venerdì 18 dicembre 2015

Fucecchio, il Palio approda al TAR





Un terremoto rischia di scuotere il mondo del Palio fucecchiese: la contrada Torre, infatti, ha presentato ricorso al Tar di Firenze contro la squalifica comminatagli dal cda dell’associazione Palio per quanto accaduto alla mossa fra Torre e la rivale (e favorita) Massarella. Al municipio di piazza Amendola è già giunto un documento che attesta l’avvenuta chiamata in causa dell’ente comunale, per cui questi sono giorni decisamente febbrili, perché se Torre decidesse di andare avanti non è ben chiaro quali potrebbero essere gli scenari in vista del Palio prossimo venturo.

Il collegio dei probiviri punisce i biancocelesti per il gesto del fantino Carboni che al canape ha ostacolato platealmente il rivale di Massarella Giuseppe Zedde

Il tribunale amministrativo regionale (con sede a Firenze), è competente a giudicare sui ricorsi, proposti contro atti amministrativi, da privati che si ritengano lesi (in maniera non conforme all'ordinamento giuridico) in un proprio interesse legittimo. Si tratta di giudici amministrativi di primo grado, le cui sentenze sono appellabili dinanzi al Consiglio di Stato. Per il medesimo motivo, è l'unico tipo di magistratura speciale a prevedere solo due gradi di giudizio.

Per questo bisognerà vedere se il Tar si dichiarerà competente o se inviterà la controparte a rivolgersi al giudice ordinario, visto che è l’associazione Palio ad aver comminato le squalifiche mentre sono stati i probiviri (scelti dal sindaco Alessio Spinelli) ad averle confermate. E’ la prima volta che questo accade a Fucecchio, in quanto fino ad ora le contrade si erano attenute alle decisioni della “magistratura paliesca”; a Siena, ad esempio, c’è stato un solo precedente, con le donne dell’Oca che fecero ricorso per riuscire ad avere diritto di voto in contrada.

Non, comunque, contro sanzioni relative alla corsa, a differenza di quanto sta per succedere a Fucecchio. In tanti si ricorderanno sicuramente cosa accadde nella finale dell’edizione 2015: fra i canapi c’era Massarella, che con l’accoppiata Rijhaid – Giuseppe Zedde, partiva coi favori del pronostico; poco più in là Torre, il cui unico scopo era danneggiare la rivale. Venne scelto il fantino Giosuè Carboni che, dopo aver ostacolato la mossa per alcune decine di minuti, al momento del via dato dal mossiere Renato Bircolotti, prese per la giubba Zedde e non lo fece partire, compromettendone il Palio.

Ne scaturì anche un parapiglia fra le contrade coinvolte.

Il capitano torrigiano Matteo Cioni aveva dichiarato a più riprese di aver ordinato a Carboni di stare addosso alla rivale, di stressarla ed infastidirla. Torre si beccò due ammonizioni dal cda (una per ostacolo alla mossa, l’altra per aver trattenuto il cavallo rivale), che si sono andate a sommare a quella del 2013: il regolamento del Palio prevede che se una contrada prende tre ammonizioni in cinque anni allora viene esclusa dall’edizione successiva, come poi è accaduto. Da Torre il presidente Giancarlo Venieri si è limitato a confermare che l’iter è partito. Il Tar potrebbe anche dichiarare una sospensione della pena, in attesa di giudicare e su istanza del richiedente. Potrebbe accadere, quindi, che Torre ritrovi il suo spazio fra i canapi per il 2016 dietro sospensiva del tribunale. E forse questo è il reale intento della contrada, perché il comportamento del fantino lo hanno visto tutti, tanto che Carboni si è beccato cinque palii di squalifica. Paradossalmente sarebbe stato più comprensibile un ricorso al giudice ordinario per il parapiglia finale o – ma non è per fortuna successo – per un infortunio ad un cavallo. Sarebbe interessante sapere quale sia il pensiero delle altre undici contrade, sia quelle “amiche” di Torre che le altre.

Oltretutto il Comune si troverebbe a dover spendere altri soldi pubblici per difendersi, qualora il Tar si dichiarasse competente.

La Torre va a sfruttare un suo diritto, questo va rimarcato, che però rischia di scombussolare equilibri palieschi ben consolidati, dettati dalla presenza di una giustizia paliesca che permette già di fare ricorso contro le sanzioni comminate dal cda dell’associazione. Torre lo aveva del resto presentato, ricevendo risposta negativa il 21 settembre di quest’anno.

Si pensava che la querelle fosse finita lì ma evidentemente si prospetta un capitolo inaspettato e dai risvolti imprevedibili. Probabilmente nei prossimi giorni contrade e cda si incontreranno per parlare della questione e per arrivare ad una soluzione che non preveda l’intervento del tribunale.

(di Marco Sabia per Il Tirreno)