martedì 15 settembre 2015

Bircolotti: "Ultima volta ad Asti, dal prossimo anno una lunga pausa"


E' stanco, Renato Bircolotti, dopo la lunghissima esperienza, iniziata nel 2001, alla mossa del nostro Palio. Ed è per questo che quello del 2015 sarà, per il mossiere aretino, l'ultimo Palio.
Uno stop già annunciato a Legnano e che vedrà cancellare per il 2016 anche la corsa di Asti. "E' ora di dire basta - afferma Bircolotti - dopo tanti anni sento il peso della stanchezza e la voglia di fermarmi. Una pausa rigenerativa di tre o quattro anni, poi si vedrà. Era una decisione già presa nel 2011. Quella volta, però dovetti ripensarci dopo le grandi insistenze per un mio ritorno. Ora la mia decisione è definitiva. Credo che dopo 13 palii non avrò più nulla da dimostrare",
Ed è una vera e propria istituzione Bircolotti ad Asti, dove negli anni ha collezionato sì critiche, ma anche un apprezzamento unanime che lo ha riconfermato nel tempo. Un affetto ricambiato dallo stesso mossiere, nato anche dal fatto che Asti è stata la piazza che lo ha lanciato nel grande circuito dei Palii nazionali. "Penso di aver girato tutti i Palii più importanti al di fuori di Ferrara (per concomitanza con Legnano) e Siena -. afferma - questo oltre ad essere un onore, è stato per me soprattutto un grosso impegno. E' stato tempo sottratto alla famiglia e alle persona care. Mi ricordo di mia figlia, una bambina quando ho iniziato la mia carriera e ora dopo l'esame di maturità. E' anche per questo che dico basta, è arrivato il momento di lasciare il posto a qualcun'altro", Forse sarebbe il caso di tenere pure il piede allenato, ma per ora non ne ho voglia.
Cosa pensa in questo momento Bircolotti del suo ruolo? "Fare il mossiere non deve essere preso come un lavoro - risponde sicuro - è prima di tutto un incarico di prestigio, che fai perché hai soprattutto una grandissima passione per il mondo del Palio, Ultimamente se sentono e si vedono però, molte persone che vogliono avvicinarsi o improvvisarsi, o peggio, cercano di fare da manager di loro stessi. Il mossiere non diventerà mai un lavoro, e non sarai mai un lavoro. Il Palio è una Festa troppo delicata e sfugge ad ottiche che potrei definire "aziendali". Io sono arrivato dalla gavetta, ho iniziato con i palii dei somari e posso dire di essermi fatto le ossa quando c'erano ancora mostri sacri del Palio, come Cianchino o Pesse. Per questo parlo senza timore di essere smentito",
Il Palio, Bircolotti, l'ha visto cambiare nel corso del suo stato di servizio: "Andiamo sempre di più verso un Palio tecnico, una volta erano i cavalli a partire dopo che il mossiere aveva terminato le proprie operazioni, ora sono i cavalli ad anticipare la partenza con tempi di risposta sempre più rapidi, e il mossiere deve essere in grado di capire i movimenti dei fantini e abbassare il canapo in maniera pronta e puntuale. Non sto a dire quanto sia cambiato, dal punto di vista della difficoltà, il mio lavoro in questi anni".
La testimonianza nel processo Bartoletti ha pesato? "Certamente sono cose, per dirla in toscano, "che fanno passare la poesia". Ma anche questo rientra nel discorso di prima: ora il mossiere ha responsabilità maggiori rispetto al passato, non si fanno più le cose "alla buona" e bisogna essere preparati sotto tutti i punti di vista".
Per tornare al Palio, come si prepara Bircolotti per domenica? "Sono tranquillissimo, rispetto agli scorsi anni dove iniziavo ad avere mal di stomaco già una settimana prima. So che non niente da dimostrare e i fantini lo sanno. Non voglio più saperne dei loro giochetti, l'ho già dimostrato a Legnano e a Piancastagnaio. Quindi quando dirò che se non si mettono al canapo, li lascerò lì, o prenderanno richiami. Penso che la minaccia possa essere credibile".