle accoppiate favorite alla vigilia. Probabilmente quella che più aveva impressionato nel corso delle prove. Il Palio, invece, ha disatteso le aspettative, con Tiepolo che alla partenza buona della seconda batteria ha temporeggiato nonostante il via datogli da Pusceddu, lasciando la Torretta nelle posizioni di rincalzo. La rimonta è stata rapida, con l'uscita dal primo cavallone che vedeva la Torretta già quarta. Lì, però, Pusceddu ha trovato sulla propria strada Moncalvo, con Arri abile e determinato a chiudere ogni varco. Nonostante i tentativi di sorpasso protratti sino al termine della batteria, il Palio della Torretta si è concluso così. Inevitabile, visto il livello dell'accoppiata, la susseguente delusione. 

San Martino San Rocco - Francesco Caria - Preziosa Penelope: Altri grandi delusi del Palio 2018 sono i bianco-verdi di San Martino San Rocco che, dopo il secondo posto di dodici mesi fa, sognavano il Drappo del Maestro Guarene. La non troppo brillante partenza ed il tocco allo steccato in ingresso del cavallone nel tentativo di rimonta, con la conseguente caduta di Caria, invece, chiudono di fatto il Palio di San Martino San Rocco dopo poche centinaia di metri. Delude Caria che cade e spreca una ghiotta occasione. Non giudicabile Preziosa Penelope che una volta scossa non cambia mai passo. Da non condannare, invece, San Martino che ha portato al canapo un'accoppiata di tutto rispetto, restando però con l'amaro in bocca. Per i bianco-verdi la consolazione arriva almeno in parte dalla vittoria della Pergamena d'autore del Soroptimist per la miglior presenza nel Corteo Storico del Palio 2018.

Santa Maria Nuova - Luigi Bruschelli - Voulture: Un'incubo che, ironia della sorte, continua a perseguitare Santa Maria Nuova. Parliamo, ovviamente, della caduta al canapo. Dopo la tragedia del 2013 ed i brividi risentiti nel 2017, i rosa-azzurri hanno di nuovo vissuto la scena della caduta con il canapo che non va giù. Nessuna grave conseguenza e una mossa questa volta giustamente annullata. La botta presa da Bruschelli, però, non è stata di poco conto ed anche Voulture potrebbe averne risentito in corsa. Ipotesi utili a spiegare un Palio incolore, l'ennesimo di Trecciolino ad Asti che, anche coi mezzosangue, chiude la corsa in Piazza Alfieri con un'altra eliminazione in batteria. Partito ultimo, Bruschelli non entra mai nella lotta per le prime tre posizioni, riuscendo solo ad evitare l'ultimo posto. Stupisce in negativo anche Voulture che non mostra nulla del buono fatto vedere in stagione. La caduta al canapo, come detto, vale come più che parziale giustificazione, ma questa volta la scelta di Santa Maria Nuova di puntare su un fantino "over" non ha pagato.

Castell'Alfero - Donato Calvaccio - Zarino: Un cavallo al di sotto del livello medio ed un fantino che, ancora una volta, deve arrendersi alla mancanza di motore del suo "mezzo". Calvacccio, a dirla tutta, è anche bravo ad evitare la caduta all'ultimo cavallone, quando il suo Zarino cede sugli anteriori. La posizione finale, però, è un ultimo posto che lascia nell'ombra lui e Castell'Alfero, entrambi senza finale dal 2011. Aspettarsi qualcosina in più era quantomeno lecito. 

San Lazzaro - Giuseppe Zedde - Uron: Il sogno della doppietta dura il tempo delle batterie e si spegne proprio sul finire di quella conclusiva, la terza. Qui San Lazzaro parte nel gruppo, si mette terzo e prova a difendersi dagli attacchi di San Damiano. Gingillo ed Uron si battono ma, proprio sulla retta finale, devono soccombere, con San Damiano che riesce a prendere il terzo posto. I sogni di vittoria, non tenuti nascosti alla vigilia, facevano pensare a qualcosa di più ma, forse anche a causa di un piccolo taglio rimediato da Uron durante la corsa, San Lazzaro si è arreso ed ha abdicato già in batteria. Difficile, però, muovere critiche verso i giallo-verdi, con Gingillo e Uron che si sono battuti fino alla fine, e San Lazzaro che, anche in questo 2018, ha saputo presentarsi al canapo con un'accoppiata di assoluto valore.

San Marzanotto - Alessandro Chiti - Trattu de Zamaglia: La prima scelta, Nefertiti, scartata dalla commissione veterinaria dopo le bizze al canapo nella prova del venerdì mattina. Il secondo cavallo, Uber Alles, che, per motivi a noi non noti, non viene presentato al Palio di domenica, lasciando spazio a Trattu de Zamaglia, originariamente secondo cavallo di Nizza. San Marzanotto ha provato così a porre rimedio ad una situazione non troppo semplice, fatta anche del cambio di fantino nel corso dell'estate. Il tentativo, però, non ha dato i frutti sperati e, dopo una partenza non certamente brillante, l'accoppiata oro-blu è sempre rimasta nelle retrovie. Un Palio anonimo, con San Marzanotto e Chiti che non arrivano a quella finale ottenuta insieme nel 2013 e mai più raggiunta da nessuno dei due. Fare meglio di così era sicuramente possibile.

San Paolo - Enrico Bruschelli - S'Othieresu: Un anno travagliato per il Rione San Paolo che, dopo aver dovuto fronteggiare il cambio di Rettore nel corso dell'anno, era arrivato al Palio con l'obiettivo di raggiungere quella finale che manca dalla vittoria del 2015. La strada si è da subito fatta in salita con la bocciatura alle visite di Terribile da Clodia, prima scelta di Bruschelli, e il conseguente ripiegamento su S'Othieresu. Al canapo della terza batteria, poi, Bellocchio ha provato ad infilarsi in un varco che presto è stato chiuso, lasciando indietro l'accoppiata oro-rossa. Il tentativo di rimonta non ha portato i risultati sperati ed anzi Bellocchio nel rettilineo finale ha perso anche la quinta posizione. Male, dunque, il giovane Bruschelli che non riesce a riscattare un'annata abbastanza deludente. Non bene neanche S'Othieresu che, dopo il Palio di Siena del 16 agosto 2017, non è mai riuscito a brillare. Esce deluso dal Palio anche San Paolo che manca la finale per il terzo anno consecutivo, pur avendola inseguita con tre diversi fantini.

Canelli - Massimo Columbu - Remorex: La finale dello scorso anno, pur ripresentando nel 2018 la stessa accoppiata, resta solo un ricordo per Canelli che, dopo una partenza nel gruppo, perde terreno e chiude la batteria in ultima posizione. Un'ultima posizione nell'ultima batteria di giornata, in quello che, stando alle voci di questi giorni, potrebbe anche essere stato l'ultimo triste canto del cigno al Palio di Asti per il Comune bianco-azzurro. Difficile parlare di delusione, con l'impresa di un anno fa che, proprio in quanto tale, era difficile da replicare.


ALCUNE CURIOSITA' 

- Dei 9 cavalli finalisti, 5 erano quelli debuttanti ad Asti. Due di loro hanno chiuso ai primi due posti, mentre terzo si è piazzato il cavallo vincitore del Palio 2017.

- Anche tra i 9 Borghi, Rioni e Comuni finalisti sono cinque quelli che hanno bissato la finale dello scorso anno. Curioso notare come questi cinque abbiano poi chiuso il Palio nelle prime cinque posizioni, lasciando i quattro posti dal sesto in giù ai "nuovi finalisti". 

- Moncalvo vince il Palio alla sua terza finale consecutiva. Un dato che si ripete dal 2015, con i vincitori del Palio che hanno sempre preso parte almeno alla finale dell'anno precedente.

- Ancora una volta niente vittoria per chi si qualifica dalla terza batteria, con Don Bosco (4°) quale migliore piazzato tra chi si era qualificato dall'ultima batteria.

- Se lo scorso anno Nizza aveva rotto la "tradizione" riuscendo a qualificarsi per la finale dopo aver vinto l'anno prima, lo stesso risultato non riesce a San Lazzaro che, come già avvenuto negli anni recenti a San Martino San Rocco nel 2013, alla Torretta nel 2014, a Santa Caterina nel 2015 ed a San Paolo nel 2016, abdica dal trono già al termine delle batterie.

- Tra gli eliminati in batteria continua la striscia negativa di Castell'Alfero (ultima finale nel 2011), San Marzanotto (ultima finale nel 2013), Santa Caterina e San Pietro e Viatosto (ultima finale per tutti e tre nel 2014). Salgono a tre i Palii chiusi consecutivamente in batteria da San Paolo. Da due anni, invece, non raggiungono la finale Santa Maria Nuova, Baldichieri. Sia Santa Caterina che San Paolo non raggiungono la finale dall'anno delle rispettive ultime vittorie.

- Montechiaro, assente in finale dal 2014, e San Silvestro, assente dal 2009, sono riusciti rompere la maledizione delle eliminazioni in batteria. Tanaro e San Damiano, invece, sono tornati in finale dopo un solo anno di assenza.

- Se San Marzanotto e Baldichieri restano gli unici Comitati a quota 0 vittorie, Cattedrale allunga il suo digiuno di vittoria che dura dall'ormai lontano 1977. Moncalvo, invece, sale a quota 5 Palii vinti, appaiato a San Paolo e Santa Maria Nuova. Resta in testa a questa classifica San Lazzaro, ancora unico ad aver vinto 6 Palii.

I NOSTRI NUMERI E UN RINGRAZIAMENTO FINALE

Non siamo soliti, e chi ci segue lo sa bene, autolodarci. I numeri raggiunti nella settimana del Palio, però, ci riempiono d'orgoglio. 76 mila sono i contatti raggiunti dal nostro sito nel corso del mese del Palio, dei quali oltre 20 mila arrivati solamente nel corso dell'ultima settimana. A farci sorridere sono anche i numeri della nostra pagina Facebook, cresciuta nel corso della settimana di oltre 200 "like", dando modo ai nostri post di raggiungere un +144,5% di persone coinvolte, un +113,4% di copertura totale settimanale ed un incredibile +1247,4% di visite alla nostra pagina. Numeri che ci rendono felici, che premiano il nostro lavoro fatto con passione e serietà. Numeri cresciuti anche grazie alla collaborazione con gli amici del sito Brontolo dice la sua, che nel corso della settimana del Palio ci ha dato spazio all'interno delle sue dirette, regalandoci la possibilità di trasmetterle anche sulle nostre pagine. Lavorare a fianco di Pier Camillo Pinelli, Edoardo Dardi Mussa, Franco Casu e Miriana Sala ci ha dato modo di avere conferma della loro serietà e del loro impegno, ingredienti indispensabili per trasformare un blog in un punto di riferimento per tutti i paliofili italiani.

A loro e a voi che ci avete seguito e, ne siamo certi, continuerete a farlo, va il nostro più sentito ringraziamento.