venerdì 12 luglio 2019

I Temi del Corteo Storico 2019 - Tanaro Trincere Torrazzo, San Damiano e San Silvestro

Foto di Francesco Sciutto - www.francescosciutto.com
A meno di due mesi dalla nostra Festa i pensieri degli appassionati astigiani sono sempre più proiettati verso il 1 settembre quando, prima della corsa del Palio, avrà luogo, come da tradizione, anche il bellissimo Corteo Storico. Anche in questo 2019 le Commissioni artistiche dei 21 Borghi, Rioni e Comuni astigiani hanno studiato, elaborato e presentato i temi dei rispettivi cortei storici che verranno rappresentati durante la sfilata del Palio.
Continua oggi, e proseguirà per tutta la settimana, la presentazione, a gruppo di tre, dei ventuno temi del corteo storico del Palio 2019. 

Tutti i temi, poi, verranno inseriti nell'apposita sezione della pagina del menù "Verso il Palio...2019", così da restare sempre consultabili e a portata di click in qualunque momento. 


BORGO TANARO TRINCERE TORRAZZO

San Secondo, la Bretagna ed il “Palladio” cittadino

Il tesoro della Collegiata di San Secondo conserva un antico, bellissimo busto reliquiario in argento con l’effige del Patrono, che viene esposto ogni anno in occasione dei festeggiamenti a lui dedicati. Oltre ad essere uno splendido esempio di arte orafa, il busto è anche un’importante testimonianza materiale della nostra storia. Fu infatti donato alla Città di Asti nel 1485 da Francesco II, ultimo duca di Bretagna. Personaggio cruciale nelle vicende francesi della seconda metà del XV secolo, il duca era stato uno dei maggiori oppositori del progetto assolutista di re Luigi XI. Dopo la morte del sovrano, appoggiò Luigi duca d’Orléans e signore dello stato astese nella rivolta militare contro la reggente Anna di Beaujeu, offrendogli aiuto, protezione e spesso rifugio durante le altalenanti fasi del conflitto. Sono ignote le ragioni che mossero il duca brétone al munifico dono; ma proprio nel 1485 Luigi d’Orléans elesse governatore di Asti Francesco conte di Dunois e sire di Longueville, uno dei principali condottieri dell’esercito ribelle. Si può quindi immaginare che il busto d’argento costituisse una sorta di prezioso viatico affidato al nuovo governatore per assicurare al ducato di Bretagna la protezione di un santo aristocratico e guerriero come San Secondo. In ogni caso l’arrivo del busto colpì ed emozionò profondamente gli Astesi, che ne fecero fin da subito una sorta di palladio civico, cioè di simulacro-talismano dai forti valori simbolici e rituali. Per onorarlo degnamente fu istituita la solenne processione da svolgersi la Domenica precedente il giorno della festa patronale e del Palio, alla quale, accanto alle autorità religiose, partecipavano tutte le istituzioni laiche della Città, dal Consiglio Comunale alle rappresentanze dei borghi, delle contrade, delle arti e dei mestieri. Il busto, issato su una portantina, con un lunghissimo itinerario percorreva le principali vie cittadine per garantire all’intera comunità la benedizione del Santo in cui essa si identificava. 



COMUNE DI SAN DAMIANO

La simbologia del teschio tra misteri e credenze medievali 

Ogni epoca abbonda di simboli legati all’idea della morte come inevitabile destino, ma nel basso medioevo fra tutti ne spicca uno: il teschio, emblema della vanitas, che ricorreva nelle raffigurazioni di quel periodo storico, simulacro che ammonisce sulla vanità di ogni cosa terrena e costringe a riflettere sui fini ultimi dell’esistenza. Scavi archeologici restituiscono talvolta corpi privi del capo: crani venivano prelevati dalle tombe per diventare oggetto di culto da parte di discendenti del defunto, i quali ritenevano che in questo modo l’antenato li avrebbe protetti Particolare devozione legava i templari a San Giovanni Battista, decapitato per volontà di Erode Antipa e rappresentato nell’iconografia con la testa mozzata. E l’etimo latino del termine testa nel significato originale di vaso trova riscontro nelle litanie alla Vergine vas insigne devotionis. Anche frammenti di ossa asportati dal cranio venivano sepolti a parte o usati come ornamenti personali o amuleti: se riconducibili a santi, profeti o sovrani si riteneva che avessero poteri magici. Ad Asti nella Collegiata di San Secondo riposano le reliquie del Patrono della città, secondo la tradizione martirizzato 1900 anni or sono. Il suo corpo con il teschio era conservato nell'antica cripta, ma le incursioni barbariche dei secoli IX e X ne consigliarono il trasferimento nel Duomo, più sicuro perché collocato all'interno della cinta muraria. Di tale traslazione non esistono documenti certi, ma in epoca medievale la fabbrica appare intitolata a "Santa Maria e a San Secondo", il che suggerirebbe la presenza delle reliquie in tale edificio. Secondo il cronista e storico Stefano Giuseppe Incisa (1742-1819), la traslazione definitiva sarebbe avvenuta sotto l'episcopato di Bruningo il quale, prima di riportare nuovamente le reliquie del Santo nella collegiata, avrebbe fatto ristrutturare ed ampliare la chiesa, testimonianza dell'antica devozione al Santo da parte del popolo astese.



RIONE SAN SILVESTRO

I “Mastri Pictori Artifices” della divulgazione dell’immagne del Palio e delle feste astesi 

Nelle Feste in onore di San Secondo d’Asti, la corsa dei cavalli è momento unico ed intenso che esalta lo spirito civico ed il legame con il Santo, simboleggiato dal bravium, il palio dato in premio al vincitore. Nella documentazione relativa alla dominazione orléanese, viene tramandato per la prima volta il nome di un pittore astigiano collegato alla realizzazione del bravium, Giovanni Imperiato. Pittore di buona maturità ben remunerato, per aver dipinto le insegne araldiche del Duca d’Orléans, del Podestà e del Comune sui Palii del 1388 e del 1389 ottiene dal Tesoriere Ducale Giovanni Tinelli il pagamento di ventiquattro soldi astesi. In seguito, un documento del 20 aprile 1401 attesta come Giovanni De Fontaines, Governatore di Asti, a nome di Luigi I d’Orléans, ordini a Giovanni Roero, Tesoriere Ducale, di pagare le spese per la fornitura dei due Palii di quell’anno: il pittore è Mastro Roleto. Anche in questo caso si riporta nota del pagamento di “sei scudi araldici inseriti in detti Palii dipinti con le insegne del Signore nostro, del Podestà e del Comune di Asti” e viene così confermato uno schema che rimarrà costante negli anni successivi. Lo stesso pittore opera nel 1406, quando si ha la prima precisa testimonianza della spesa, sostenuta per la Corsa, relativa a due pezze di panno “….pro duabus bravibus quorum unum oblatum exitit ecclesia Sancti Secundi de mercato Astensi, et alium datum ad currendum equo velocior et melius currenti, in Festa Sancti Secundi, protectoris et patroni civitatis Astensis” (…per due Palii, dei quali uno sarà offerto alla chiesa di San Secondo del mercato Astese, e l’altro dato al cavallo più veloce nella corsa e miglior corridore nella Festa di Santo Secondo, protettore e patrono della città astese). Si evidenzia un preciso legame istituzionale fra Palio e Santo Martire. E’ importante rilevare inoltre che l’inserimento dello stemma del Governatore accanto allo stemma del Podestà segnala la crescente importanza della città nella diplomazia francese ed europea. L’opera del pittore si ravviva grazie all’esperienza del tardo gotico internazionale di origine milanese, che giunge con la bottega di Giovannino de Grassi, attivo presso la corte viscontea ed architetto del Duomo di Milano. Per tradizione e secondo le consuetudini diffuse in molte città, le botteghe dei Mastri Pinctori di drappi, pezze e insegne vengono localizzatein zone strategiche: in San Silvestro alle falde di Castelvecchio, presso la via degli Spadari e dell’antica Zecca, accanto alla Chiesa di San Michele e San Maurizio. Il Rione oro-argento ricostruisce l’attività pittorica agli inizi del Quattrocento, quando gli Artifices (Artisti) creano opere su commissione, con “tempera magra” o “tempera grassa”, con pigmenti e leganti, con amidi ed emulsioni e propongono oggetti di elevato livello, apprezzati in tutta Europa. Una splendida vetrina per tali capolavori sono le feste patronali e quelle del Palio, quando i ricchi artigiani astesi espongono le loro opere in occasione dei cortei legati ai vari eventi.