Dopo una serata passata ad ascoltare messaggi di diverso tipo, la percezione che si ha nell'aria però è ancora, purtroppo, che il concetto di Palio non sia ancora così diffuso negli strati economici e sociali della città.
Ieri, più che in altre occasioni, risultava netta la distinzione: da una parte il mondo dei Comitati, di chi il Palio lo crea e lo rende possibile grazie a moltissimi sforzi tutto l'anno; dall'altra, i quadri economici e sociali della città legati, a mio modesto parere, ancora troppo all'idea del Palio come semplice "manifestazione" e "rievocazione storica".
Ha detto bene lo storico del Palio Gianluigi Bera nel dire che pensare che il Palio sia una risorsa è già un consistente passo in avanti: di questi tempi, in effetti, non è poco avere la consapevolezza di poter puntare su una specificità tale come il Palio.
Ma il Palio, per essere compreso e vissuto fino in fondo, dai turisti in primis e da tutti quegli astigiani che non hanno imparato la "vita di Palio" girando tavoli o spellandosi le mani con una bandiera, necessita qualcosa di più. Ora, capisco sia troppo facile avere un giornale e utilizzarlo come cassa di risonanza per le proprie opinioni già espresse, tra l'altro ieri sera e che potrete vedere nel video con tutte le altre.
Ma il sentimento più forte, condiviso da molti,, dopo la serata di ieri, è stato proprio quello: prima di "vendere" il Palio, bisogna capirlo. E su questo, gran parte della città che fino ad ora ha visto la sua più importante manifestazione cittadina ( e lo è, se non ci credete andate a spulciarvi i capitoli di bilancio del Comune) con un misto di indifferenza e snobbismo, ha ancora fallito l'appuntamento.
Ora, le contingenze economiche attuali, seppur drammatiche, paradossalmente lasciano intravedere un maggiorinteressamento della città al Palio: se non altro perchè di piani industriali per la città non se ne parla, e dobbiamo accontentarci di quello che abbiamo. Ma quello che abbiamo, quello che ci è stato tramandato nella tradizione, non è poco. Non dobbiamo accontentarci del "palio di plastica" da nessuno nominato in maniera evidente ma da molti sussurrato e intimamente caldeggiato. Il Palio è qualcosa di autentico, di vero e originale per Asti.
E nessun piano di marketing, promozione e comunicazione serio può prescindere da questo: dalla conoscenza intima dell'ontologia del Palio.
In questa ottica, secondo me auspicabile, ben vengano occasioni come quelle di ieri: Palio e ciità sono mondi paralleli a volte vicinissimi, ma che non hanno mai avuto il coraggio di dialogare fino in fondo.
Ieri, spero, che si sia rotto il ghiaccio; si continui così anche in futuro: Palio e città, nel confronto e nell'arricchimento reciproco. Perchè finche il Palio non sara della città, Asti non potrà essere la citta del Palio.
Alessandro Franco