mercoledì 10 luglio 2019

I Temi del Corteo Storico 2019 - San Pietro, Santa Maria Nuova e Canelli

Foto di Francesco Sciutto - www.francescosciutto.com
A meno di due mesi dalla nostra Festa i pensieri degli appassionati astigiani sono sempre più proiettati verso il 1 settembre quando, prima della corsa del Palio, avrà luogo, come da tradizione, anche il bellissimo Corteo Storico. Anche in questo 2019 le Commissioni artistiche dei 21 Borghi, Rioni e Comuni astigiani hanno studiato, elaborato e presentato i temi dei rispettivi cortei storici che verranno rappresentati durante la sfilata del Palio.

Continua oggi, e proseguirà per tutta la settimana, la presentazione, a gruppo di tre, dei ventuno temi del corteo storico del Palio 2019. 

Tutti i temi, poi, verranno inseriti nell'apposita sezione della pagina del menù "Verso il Palio...2019", così da restare sempre consultabili e a portata di click in qualunque momento. 


BORGO SAN PIETRO

Matematica, Astronomia e Medicina. La diffusione delle scienze arabe nell’Occidente medievale

I rapporti tra mondo arabo e cristiano nel medioevo non furono improntati solo allo scontro armato ma anche all’incontro ed al confronto intellettuale in vari ambiti culturali. Anche prima delle crociate, gli scambi commerciali tra Europa e vicino Oriente erano molto intensi e, tra l’XI ed il XIV secolo, numerosi europei studiarono in centri d’istruzione superiore del mondo islamico. Un mondo che, impadronitosi con le armi dei grandi centri del sapere del mondo antico (India, Persia, Egitto, Grecia), ne aveva raccolto l’eredità culturale, per poi promuovere forme nuove di conoscenza e pensiero attraverso lo sviluppo di un procedimento scientifico (esperienza – induzione – ragionamento). Il risveglio sociale, dopo l’anno Mille, e le nuove necessità intellettuali spingevano chierici e mercanti a rivolgersi alle biblioteche arabe ricche di preziosi manoscritti filosofici e letterari, venendo a conoscenza di tecniche scientifiche estremamente innovative: grazie alle traduzioni dall’arabo al latino, l’Occidente cristiano scopriva testi e acquisiva competenze sino ad allora sconosciuti in materia di calcolo (algebra, aritmetica, trigonometria), osservazione astronomica, chimica e medicina. 
Asti fu sede del Priorato di Lombardia dell’Ordine dei Cavalieri Gerosolimitani o di San Giovanni di Gerusalemme che, oltre a fornire accoglienza ospedaliera a poveri e malati, esercitava la protezione armata in Terrasanta. 
Si può ipotizzare che anche i Monaci-Cavalieri della città di San Secondo – dai quali dipendevano oltre una sessantina di ospedali distribuiti in Piemonte e Liguria -mantenessero contatti con gli altri Priorati presenti in terre occupate dagli arabi, e che questi rapporti abbiano favorito la diffusione delle conoscenze scientifiche acquisite soprattutto in campo medico e farmacologico. Il Borgo San Pietro presenta in corteo alcuni manufatti e ricostruzioni di strumenti per il calcolo e astronomici oltre che erbari e trattati di medicina araba.





BORGO SANTA MARIA NUOVA

San Secondo d’Asti Patrono ed emblema della città

I mercanti astigiani all’inizio del Duecento cominciarono ad esercitare le loro attività feneratizia in tutta Europa. Principalmente presenti in Germania, Francia, Olanda, Fiandre e Brabante, erano noti con il nome di Lombardi (esistono ancora una “Lombard street” a Londra e una “rue des Lombards” a Parigi). Questi astigiani, con i loro banchi di pegno, svolsero un’importantissima funzione nell’economia medievale e nello stesso tempo subirono il fascino e l’influenza dei modelli culturali aristocratici e “cortesi”, che si erano sviluppati in quelle regioni. Non a caso la più alta espressione simbolica del modello cavalleresco cortese adottato dai “prestavalute” astigiani è l’immagine di San Secondo a cavallo, patrono della città: immagine che compare sul sigillo del comune apposto alla pergamena con la quale Asti dà quietanza a Luigi IX “il Santo” a seguito della restituzione del debito di 53.000 lire tornesi. La città si identificava col suo patrono, raffigurato come un cavaliere medievale, e nobilitava la propria immagine a scopo propagandistico nei confronti di nemici ed alleati. La figura del “Santo”, più delle insegne araldiche, divenne l’emblema del potere della città, comparendo sia sulle monete sia sui vessilli delle corporazioni e della “Societas” del Popolo, sulle porte delle mura della città, per tutto il periodo medievale ed anche oltre. Anche quando al libero reggimento comunale si sostituirono le varie dominazioni esterne, dai signori di Monferrato agli Orléans, l’immagine del Santo rimase un forte riferimento identitario per tutta l’ “Astesana”. Lo stesso Palio era corso “…in festo beati Secundi” e già intorno a metà Duecento era stata costituita una “Societas Militum” che sanciva il primato sociale del cavaliere. Il Borgo di Santa Maria Nuova vuole rappresentare l’iconografia del Santo Patrono nel periodo medievale: sfilano in corteo le monete che recano l’immagine del Santo, i vessilli rappresentanti la corporazione dei vignaioli e cantinieri, la Società del Popolo e le famiglie del Borgo. 



COMUNE DI CANELLI

Dal Contado in Città alla Fiera in “Festum Sancti Secundi”

Dal Medioevo la festa del Santo Patrono di Asti è vissuta in momenti che si integrano fra loro e che rispecchiano le sensibilità e gli interessi del popolo: un momento religioso, articolato in funzioni e processioni con le insegne del Santo; un momento di festa, caratterizzato da fiaccolate e, più tardi, dai “fuochi da abbruciare”; un momento mercatale, la Fiera, in cui la riduzione o l’abolizione, per un dato periodo, di dazi e gabelle, garantisce attività commerciali favorevoli ai cittadini ed ai forestieri. Non si può precisare l’epoca dell’istituzione delle fiere e dei mercati astigiani, ma dovevano essere di origine remota ed il loro sviluppo è parallelo al potenziamento economico della Città. In merito alle fiere si formulano speciali Statuti che si arricchiscono di nuove disposizioni, per favorire una sempre maggiore attività economica e permettere il flusso di mercanti di molte città d’Italia e straniere.
Interessanti in merito sono le disposizioni contenute negli Statuti della città: le agevolazioni concesse durante il periodo fieristico permettono ai mercanti che vengono da lontano di compensare difficoltà e disagi del viaggio. Alla fine del XV secolo la duchessa Maria d’Orléans, in caso di cattivo tempo, autorizza il deposito delle derrate nelle attrezzatissime case delle famiglie astigiane che dispongono di ampi magazzini e porticati.
Il Podestà ed i suoi dipendenti vigilano sulla Fiera ed invitano gli abitanti delle città vicine, perché vi intervengano: essa è occasione favorevole alla presenza di giocolieri, ciarlatani, viandanti e forestieri. La Fiera è anche l’occasione privilegiata per gli abitanti delle terre dell’“Astesana Grande” di vendere i loro prodotti e di comprare merci reperibili soltanto in città, talora provenienti dalle terre più lontane. Mentre i festeggiamenti di San Secondo e le luminarie interessano soprattutto l’ambito urbano, la Fiera coinvolge anche gli abitanti del territorio extra moenia: da Canelli scendono in città i ricchi mercanti in cerca di acquisti, il popolo minuto che porta i rigogliosi prodotti della terra ed il profumato vino dei pregiati vigneti, i tessitori che, grazie alla costruzione di molini e gualcherie attivati dalla “bealera” voluta dai Duchi di Orléans, recano al mercato stoffe di ottima qualità.