venerdì 7 aprile 2017

I Temi del Corteo storico 2017: Montechiaro, San Secondo e San Silvestro


Con le prime corse allo stadio e con l'avvicinarsi della Stima, in città, dopo il letargo invernale, si ricomincia a respirare aria di Palio. Proprio durante l'inverno, però, nei 21 Comitati si è già iniziato a lavorare in vista del prossimo settembre e così, ad esempio, le varie Commissioni artistiche hanno studiato, elaborato e presentato i temi dei rispettivi cortei storici che verranno rappresentati durante la sfilata del Palio.
Da oggi "Il Canapo" presenterà ogni giorno, a gruppi di tre e seguendo quello che sarà poi a settembre l'ordine di sfilata, i ventuno temi del corteo storico del Palio 2017. 

Tutti i temi, poi, verranno inseriti nell'apposita sezione della pagina del menù "Verso il Palio...2017", così da restare sempre consultabili e a portata di click in qualunque momento. 


COMUNE DI MONTECHIARO

Il corteo nuziale di Valentina Visconti e Luigi di Valois

Il Comune di Montechiaro apre il corteo storico del cinquantennale della ripresa del Palio di Asti con la rievocazione del matrimonio, avvenuto nel 1389, di Valentina Visconti, figlia di Gian Galeazzo, signore di Asti e di Milano, con Luigi di Valois, duca di Turenne nonché fratello del re di Francia Carlo VI.
Luigi di Valois giunge con il principe Amedeo d’Acaia e il duca di Mantova Francesco Gonzaga, mentre notabili e dignitari innalzano i vessilli raffiguranti il suo stemma gentilizio, uno scudo azzurro seminato di gigli dorati e lambellato di grigio.  
Valentina Visconti è invece accompagnata dalle dame e dalle nobildonne della sua corte, recanti il simbolo araldico familiare, il Biscione con un uomo di colore tra le fauci. Valentina portava in dote Asti e numerosi paesi del territorio, tra i quali figurava Mons Clarus, villa nova fondata dal comune astigiano nel 1200 quando novantatré homines dei preesistenti borghi di Pisenzana, Mairano, Malesco e Cortanze diventarono cittadini astesi giurando fedeltà al Comune di Asti, che s’impegnò nell’edificazione, nel consolidamento e nella difesa della villa nova, solido avamposto contro il Marchese del Monferrato.



RIONE SAN SECONDO

I Vizi in cavalcata e le Virtù in parata

Nella seconda metà del XV secolo, a seguito delle ferventi predicazioni di San Bernardino da Siena, in molte chiese dell’area subalpina, ad Asti così come in altre località, furono realizzati cicli pittorici che ne recepivano il messaggio dottrinale basato su simboli e immagini di facile comprensione e di profondo impatto emotivo. Uno dei soggetti più utilizzati come monito ed esortazione per i fedeli fu la “cavalcata dei vizi”: in esso i sette vizi capitali venivano rappresentati come personaggi femminili facilmente riconoscibili dall’aspetto e dall’atteggiamento, condotti incatenati all’Inferno su cavalcature allegoriche. La Superbia, vista come cagione ed origine di tutti i peccati, era impersonata da una sprezzante regina armata di spada, e cavalcava il leone; l’Avarizia, in sella alla scimmia, era magra ed ossuta, e portava un osso spolpato. La Lussuria era una donna sensuale e discinta accompagnata dal caprone; l’Invidia livida e malevola era associata ad un cane. La florida Gola portava con sé le vivande che amava sopra ogni altra cosa, come il lupo vorace che la trasportava. L’Ira furiosa fino all’autolesionismo era associata all’orso, l’Accidia trasandata e sciatta all’asino. L’ordine della cavalcata di dannazione era fisso, al punto che per ricordarlo con facilità fu coniato l’acronimo SALIGIA, composto dalle iniziali di ogni vizio nella posizione ad esso riservata. Contrapposto ai vizi, ad indicare l’unica strada per ottenere l’eterna salvezza, si raffigurava il “settenario delle Virtù”, rappresentate come dame dall'aspetto celestiale che incedono a piedi, recando i simboli che le identificano: delle tre virtù definite “teologali”, la Fede portava la Croce simbolo della Salvezza, la Speranza il ramo d’ulivo noetico, la Carità il pane per i bisognosi. Le quattro virtù dette “cardinali” erano la Giustizia con la spada e la bilancia, la Prudenza difesa da una corazza e recante un libro, la Fortezza con la lancia e lo scudo, la Temperanza intenta a travasare acqua da due brocche senza spanderne. Oltre quaranta chiese, che hanno conservato sino ad oggi simili cicli figurativi tra Piemonte e Liguria di Ponente, dimostrano la straordinaria fortuna che il tema incontrò nelle nostre terre.



RIONE SAN SILVESTRO

22 settembre: la festa di San Maurizio

Insieme a San Silvestro, Sant’Espedito, San Gaudenzio e San Michele, San Maurizio è protettore del Rione Oro Argento. Comandante di una legione romana inviata nell’Elvezia dall’imperatore Maximiano, Maurizio si rifiutò di perseguitare le popolazioni cristiane e venne giustiziato presso Agauno nel 287 dopo Cristo. Il culto del martire si diffuse attraverso la Savoia e la Valle d’Aosta e poi lungo la Via Francigena verso la Terrasanta, con fondazione di chiese e ricetti ospedalieri per i pellegrini a lui intitolati. Quale uomo d'arme nella iconografia tradizionale viene rappresentato con l’armatura e l'insegna dalla “croce trifogliata bianca in campo nero od oro”, compare anche sugli edifici a lui dedicati.
Per i Pellegrini che giungono ad Asti percorrendo la via Longobarda, ai piedi del Castelvecchio, nel territorio di San Silvestro, viene costruita la chiesa di San Maurizio con annesso ospedale, presente ancora nel 1455. Nel 1345 la chiesa ha un custode e rettore e, secondo il registro diocesano, è al settimo posto fra le venti parrocchie della cinta urbana.
L’edificio dedicato al martire, protettore di fabbri ed armaioli, era posto al centro di un complesso di botteghe artigiane, detto “Ventina degli Spadari”, ove a fine Trecento operavano coniatori e pittori di stendardi, oltre a mercanti, lombardi e a funzionari orleanesi.
A ribadire l'importanza del culto di San Maurizio nelle terre pedemontane nel 1434 Amedeo VIII di Savoia istituì l'Ordine Cavalleresco di San Maurizio, strumento religioso e politico del suo governo.
Il Rione Oro Argento rievoca una festa in onore di San Maurizio con il popolo di San Silvestro che lo ringrazia per la protezione nel lavoro quotidiano. Seguendo le tradizioni degli antichi laudari religiosi medioevali il Santo viene rappresentato in tutta la sua fierezza, con esaltazione delle reliquie e dei simboli che lo identificano.