Foto tratta da www.fieldofplay.eu |
Nel processo che avrà inizio il 15 febbraio davanti al giudice Andrea Carena i ventuno imputati dovranno rispondere all'accusa di maltrattamento di animali. Agli imputati, infatti, viene contestato di aver somministrato farmaci, in assenza di prescrizione medica o proibiti dall'ex Unire, allo scopo di alterare le condizioni dei cavalli migliorandone le prestazioni agonistiche.
Di ben altro avviso è però la difesa, formata da un importante pool di avvocati tra i quali figurano Alberto Avidano e Marco Scassa. Forte è l'intenzione di dimostrare la totale estraneità degli imputati alle accuse formulate dal pm Laura Deodato. La difesa sottolinea, in particolare, come molti elementi tecnici possano dimostrare l'infondatezza del castello accusatorio, viste anche le modalità di repertazione dei campioni di sangue, urine e crine, e come le tracce, per di più minime, siano riferite a medicinali venduti nelle farmacie e utilizzati da qualsiasi veterinario per trattare i cavalli. Sotto la lente di ingrandimento della difesa, infatti, paiono essere finite le procedure adottate durante i prelievi, contestate dagli imputati. Chiaro, e non potrebbe essere altrimenti, l'obiettivo della difesa: dimostrare che in nessun caso è stata messa in pericolo la salute degli animali.