E’ una cronaca avvincente quella del Palio di Sant’Antonio tenutosi nel pomeriggio di domenica a Buti, un racconto che inizia nella mattinata, da quella decisione di correre presa dopo un veloce consulto tra le maggiori autorità preposte, una verifica delle condizioni del percorso di gara e delle previsioni atmosferiche (avvalendosi anche della preziosa collaborazione del centro meteo dell’aereonautica).
Ormai tutti sapranno che dopo 22 anni San Rocco è riuscita a togliersi la “cuffia”della contrada da più lungo tempo a secco di vittorie. L’affermazione è arrivata dopo tre batterie di qualificazione svoltesi con regolarità ma ugualmente combattute (le due regolari ed il ripescaggio, che vedeva al canapo di partenza il “signore” – San Rocco, appunto – ed il binomio cavallo-fantino rappresentante delle contrade seconde arrivate nei due turni precedenti).
Con un leggerissimo ritardo sul programma il mossiere Luciano Gigliotti ha dato il via alla prima batteria, quella che vedeva protagonisti La Croce, San Michele e Ascensione. Obbligatorio spendere due parole sulla autorevole firma messa in calce all’edizione 2013 del Palio di Buti dal mossiere: esordiente ma assolutamente all’altezza del delicatissimo compito affidatogli dal seggio di Sant’Antonio, Gigliotti è sempre stato deciso ed autoritario quanto basta, padrone della situazione e risoluto nel far allineare in maniera conforme al regolamento cavalli e fantini alla partenza,riuscendo a mantenere un controllo sulle accesissime sfide susseguitesi nel pomeriggio grazie all’esperienza accumulata in altri contesti simili.
Dicevamo della prima batteria, conclusa con la vittoria della contrada La Croce che è scattata per prima fin dal via, ed ha concluso trionfalmente la proprio corsa mantenendo un vantaggio di quasi due lunghezze su San Michele e Ascensione apparse mai in grado di insidiarle la posizione. Una prova di forza tale da impressionare tanti presenti sul percorso sino al punto di candidare i rossoneri ad un ruolo di favoriti per la finalissima. E’ stata poi la volta di San Niccolao, San Francesco e Pievania (la vincitrice dello scorso anno), ed in questo caso sono i colori gialloneri di San Francesco a scattare per primi, ma già dalla prima curva il cavallo di San Niccolao sembra in grado di poter scavalcare l’avversario: così è, infatti. All’incirca a metà percorso Fais prende decisamente il comando sfruttando appieno l’evidente prepotenza fisica della sua cavalcatura per non abbandonare più la prima posizione fino alla linea d’arrivo. Poche decine di minuti ed incombe il turno di recupero. Ancora una volta Cucinella di San Francesco si dimostra il più reattivo allo start, ma in questa occasione deve cedere il comando in maniera analoga – verso la metà del tracciato – al “signore” San Rocco, forse più fresco, sicuramente più veloce ed autoritario.
Prima che il buio incomba su Buti, e nonostante un paio di false partenze ed un comprensibile nervosismo in partenza, l’avvio è regolare: Andrea Chessa questa volta prende subito prepotentemente la testa per non lasciarla più per tutti gli oltre 700 metri del percorso, lasciando gli avversari a disputarsi la piazza d’onore alle proprie spalle.
Il risultato, quindi è questo: 1° San Rocco, 2° La Croce, 3° San Niccolao.